I commentatori lo hanno definito “un noir che nulla ha da invidiare agli Angeli e demoni d’Oltreoceano”.
Si tratta de “Gli Angeli di Lucifero” (Mursia; pagine 730; euro 22), libro, già ribattezzato dalla stampa come il Codice da Vinci milanese, un romanzo che ha fatto parlare di sé l’intera stampa nazionale, dal Corriere della Sera a Panorama, da L’Espresso a Repubblica segnando, nei primi cinque mesi dalla pubblicazione, già quattro ristampe.
L’autore, a sua volta ribattezzato il ‘Dan Brown milanese’, è Fabrizio Carcano, nato a Milano nel 1973 – animalista convinto e ‘gattaro’ per vocazione, appassionato di pallacanestro e tifosissimo dell’Olimpia Milano, amante della buona cucina, del vino esclusivamente rosso, della bicicletta e delle passeggiate chilometriche nei centri storici delle grandi città e dei piccoli borghi – giornalista professionista, prima al Giorno, dove è approdato come collaboratore appena 18enne nel 1992, poi alla Notte, alla Prealpina, a TgCom, ad Affari Italiani e dal 2003 in forza alla redazione politica del quotdiano La Padania.
Il romanzo, ambientato nell’estate 2009, reinterpreta la leggenda del diavolo di Porta Romana, a Milano, alias il Marchese Ludovico Acerbi, per raccontare una storia di vendette, esoterismo e satanismo della cronaca nera dei nostri giorni.
Nel periferico cimitero di Chiaravalle mani ignote profanano una tomba seicentesca e trafugano le spoglie del marchese Ludovico Acerbi, passato alla storia come il «Diavolo di Porta Romana». Sembra un banale episodio di teppismo ma nei giorni successivi, sotto la Madonnina, si verificano in rapida successione tre misteriosi omicidi, compiuti e rivendicati dalla stessa mano. Le vittime portano tutte cognomi di casate che, nella Milano del Seicento, ebbero rivalità con quella del marchese Acerbi.
A far luce su questa misteriosa vicenda sono impegnati il commissario Bruno Ardigò, freddo e taciturno, e l’amico giornalista Federico Malerba, solare ed espansivo. Diversi come il giorno e la notte, ma uniti dalla stessa voglia di arrivare alla verità, si addentrano nei meandri oscuri e inquietanti della Milano esoterica, dove nulla è come sembra.
L’autore – scrive il Corriere della Sera del 17 aprile scorso – “riesce ad arrivare al cuore oscuro della metropoli”. “Un noir che non mancherà di far discutere” assicura Il Sole 24 ore.
“Un giallo vecchia maniera dal ritmo sferzante e dalla scrittura scorrevole che regala al lettore un inedito affresco di una Milano non da bere, piuttosto da scoprire e da ammirare”.
Così lo definisce “Il Giornale di Brescia” nella sua recensione del 2 aprile scorso.
Cronista, milanese, giornalista prima al Giorno, poi alla Prealpina, al TgCom, Affari Italiani e ora in forza alla redazione politica de La Padania, Carcano nella sua opera prima si dimostra abile nel maneggiare le tecniche del romanzo di genere.
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