Negli anni sessanta uscì al cinema “Fantasmi a Roma”, con la sceneggiatura di Ettore Scola. La trama racconta di cinque fantasmi che popolano un palazzo patrizio nel cuore di Roma e che si alleano con un pittore-fantasma del Cinquecento per impedirne la speculazione edilizia progettata dall’ultimo discendente. Il film ebbe molto successo non solo per le avventure rocambolesche ma soprattutto perchè nella Capitale la vicenda dei fantasmi è molto sentita. Allora come oggi.
Quale occasione migliore, dunque, che la festa di Halloween, per andare a caccia di misteriose presenze che rendono palazzi, strade, ponti ancora più vivi (non solo il 31 ottobre ma in ogni momento dell’anno)?
Il cuore della città è impregnato di mille suggestioni senza tempo. Si inizia da Castel Sant’Angelo, legato al più famoso fantasma: quello di una giovane dama, Beatrice Cenci (1577-1599), fanciulla bellissima vissuta alla fine del Cinquecento. Fu accusata di parricidio, condannata a morte e decapitata la mattina dell’11 settembre 1599 sulla piazza di ponte Sant’Angelo. Si dice che lo spettro della defunta passeggerebbe all’imbrunire, con la testa mozzata fra le mani, lungo il ponte di Sant’Angelo.
Il viaggio prosegue con un’altra presenza femminile avvolta nella leggenda. Costanza De Cupis era una nobildonna vissuta nel XVII secolo. Sembra che avesse delle bellissime mani, tanto che un artista decise di onorarle immortalandole con un calco. Ma un veggente predisse che una di quelle mani correva il rischio di essere tagliata. Costanza, terrorizzata, si chiuse in casa per timore di incidenti. Un giorno, però, si punse mentre ricamava. La ferità si infettò e i medici furono costretti ad amputarle l’arto. Questo però non fu sufficiente e la donna, come predetto, morì.
Da allora, nelle notti di luna piena, chi passeggia in via dell’Anima e a Piazza Navona, se rivolge lo sguardo verso una delle finestre dell’antico Palazzo De Cupis, potrebbe scorgere la sagoma di una mano, affusolata e dal candore lunare.
Anche il Pantheon, ha il suo uomo del mistero. Fra le tante tombe celebri, custodisce quelle dei reali Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia. Si narra che proprio Umberto I, assassinato a Monza nel 1900, sarebbe apparso più di una volta.