A filo d’acqua, nel corpo settentrionale del Palazzo Borromeo sull’Isola Bella, i turisti si entusiasmano ad ammirare le Grotte. Si tratta di una sequenza di sei ampi ambienti illuminati dal baluginare della luce che si rifrange su lago, interamente ricoperti a ciottoli, stucchi, madreperle, concrezioni, marmi, a voler ricreare la sensazione di addentrarsi in vere e proprie grotte.
La realizzazione di questi ambienti, voluti da Vitaliano Borromeo, per proteggere famiglia e amici dalla calura estiva ma anche per stupire e divertite i suoi ospiti, ha richiesto più di un secolo, con diverse interruzioni.
Gli architetti che si sono succeduti nella creazione di questo stupefacente ambiente, ma anche i committenti, avevano idee e obiettivi precisi. Per accontentarli i materiali necessari sono stati selezionati e qui portati anche da molto lontano, così come dai territori del lago. Decine e decine di migliaia di piccoli frammenti di concrezioni, marmi rari, rocce e conchiglie, schiume di ferro sono stati qui assemblati secondo disegni precisi per creare un nuovo fantastico mondo.
A popolarlo sono giunti statue, mobili, reperti, il tutto tra giochi d’acqua, motivi araldici e mosaici. Non c’è da stupirsi se, ben presto, queste Grotte siano diventate famose e che gli illustri visitatori di passaggio per l’Italia le inserissero tra le mete imperdibili nel Grand Tour nel Bel Paese.
Le magnifiche statue in marmo bianco che qui hanno trovato collocazione hanno sempre stupito i visitatori per la loro bellezza, talvolta creando pruderie oggi impensabili. Come nel caso della bella Venere nuda, creata da Vincenzo Monti sull’esempio della Ninfa dormiente del Canova. A proposito di questo bellissimo nudo, le rimostranze degli ospiti più pudibondi, avevano spinto Gilberto V Borromeo e pensare di disfarsene, decisione che fortunatamente non ha avuto seguito. Attualmente le Grotte ospitano reperti diversissimi, di grande interesse. Accanto ai preziosi marmi, vi si ammirano raccolte di conchiglie e alghe fossili, ma anche reperti protostorici ed una piroga dell’età del ferro ritrovati sulle sponde del Lago, il modello storico del Bucintoro di Venezia, vesti e armature di antichi Samurai, una piccola divinità indù del Mille, e tanto altro: una wunderkammer dove riunire tesori e curiosità, testimonianze del gusto collezionistico della famiglia e alcuni dei più curiosi doni che le giungevano da mezzo mondo.
Un tesoro a se stante è la sontuosa collezione di selle, bardature e finimenti di gala dei cavalli da parata del Casato. Capolavori creati dai migliori artigiani dell’area milanese, giunti perfettamente intatti sino ad oggi e che il restauro in corso preserverà perfetti anche per il futuro.
L’appuntamento è dunque per il 22 marzo 2014, alla riapertura del Palazzo Borromeo e dei suoi giardini all’Isola Bella.