Pubblicazione “Dritto al Cuore”

drittoalcuore-325x458Con grande piacere comunico ai lettori la pubblicazione del mio racconto Sparizione nell’antologia benefica Dritto al cuore, curata da Igor De Amicis, Sira Terramano e Vincenzo Valleriani.
Il ricavato della vendita del volume (in uscita oggi per Galaad Edizioni e acquistabile qui) sarà devoluto al progetto “Mettici il cuore” dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Per ulteriori informazioni, vi rimando alla pagina facebook di Dritto al cuore.

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Intervista a Richard Godwin, autore di “L’apostolo”

Apostolo_cover_singola È in uscita oggi per Lite Editions la mia traduzione di L’apostolo, primo romanzo dell’inglese Richard Godwin; per festeggiare, visto che in nessun modo mi riuscirebbe di recensire un libro che ho tradotto io, ho deciso di regalarvi un’intervista all’autore. Eccola qui.   Signor Godwin, l’Apostolo è il suo primo romanzo. Può raccontarci come è nato? Insomma, lei aveva giù scritto qualcosa prima? Aveva già pubblicato? Certo, scrivevo già da molti anni, ma parallelamente al mio lavoro. Insegnavo letteratura inglese e americana alla London University. Avevo già scritto un altro romanzo, ma L‘Apostolo è stato il primo per cui mi è stato offerto un contratto. A parte questo, avevo giù pubblicato racconti in svariate riviste.   Vuole raccontarci qualcosa di Castle e Stone, I due protagonisti del suo romanzo? Frank Castle è un uomo la cui carriera è stata quasi distrutta dal fallimento delle indagini sugli Omicidi di Woodland, un caso vecchio di ventotto anni, e dalla conseguente campagna negativa della stampa. Ora si trova di fronte ad un imitatore, e il suo vecchio antagonista, Karl Black, sembra essere di nuovo al centro della vicenda. Black, principale sospettato per i vecchi delitti, oggi gestisce un’oscura setta, della quale si serve per provocare la polizia. Stone è la partner di Castle nelle indagini. Si fida di lui e lo ammira. È dura e intelligente. È sposata, ma il marito la tradisce, e Black, che sembra sapere molto di lei e della sua vita personale, comincia a provocarla fin dal loro primo incontro. Inuitle dire che nel corso delle indagini, entrambi gli investigatori cambieranno, e molto.   L’apostolo innesta sul tronco dellaclassica trama da romanzo sui serial killer degli ottimi brani introspettivi, che scavano nella psicologia dell’assassino e degli inquirenti per osservarne la lenta deriva esistenziale. Come è riuscito a conciliare I due aspetti? Tecniche investigative e psicologia? Aveva delle conoscenze specifiche in uno dei due campi? Ho letto molto su entrambi gli argomenti, e alla fine la cosa è venuta da sé. Credo che i due aspetti siano strettamente legati: l’elemento psicologico è essenziale per capire i moventi dell’assassino e fermarlo. Nel romanzo c’è anche un profiler, Tom Spinner. I due investigatori lo coinvolgono fin dal principio, e Spinner si fa subito un’idea, ma l’assassino è troppo intelligente anche per lui…   Il suo stile narrativo mostra un’alternanza di momenti lenti e descrittivi e rapide sequenze che spingono la trama bruscamente in avanti. Quanto c’è di controllato in questo? È stato tutto studiato fin dal principio? Ha pianificato tutto, o le cose sono venute fuori così? in altre parole, che genere di scrittore è lei? Pianifica molto, o si butta sulla pagina e lascia che siano i personaggi a parlare, per poi vedere cosa viene fuori? Ovviamente un po’ di pianificazione ci vuole, ma in genere lascio che sia lo stile a trasportare l’azione. Non sono uno di quelli che programmano tutto fino all’ultimo dettaglio, e anche se stendo una scaletta, non la seguo mai per filo e per segno. Credo che una storia debba svilupparsi da sé, un po’ come i suoi personaggi. Elmore Leonard cominciava proprio dando la parola ai personaggi, e il più delle volte basta questo. Personalmente, in ogni capitolo, cambio sempre qualcosa rispetto alla scaletta: mi piace che il racconto mi sorprenda man mano che i personaggi prendono consistenza.   