Donne, tecnologia e sostenibilità

Nella giornata dell’8 marzo non possiamo non parlare di donne. Ed in particolare parliamo delle Girl Geek.

Chi sono? Sono donne appassionate di tecnologia, Internet e nuovi media che uniscono le loro passioni in un fenomeno chiamato Girl Geek Dinners attivo dal 2005 e nato da un’idea della software engineer inglese Sarah Blow. Ogni anno in tutto il mondo organizzano incontri in diverse città per offrire occasioni di networking attraverso un contesto informale, nel quale si fondono momenti di convivialità e spazi dedicati al dibattito e alla formazione, grazie al contributo di relatrici ed ospiti esterne.

Uno dei prossimi incontri si terrà il 16 marzo 2012 nella città di Marotta di Fano (PU). Ad organizzarlo sono le GGD (Girl geek dinners) delle Marche attive sul territorio per creare occasioni di incontro del mondo femminile appassionato di Internet e nuovi media, ma anche per coinvolgere enti e imprese in una valorizzazione territoriale basata sulle nuove tecnologie e sull’organizzazione di eventi itineranti in tutta la regione.

La sensibilizzazione verso il web e gli strumenti digitali non sono gli unici obiettivi: la quinta GGD Marche, infatti, si occuperà di sostenibilità ambientale. “Geek&Green. Come usare la tecnologia per essere (più) sostenibili – La sostenibilità ambientale dall’offline all’online e ritorno”. L’argomento sostenibilità è certamente molto attuale e spesso ci chiediamo cosa è sostenibile e cosa non lo è ma soprattutto cosa significa sostenibilità. ”Quali sono gli strumenti a disposizione di una Girl Geek per migliorare il suo rapporto con l’ambiente, osservando realtà e pratiche che prendono forma sia online che offline?”.

Cerchiamo di capire meglio come le ragazze hanno organizzato l’iniziativa trasmettendo fin dai primi passi il loro contributo alla sostenibilità.

Partiamo dalla scelta del locale: hanno contattato il ristorante Terrae che si fonda su valori eticamente ed economicamente sostenibili promuovendo concetti come stagionalità, rispetto dell’ambiente e cultura biologica. Il secondo passo eco-sostenibile lo hanno compiuto riducendo al minimo il materiale cartaceo e le uniche stampe effettuate sono state realizzate utilizzando  l’ecofont per ridurre l’uso di inchiostro. Terzo passo riguarda la possibilità di raggiungere la meta della serata attraverso il carpooling per condividere il viaggio con altre persone, riducendo l’utilizzo delle auto e quindi le emissioni. In poche parole, fatevi dare un passaggio o date un passaggio a qualcuno.

La serata è dedicata certamente alle donne ma i maschietti non sono stati esclusi per cui anche loro possono iscriversi. Se non trovate posto non temete, lasciate comunque il vostro nominativo nella waitlist nel caso qualcuno rinunci e lasci un posto libero. Se siete donne e appassionate di tecnologia almeno una volta vale la pena partecipare ad una serata GGD. Se per questa volta non riuscirete a partecipare potrete seguire la serata attraverso i social network via GGD Marche Facebook o via GGD Marche Twitter  (e non dimenticate l’hashtag della serata #ggdmarche5).

GGD Marche

www.girlgeekdinnersmarche.com – [email protected]

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PASSANNANTE. Oltre la pazzia, la forza degli ideali.

Questa è la storia di Giovanni Passannante, cuoco lucano, anarchico e repubblicano, nato a Salvia di Lucania nel 1849. Questa è una storia vera. Di tempi lontani ma attuale nei contenuti. Ed ora è anche un film dal titolo “Passannante” per la regia di Sergio Colabona, nelle sale dal 24 giugno. Nel cast Fabio Troiano (Passannate), Alberto Gimignani, Luca Lionello, Roberto Citran e Ninni Bruschetta e con la partecipazione di Andrea Satta e Ulderico Pesce.

Nel 1878 Passannante attenta alla vita del re Umberto I di Savoia con un taglierino con queste parole “morte al re, via la Repubblica Universale, viva Orsini, viva la rivoluzione dei lavoratori, abbasso la miseria”. Condannato a morte, la sua pena viene commutata in ergastolo che trascorrerà in una torre di Portoferraio sull’Isola d’Elba.

Trascorre la sua detenzione, per oltre 10 anni, in una cella sotto il livello del mare, in condizioni disumane tra i suoi escrementi, in completo isolamento e incatenato. Ridotto alla pazzia, viene fatto uscire e rinchiuso in un manicomio criminale dove morirà di lì a poco.

Tre idealisti – il teatrante Ulderico Pesce, il cantante dei Têtes de Bois Andrea Satta e il giornalista dell’Espresso Alessandro De Feo – hanno rispolverato questo pezzo di nostra storia italiana, compiendo una vera e propria battaglia per rendere giustizia non solo ad un uomo che per affermare gli ideali in cui credeva ha subito torture ed è morto pazzo e cieco ma anche ad una verità storica molto attuale. Sembra strano ma anche chi ha commesso dei reati ha dei diritti. E questi non possono essere alienati dal nostro senso civico per il quale la tortura non è concepita. Una tortura che per Passannante non si è conclusa con la morte ma è andata avanti anche oltre la vita. Alla sua morte viene decapitato e il suo cranio studiato in virtù delle teorie lombrosiane secondo le quali esiste un legame tra comportamenti devianti e caratteristiche fisiche. Il cranio e il cervello di Passannante sono stati poi esposti fino al 2007 nel Museo Criminale di Roma e poi finalmente trasferiti nella terra natia per una degna sepoltura.

