Il nostro giro per case maledette prosegue portandoci in Scozia, a poche miglia di distanza da Inverness (Il luogo rinomato per gli avvistamenti del mostro di Loch Ness) in una villa ad un solo piano immersa nel verde il cui nome è Boleskine House.
Per comprendere a fondo la storia dei personaggi ad essa legata, dobbiamo fare un salto all’indietro nella storia e parlare di un mago ebreo vissuto nel quindicesimo secolo, un tale Lamech, il quale scrisse un libro (The Sacred Magic of Abra-Melin the Mage.) raccogliendo la testimonianza di suo padre Abraham, allievo dell’occultista Abra-Melin. Il libro venne più tardi tradotto in francese antico e una copia di questo finì fra le mani di Samuel Liddel Mathers, il quale lo tradusse in inglese.
Mathers, cofondatore dell’ Ordine Ermetico dell’Alba d’oro, ne fu talmente affascinato che trasmise il suo entusiasmo all’amico Crowley;, dal momento che gli insegnamenti magici contenuti nel libro mettevano l’accento sull’importanza del luogo in cui essi dovevano esser messi in atto, Crowley decise di abbandonare il proprio appartamento in Chancery Lane a Londra e di cercare una casa che fosse adeguata allo scopo, deciso a sperimentare quanto appreso nel volume.
Fu così che nell’agosto 1899 l’uomo scovò ed acquistò Boleskine House; la scelse per via della sua posizione isolata e probabilmente anche per la leggenda secondo la quale la casa era stata costruita sui resti di una chiesa distrutta da un incendio, nel quale morirono tutti i fedeli presenti al suo interno. Inoltre, Boleskine House aveva altre peculiarità che coincidevano con quelle richieste dal libro: una porta rivolta a nord, che si aprisse su di una terrazza ricoperta di sabbia.
La presenza di Crowley seminò fra i locali molta inquietudine: strani rumori, urla e versi provenivano dalla casa e molto presto si diffuse la voce che in essa si svolgessero riti satanici spesso a sfondo sessuale e che Crowley avesse liberato dei demoni i quali si erano mescolati alla gente comune. Ogni morte o scomparsa misteriosa, ogni incidente o cattivo affare, venivano attribuiti ai malefici di Crowley e tutti ne erano terrorizzati, tanto da evitare sia di passare accanto alla casa, sia il suo proprietario.
Crowley fondò una specie di setta religiosa basata sulla magia, denominata Thelema, il cui motto è “Fai quello che vuoi, sarà tutta la Legge” ( “Do What Thou Wilt Shall Be the Whole of the Law” ); i suoi seguaci esistono ancora oggi e considerano Crowley il loro padre spirituale, mentre Boleskine house rappresenta per loro una sorta di Mecca.
Ad un certo punto, nel 1919, per motivi sconosciuti Crowley vendette la casa e questa andò in rovina fino agli anni ‘70, quando il leggendario chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page la acquistò proprio perchè affascinato dalla storia di Crowley (ha riportato anche il suo motto sul vinile del terzo album dei Led Zeppelin).
Non trascorse molto tempo che la maledizione di Boleskine House parve abbattersi sull’intera band: nel giro di pochi anni alcuni componenti dei Led Zeppelin o loro familiari persero la vita in tragici incidenti: nel 1976 muoiono Keith Harwod (socio del gruppo); la moglie dell’amministratore della tournè; Keith Relf, ex membro della band, fulminato da un corto circuito; ed infine il figlio di 5 anni di Robert Plant. Nel 1980 questa serie di macabri avvenimenti raggiunge il suo culmine con la morte di John Bonham, il batterista dei Led Zeppelin per eccesso di alcool, proprio a Boleskine House. Soltanto allora Page si decise a vendere la casa, la quale divenne prima Bed&Breakfast e poi residenza privata.