Fin qui abbiamo parlato di lei come scrittore. Ora mi dica qualcosa di lei come lettore; ha qualche modello letterario? Qualcuno che considera un maestro? Le influenze letterarie sono difficile da determinare. Al limite potrei citare alcuni autori che amo e che hanno cambiato la mia visione della letteratura: autori come William Shakespeare, Ben Jonson, Fyodor Dostoyevsky, Charles Dickens, Graham Green, Cormac McCarthy, Elmore Leonard e James Lee Burke.   Ancora riguardo ai suoi modelli, che ci dice del cinema? Io trovo che il suo romanzo sia molto cinematografico. Senti di aver contratto qualche debito particolare in quel campo? Mi piacciono I film noir. Penso che Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen sia un classico moderno, un geniale adattamento di un grande romanzo. Mi piacerebbe che il mio secondo romanzo, Mr. Glamour, che è un giallo (parla di un gruppo di persone ricche, amanti dell’abbigliamento di lusso, che vengono prese di mira da un killer con l’ossessione delle marche) arrivasse al cinema diretto da Dario Argento. Mr. Glamour è Hannibal Lecter rivestito da Gucci. Mi piacciono i film che fanno riflettere senza preoccuparsi del lieto fine; quello è oppio per gli spettatori, un basso strumento di ingegneria sociale.   Dal suo romanzo emergono elementi importanti sulla situazione politica in Inghilterra; il suo assassino uccide soprattutto politici, e anche se i protagonisti si mantengono quasi sempre dal lato giusto della legge, alcuni personaggi “secondari” (per così dire) mettono in dubbio l’operato della polizia sulla base di recenti abusi e incidenti (per esempio il caso di Jean Charles de Menezes, un turista brasiliano erroneamente sospettato di terrorismo e ucciso dagli agenti in base al “Protocollo Kratos”); che cosa ne pensa, lei? In Inghilterra gli abusi di polizia sono frequenti? Uccidendo i politici, il serial killer de L’apostolo conquista i cuori e le menti di milioni di persone. Il romanzo è in corso di traduzione in Slovenia, e dopo averlo letto l’editore ha commentato che gli pareva impossibile che nessuno ci avesse pensato prima; nel suo paese tutti odiano I politici… Per me, il problema è che la maggior parte degli elettori non prestano attenzione ai programmi. Le persone che ci governano, in genere limitandosi ad aumentare le tasse, sono incompetenti e disoneste, e pertanto, in un contesto narrativo, costituiscono un bersaglio ideale. Al di fuori della narrazione, credo che si dovrebbe indagare sui motivi per cui una persona decide di mettersi in politica. In genere, per quando si fanno una posizione, gli ideali dei politici sono belli che andati. Nel romanzo si parla anche dell’uccisione di Jean Charles de Menezes; la polizia era sulle tracce di una persona ritenuta responsabile degli attacchi esplosivi alla metropolitana di Londra. Uno di loro stava facendosi una pisciata e l’ha perso di vista. Poi de Menezes è uscito dal palazzo in cui era entrato il sospettato, e l’agente non si è reso conto di aver sbagliato persona. Gli ha svuotato un caricatore in piena testa, mentre quello era già a terra, steso sul fondo del vagone della metropolitana e con le mani in alto. All’incompetenza è seguito un tentativo di insabbiamento: i responsabili hanno cominciato con le false dichiarazioni fin da quando la notizia è trapelata. Persino l’allora capo della polizia ha mentito. Al momento dell’elezione, Boris Jonson, l’attuale Sindaco di Londra, ha