“Amor che nullo amato amar perdona, Porco Cane!
Lo scriverò sui muri e sulle metropolitane di questa città”.
Romantici sì, come Lorenzo Cherubini docet, ma fino a un certo punto. Perché aspettare che il generale inverno vada in pensione per rincorrere un po’ di caldo? E poi si sa un graffito, è commovente ma non è per sempre. Se l’acquisto di un solitario vi sembra però troppo impegnativo al punto da ricordarvi un cappio al collo, investite meglio la “quota da conquista” portando la vostra preda in un luogo che ricorderà per tutta la vita.
Maldive, Seychelles, Mauritius vi sembrano un evergreen? Forse, ma non dimenticate che sono tutte cartoline che potrebbero appartenere già al suo passato. Non mettetevi allora in competizione con chi vi ha preceduto. Le hanno donato vagonate di monili e i suoi piedini credono di aver attraversato le battigie delle spiagge più incontaminate? Non vi resta che fare affidamento su un imperativo classico ma sempre efficace: sorprendetela! E come fare se lei è la classica che ha sempre avuto tutto dalla vita e voi non siete un lucano?
Un modo c’è. Magari proponendole un incontro ravvicinato con un orango, oppure suggerendole di immergersi in un mare dove potrà danzare nell’acqua con tartarughe giganti. O ancora potrà camminare nella foresta pluviale più antica al mondo inseguendo il richiamo dell’Hornbills e lasciarsi sedurre dall’aroma della Rafflesia, il fiore più grande sulla terra seguendo la pista degli antichi cacciatori di teste.
Per scoprire la combinazione del suo cuore andate in agenzia e prenotate un volo di Malaysia Airlines, meglio se nelle lussuriose business o first, per il Sabah. “Chi è il Sabah?”, si sarebbe chiesto Gabriele Cirilli nel tendone dello Zelig, sebbene la domanda corretta da formulare sia “Dov’è il Sabah?”. Il Sabah è uno dei tredici stati della confederazione malese. Si trova nella sezione nord occidentale ed, insieme al Sarawak rappresenta la porzione del Borneo malese. Già proprio quello in cui Sandokan, tigre autoctona, combatteva a colpi di kris per conquistare la bella Marianna il cui nickname non a caso era Perla di Labuan; splendida isola affacciata sul Mar della Cina Meridionale. Ad attendervi l’epifania della natura più incontaminata. Ad incorniciare quest’ultima una miriade di isole che ospitano parchi naturali e villaggi di pescatori.
C’è un motivo per cui il Sabah è chiamato “la terra sotto vento” ed è dato dai monsoni che la graziano dalla loro violenza. Qui il mare è morbido: l’irruenza dell’Oceano Indiano lascia spazio ad onde lunghe e rassicuranti la cui coltre ospita una delle barriere coralline più belle al mondo. Anche le tartarughe verdi, giganti dei mari, hanno adottato le coste del Sabah per depositare le loro uova dando inizio ad un nuovo cerchio della vita.
“Ho visto altri luoghi simili a Sipadan più di quarantacinque anni fa e non credevo potessero ancora esistere”. Le parole del viaggiatore dei mari Cousteau acquisiranno significato mentre la pista illuminata dell’aeroporto di Kota Kinabalu si farà sempre più vicina.
Ed è da Kota Kinabalu che comincerà la vostra conquista della metà perduta. Come? Ma portandola a bordo di una lancia privata fino al Tunku Abdul Rahman Park Island. Complice il sole che illuminerà un cielo terso reso ancora più luminoso dal violento riverbero sull’acqua, lei non potrà non cadere ai vostri piedi. Raggiungerete così l’isola di Sapi, uno dei cinque gioielli che appartengono al parco. Buttatevi in acqua e tenete gli occhi ben aperti. Vedrete che qui il reef è caratterizzato da correnti morbide che lo rendono location ideale per i divers. Pesci scorpione, palla, e gamberi sono solo alcuni degli ospiti di queste acque tanto belle da essere adottate anche dalle tartarughe “hawksbill” che, curiosamente, si riproducono soltanto nel luogo dove sono nate. Indossate, pinne, bombola e occhiali e nuotate nelle profondità di quello che è ancora dei mari più belli al mondo. Lì rischierete di incontrare le ritrose “hawksbill”, agili ballerine a pelo d’acqua. Se non siete stanchi concedetevi una notte in un bungalow dell’isola. In cambio vincerete un premio: sulla spiaggia, si faranno strada le goffe dal carapace coriaceo e depositeranno le uova con un rito che prevede di scavare un buco. Al termine lo ricopriranno per poi tornare da dove sono venute: nell’infinito e profondo blu.
Il Sabah, non è però esclusivamente sinonimo di acque meravigliose. Cifra distintiva di quest’isola è la foresta pluviale più antica al mondo. E qui arriva il bello: anzi, qui abita il bello. È l’essere che ha il 96,4% di geni uguali all’Homo Sapiens Sapiens. Il suo nome scientifico è “Pongo Pygmaeus” anche se è meglio noto come orango. A Sandakan, nella costa nord orientale, ne esiste una vera colonia. Dal 1964 è stato infatti istituito il centro Sepilok, il parco più grande al mondo dedicato a questa specie in via d’estinzione.
Due gli appuntamenti per poter avvistare il nostro cugino primo: alle dieci di mattino o alle tre di pomeriggio. Lo spettacolo è emozionante, gli oranghi vengono avvicinati con l’esca del cibo. Avanzano fino al latte e agguantano le banane distribuite dagli addetti lungo una serie di piattaforme collocate all’interno del parco.
I turisti scattano curiosi cercando di siglare con un’istantanea uno spettacolo unico nel suo genere. Nessuna foto sarà però come vivere quest’emozione in prima persona nel cuore della jungla. Mentre il dentato Kinabalu dall’alto dei suoi quattromila metri sorriderà complice supervisionando, in qualità di testa del Borneo, il cerchio della vita dei nostri cugini primi.
Boxino:
Come arrivare:
Il Sabah è facilmente raggiungibile con Malaysia Airlines. L’ottima compagnia di bandiera malese che vanta riconoscimenti per uno dei migliori servizi offerti a bordo, facendo scalo a Kuala Lumpur vola, con più voli al giorno, dalla capitale malese su Kota Kinabalu o Sandakan. MAS vola da Roma tre volte alla settimana. Il tutto a bordo di confortevoli 777-747 per la tratta intercontinentale, e 737 per i voli interni. Ulteriori informazioni si possono reperire consultando il sito internet: www.malaysiaairlines.com
Dove Soggiornare:
Un soggiorno da mille e una notte sarà quello presso il Sutera Sanctuary Lodges: cinque stelle a piedi del KK. L’hotel vanta 456 stanze tutte dotate di balconi privati e finestre panoramiche per permettere un colpo d’occhio mozzafiato sul porto o sulle piscine. L’intrattenimento è uno dei fiori all’occhiello del resort che comprende campi da tennis coperti e non, un teatro, campi di squash, badminton e bowling. Last but not least, un campo da golf di 27 buche che ha fornito la cornice ideale per l’Amateur Open Championship del 2005: prestigiosa competizione golfistica che raccoglie le migliori giocatrici asiatiche.
Un soggiorno non sarebbe completo se non fosse dato spazio al benessere. Bellezza e relax sono le cifre che contraddistinguono la Mandara Spa dove sarà un piacere abbandonarsi ad un massaggio defatigante a quattro mani o ad una seduta di riflessologia plantare.