scritto una lettera al capo dicendogli che non aveva fiducia in lui e che gli sarebbe stato col fiato sul collo, e in questo modo lo ha costretto a rassegnare le dimissioni. Penso che il vero problema sia che molti delitti restano irrisolti. È per questo che i poliziotti, anche nel romanzo, vengono spesso accusati di perdere tempo dietro agli automobilisti. Ne L’apostolo, gli investigatori non sono corrotti, ma vengono spinti all’estremo dal caso, tanto che il profiler Tom Spinner è costretto a studiare anche la condizione di Castle, per chiarire se il detective sia ancora in grado di condurre le indagini.   Frank Castle sembra equiparare il fervore religioso all’intolleranza. Lei che ne pensa? Penso che la religione sia un affare privato. Non credo che debba o possa essere imposta. Certo, l’estremismo è un’altra storia: è cieco e pericoloso, risponde a scarsa cultura, alla ricerca di risposte semplici a domande difficili, e al bisogno di annullare le responsabilità personali.   Parliamo un po’ di lei. È mai stato in Italia? Molte volte. Amo l’Italia, la storia, la gente, l’arte, il calcio, I vini e il cibo. Adoro l’Italia. E mi spiace non parlare l’italiano: certo, a scuola ho studiato latino, e me la cavavo bene; forse per questo lo capisco abbastanza, però non lo parlo. Un terzo dei prodotti dell’intera storia dell’arte viene dall’Italia. Il Rinascimento ha dato alla luce un capolavoro dopo l’altro. Uno degli artisti che preferisco è Caravaggio, un vero genio iconoclasta.   Per finire: vuole parlarci dei suoi altri romanzi? Quali sono I suoi progetti? Sta già lavorando a qualcosa? E le avventure di Castle e Stone, vedranno mai un seguito? Il mio terzo romanzo, One Lost Summer, è un noir psicologico. Narra la storia di Rex Allen, un amante delle belle donne che si trasferisce in un nuovo appartamento (con se non ha molto di più di un paio di foto della figlia morta), e lì incontra la vicina di casa, la splendida Evangeline Glass. Invitato a uno dei suoi numerosi party, Rex ha modo di conoscere il marito Harry e i suoi amici. Stranamente, gli sembra di conoscerla benissimo, Evangeline, così comincia a spiarla e si convince che lei non sia chi dice di essere. Così scopre che ha un amante, e comincia a ricattarla, coinvolgendola in un pericoloso gioco delle parti. E poi c’è il mio ultimo romanzo, Noir City, pubblicato in inglese dalla collana Atlantis di Lite Editions. Racconta di Paris Tongue, un gigolo, che dopo aver sedotto la moglie di un boss mafioso si da alla fuga per l’Europa, inseguito da una serie di sicari. Ovviamente, questo mi ha dato modo di raccontare la vita delle città che Paris attraversa, Londra, Parigi, Roma, Madrid, Dusseldorf, e le loro culture sessuali. Prima di incontrare la nipote illegittima di Georges Battaille e scoprire che in realtà vive nell’eterna città erotica di “Noir City”, dovrà penetrare nei lati più oscuri delle capitali europee, seducendo una quantità di bellissime donne. Questo romanzo uscirà anche in italiano. Poi c’è il mio quinto romanzo, Confessions Of A Hit Man, un thriller ad altissima velocità che racconta la storia di Jack, ex marine della Royal Navy che si ricicla come killer a contratto e se la passa anche bene, finché non scopre che il governo sta vendendo plutonio a dei possibili terroristi; Confessions of a Hit Man è in uscita questo mese per MeMe publishing, sia in inglese che in italiano. Intanto, L’apostolo è già stato tradotto e pubblicato da Alexandra, la maggiore casa editrice ungherese, ed è in corso di traduzione in Slovenia, dove uscirà per Artizan Press. Mr. Glamour è in corso di traduzione in francese e italiano per MeMe. E poi ho già scritto il seguito de L’apostolo, e spero di vederlo pubblicato anche in Italia…

Volete saperne di più? Visitate il sito dell’autore; per il resto, ci si vede in libreria o su tutti gli store online…

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Joseph Mitchell: Il segreto di Joe Gould

joe_gould Chi è Joe Gould? È il, “professore”, il “professor Gabbiano”, il “professor Mangusta”, “il Gabbiano”, la “Mangusta”, l’ultimo bohémien del Greenwich Village, un “noce americano”, secondo le parole di Ezra Pound, un poeta, uno storico, un laureato ad Harvard “magna cum difficultate”(parole sue, non mie), un “frenetico danzatore chippewa”, il “massimo esperto mondiale del linguaggio dei gabbiani”, è “l’eccentrico Autore di un Grande, Misterioso Libro Inedito”(1), la Storia Orale del nostro tempo, destinata ad offuscare la fama del Declino e caduta dell’impero romano di Gibbon, o solo un “nottambulo solitario”, un “piccolo ficcanaso”, un impostore e un incallito bugiardo?

Nei due testi raccolti sotto il titolo di Il segreto di Joe Gould, originariamente apparsi sul New Yorker nel 1942 e nel 1964, Joseph Mitchell (1908-1996), autore noto principalmente per i suoi Profiles(2), ritratti di curiose celebrità locali, si interroga proprio su questo: chi è in realtà questo Gould, vecchio abitatore del Village e parresiante habitué di ogni club, diner e bettola tra il Greenwich e la Bowery? Quanto c’è di vero nella sua ormai mitica Storia Orale, “l’inedito più lungo della storia”, già esteso come “undici bibbie” eppure ancora incompiuto? E quanto c’è di buono in quest’opera, per patrocinare la quale artisti e commercianti del Village, amici e semplici conoscenti, si impegnano a versare, di quando in quando, generose offerte al “Fondo Joe Gould”(3)?

“Piccolo capolavoro”, come puntualizzano Fruttero & Lucentini dal dorso del volume, di quell’arte così americana che “consiste nel trattare la non-fiction, biografia, storia, cronaca, con tale sensibilità e intensità narrativa da renderla indistinguibile dalla fiction, pur restando i fatti scrupolosamente documentati e privi di qualsiasi orrenda romanzatura”(4), romanzo-verità, insomma, Il segreto di Joe Gould è in realtà un romanzo-verità sui generis, per via del curioso svuotamento del contenuto(5), che fa sì che la storia di Gould si trasformi lentamente nella storia del rapporto tra l’autore e il suo soggetto (fenomeno che, d’altra parte, non manca di manifestarsi in Capote) e nel contempo nella cronaca “intima” di uno svelamento, di una scoperta. Così, la “banale” ricerca preliminare per la stesura di un’opera di non-fiction diventa per l’autore un esercizio di auto-osservazione più che di osservazione, e l’opera stessa slitta, per così dire, dal singolare verso l’universale, imponendo al lettore una doverosa, se non inedita, riflessione sui rapporti tra io e persona (in senso junghiano), verità, narrazione e auto-narrazione(6).

C’è poi la curiosità destata dal titolo, che di per sé vale l’appagante e facile impresa della lettura: quale sarà questo segreto di Joe Gould che l’autore si appresta a svelare? Le pagine corrono, e avanza il dubbio che non esista alcun segreto. Eppure, alla fin fine, un segreto c’è, o almeno c’è stato, fino al 1964, quando, trascorsi sette anni dalla morte del “professore”, Mitchell ha deciso di potersi finalmente azzardare a pubblicare Il segreto di Joe Gould

Il segreto di Joe Gould, di Joseph Mitchell, è proposto ai lettori italiani da Adelphi, nella traduzione di Gaspare Bona.

(1)Joseph Mitchell, Il segreto di Joe Gould, Adelphi, Milano 2013, p. 125.
(2)Apparsi sul New York tra il 1934 e il 1964, i Profiles sono oggi leggibili in Jospeh Mitchell, Up in the Old Hotel and Other Stories, Vintage Books, New York 1993.
(3)Ovvero i quattro spiccioli che Gould si porta in tasca, appena bastanti per qualche pasto frugale, l’alloggio presso qualche pulciosa pensione o dormitorio della Bowery, e il necessario per la scrittura.
(4)Sempre Fruttero & Lucentini citano come esempi (e la loro lista è tutt’altro che esaustiva) Hemingway, Capote, Shirer.
(5)Cosa si sa, infine, della vita di Gould e della sua opera? E quanto si evince davvero dal reportage di Mitchell?
(6)Per tacere degli interrogativi collaterali sulla responsabilità del narratore; questione, questa, che in un mondo in cui curiosamente esistono ancora degli angoli di “modernità” inspiegabilmente sopravvissuti all’avvento del postmoderno, angoli in cui si avanza tuttora la pretesa di poter raccontare la Verità (quella con la maiuscola), risulta quantomai interessante.

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Aa.Vv.Delitti d’estate

delittidestate

 

Con grandissimo piacere annuncio ai lettori la pubblicazione del racconto Vera all’interno del volume Delitti d’estate, in uscita in questi giorni per Novecento Editore.
L’idea è semplice ma interessante: 15 autori per raccontare 15 storie nere ambientate in altrettante (note) località turistiche.
Oltre al mio racconto, ambientato a Sanremo, nell’antologia troverete racconti di Christina Anagnos, Igor De Amicis, Patrizia Debicke van der Noot, Stefano Di Marino, Gianluca Ferraris, Giuseppe Foderaro, Eliselle Elisa Guidelli, Adele Marini, Cristina Marra, Eva Massari, Alessandro Maurizi, Sabrina Minetti, Ferdinando Pastori e Davide Schito.
Ecco qui il testo della quarta di copertina:

«Con autori di questo calibro
il crimine non va in vacanza».

Romano De Marco
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Il sole, alto nel cielo, illumina qualcosa. È il corpo di una donna riverso su una spiaggetta appartata. Tra poco qualcuno lo scoprirà. La settimana scorsa, a trecento chilometri da qui, ci sono state altre tre vittime. Nessuno ha idea di chi sia il colpevole. E non dovremo attendere molto perché la lista dei morti si allunghi ancora.
È una cupa estate del delitto. Nelle più rinomate località turistiche della penisola mani assassine agiscono all’improvviso, brutali e implacabili. E mentre la temperatura sale dappertutto, un brivido ghiacciato corre lungo la schiena. Perché nessuno è al sicuro.

Viareggio
Sanremo 
Forte dei Marmi 
Milano Marittima
Madonna di Campiglio 
Taormina 
Gallipoli 
Portofino 
Viserbella
Scilla 
e tante altre ancora… tutte macchiate di sangue

Qui il link alla prefazione del curatore Stefano Di Marino.

Che dire? Ci si rivede in libreria.

Ah, e, se qualche bionda da favola sul punto di sposare un magnate russo vi propone di scappare con lei, be’, poi non dite che non vi avevo avvertiti…

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Appuntamenti con il male 17/5 e 27/5

appuntamentoCon grandissimo piacere che vi annuncio che, dopo i problemi avuti al salone del Libro (la nostra prima presentazione è stata cancellata in quanto coincidente per luogo e orario con una grande manifestazione No Tav), nei prossimi giorni cominceremo a portare l’antologia in giro per le librerie; in attesa di un calendario completo, per ora vi segnalo due presentazioni da non perdere: la prima è quella di questa sera, 17 maggio, nell’ambito della Notte bianca delle librerie. L’Appuntamento con il Male è fissato per le ore 20.45 nelle sale del prestigioso Centro Studi Beppe Fenoglio di Alba.
La seconda, legata al festival “Libri in valigia”, fissata per il 27 maggio alle ore 21, si terrà all’interno del Cinema-Teatro di Giaveno.

Che dire? Vi aspettiamo…

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Appuntamento con… Fabrizio Fulio- Bragoni

mia_nuovaFabrizio Fulio-Bragoni è nato a Rieti nel 1981 e vive a Torino dal 1986.
È traduttore freelance, blogger e lettore professionista.
Ha scritto su riviste online e cartacee, blog e siti web tra i quali MilanoNera, Liberi di Scrivere, Sugarpulp.it, Teknemedia, Terzapagina, Thrillerpages e 24Letture, e pubblicato racconti in varie antologie.
Dal 2005 gestisce il blog NonSoloNoir (www.nonsolonoir.com).
Nel 2013 ha partecipato al progetto You Crime con il racconto Il colpo (in Girls: You Crime Volume 4, Rizzoli, Milano 2013).
Eterno aspirante scrittore, nel tempo libero legge, scrive, edita, traduce, suona la chitarra, bazzica mercatini del vintage, studi di tatuaggi e palestre di pugilato, cercando di farsi una pessima reputazione.

Ha curato l’antologia Appuntamento con il Male e ha contribuito con il racconto Niente Sorprese.

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Appuntamento con… Sara Tedesco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sara Tedesco è nata a Torino nel 1981. Laureata in Lettere con una tesi sul noir francese, ha abbandonato la critica cinematografica per dedicarsi all’insegnamento. I suoi racconti sono apparsi in numerose antologie.

Oggi scrive poesie, racconti e favole per bambini.

Ha partecipato all’antologia Appuntamento con il Male con il racconto Emma, ambientata tra il quartiere Parella e piazza Massaua.

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Appuntamento con… Rocco Ballacchino

ballacRocco Ballacchino, laureato in Scienze della comunicazione, ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste. Ha curato la sceneggiatura dei cortometraggi Poison (2009) e Doppio Inganno (2010). È autore dei gialli, editi da Il Punto – Piemonte in Bancarella, Crisantemi a Ferragosto (2009), Appello mortale (2010) e Favola Nera (2012), quest’ultimo scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Monticone. Il suo ultimo noir, Trappola a Porta Nuova, è stato pubblicato dai Fratelli Frilli nel gennaio 2013.
Sempre nello stesso anno ha debuttato come autore teatrale con la commedia Operazione Marito Infedele. La sua ultima opera è l’ebook Le sette vite del capitano (2014), edito sempre dai Fratelli Frilli e dedicato alla figura del calciatore Alessandro Del Piero.

Ha partecipato all’antologia Appuntamento con il Male con il racconto 12 ore, ambientato a Santa Rita.

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Appuntamento con… Silvio Valpreda

silvio_valpredaSilvio Valpreda è nato nel 1964, ha vissuto in Italia, Messico e Germania; esegue investigazioni poetiche sull’uso sociale ed economico del concetto di verità. Gli strumenti che utilizza sono l’arte visiva, il design (con il marchio di fashion concettuale NOTKUNST del quale è cofondatore), la scrittura e la pratica curatoriale. Come artista ha esposto in diverse gallerie in nord Europa e in Giappone. Il suo lavoro di design si è evoluto dopo una lunga esperienza internazionale nel campo automobilistico fino a inserirsi completamente nel suo percorso di ricerca artistica.

Ha pubblicato due romanzi: Tacere (Il molo, 2007) e Circo inferno (Gaffi, 2010). Come curatore ha collaborato con gallerie private e musei d’arte contemporanea tra i quali il PAV di Torino.

Ha partecipato all’antologia Appuntamento con il Male con il racconto Il rancore della vita Normale, ambientato a Mirafiori.
www.msgbottle.it
www.notkunst.it

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Appuntamento con… Fabio Beccacini

beccacini

 

Fabio Beccacini, è nato a Imperia nel 1977, l’anno del punk e di Guerre Stellari. E di qualche altra faccenda un po’ meno pulita del nostro paese. È europeo, come un gatto bastardo, randagio. Lo trovate spesso a Torino, a mettere i dischi in club fumosi, o in qualsiasi altra città presa a caso sulla mappa geografica. È autore di Ultimi fuochi per Paludi, Sushi sotto la Mole, Giorgio Paludi, 44 anni il giorno dei santi e Via del Campo (editi da Fratelli Frilli Editori).
Il suo prossimo romanzo sarà presto in libreria.

Ha partecipato all’antologia Appuntamento con il Male con il racconto Hotel Galliari, ambientato a San Salvario.

 

Sito internet: www.beccacini.it

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