La battaglia di Ulderico Pesce continua. Il paese natale di Passannante cambia il suo nome da Salvia di Lucania a Savoia di Lucania quando, dopo l’attentato al re, il sindaco della città viene costretto a recarsi al cospetto del re per chiedere perdono, offrendosi di modificare il nome della città dedicandola ai Savoia. Ulderico Pesce sta ora tentando di ridare alla cittadina il suo antico nome Salvia di Lucania.

Il film Passannante, un esempio di film documentario che punta ad affrontare il tema su tre livelli (storico, teatrale e attuale) verrà proiettato soltanto in poche sale in tutta Italia con l’augurio che possa essere visto da molte più persone e che possa far tappa anche nelle scuole.

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Donne che si ribellano. Oltre diecimila in piazza a Milano

Sono oltre 10000 le donne che oggi 29 gennaio hanno deciso di scendere in piazza a Milano, dandosi appuntamento in P.zza della Scala con una sciarpa bianca in segno di lutto per le sorti del nostro paese. E altre ancora si stanno mobilitando per un’altra manifestazione che dovrebbe tenersi il 13 febbraio e che vedrà le donne scendere nuovamente in piazza con pentole e coperchi. E poi ci sono oltre 37000 firme di donne che hanno deciso di dire “ORA BASTA!” raccogliendo l’appello lanciato da Concita De Gregori su l’Unità.

Che cosa sta accadendo? Le donne fanno sentire la loro voce il cui eco risuona come un tam tam attraverso la rete con la costituzione di gruppi su Facebook e forse ancora timidamente nei quotidiani. Chi sono queste donne? Sono donne che si ribellano , donne che “DICONO NO!” e che in questa settimana attraverso Facebook hanno pubblicato sul proprio profilo l’immagine di una donna del passato ma anche del presente con su scritto “IO SONO…”. Sono donne che vogliono comunicare la loro “identità come donne capaci di affermarsi con caraggio ed intelletto, ma anche di rinnovare la memoria storica, ricordare che il diritto al voto, il diritto al lavoro, alle libertà individuali sono diritti conquistati, spesso a caro prezzo, da Donne! “.

Queste donne hanno un’immagine diversa da quella che è apparsa in questi giorni nei giornali, nelle riviste e in televisione. Ciò che apparso nei media è l’immagine di una donna legata al paradigma del “sesso e potere”. Donne giovani e belle, bianche e nere, con o senza laurea (come se la laurea fosse una garanzia di integrità morale, sociale, politica e imprenditoriale) coinvolte in indagini giudiziarie su prostituzione . Feste, “bella vita”, soldi, gioielli, spese varie ed eventuali, fino anche alla carriera politica, in cambio della più completa disponibilità del corpo della donna. Il sesso come merce di scambio e come arma di potere al servizio del potere in un circolo vizioso il cui unico potere è quello di rendere schiavi chi ne viene risucchiato. Questa è una delle immagini che la donna porta su di se in questi giorni in Italia. Ma chi sono le donne di oggi?O meglio chi vogliono essere?

Queste due diverse immagini sembrano ritrarre donne completamente diverse. Eppure, sono tutte donne. Ciò che forse le distingue non è tanto le diverse abitudini o scelte di vita ma la capacità o meno di indignarsi, di reagire e ribellarsi davanti ad un sistema strutturalmente e intrinsecamente strumentista nei confronti della donna e dell’essere umano. Le distingue anche la capacità o meno di vedere nel vortice del “sesso e potere” una schiavitù e non la libertà. Le distingue infine la capacità o meno di credere in se stesse e nei propri sogni per una VITA che sia degna di essere così chiamata.

Chi sono le donne di oggi? Chi vogliono essere?

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Grecia in bici in 140 giorni. Una sfida di Michael Giaconi

Nasce a Civitanova Marche “Grecia in bici” un’impresa che ha dell’incredibile: un viaggio di 4000 km in sella ad una citybike che unirà l’Italia e la Grecia in un lasso di tempo di non oltre 140 giorni. Verranno toccate  molte città dell’Adriatico, per poi navigare verso la Grecia, proseguendo lungo il Peloponneso fino ad arrivare all’ultima tappa, la città di Delphi.

L’ideatore di questa sfida si chiama Michael Giulio Giaconi , 36 anni, di mestiere fa il fornaio e per passione tira alla boxe, legge Jung e ama viaggiare alla scoperta del mondo e della libertà. Non è nuovo a questo genere di imprese. In passato ha trascorso una settimana nel deserto messicano, fuori da ogni contatto con il resto del mondo. Dai suoi racconti emerge un’esperienza unica che ha indubbiamente toccato Michael nel più profondo.

Ma come nasce la sfida “Grecia in bici”? Michael racconta che l’idea nasce circa 1 anno fa in un campeggio dopo l’incontro con un 65enne tedesco in pensione che era partito da Wurzburg, vicino Francoforte, in bicicletta diretto ad Agrigento. Michael ricorda  “quest’uomo con gli occhi pieni di vita, a guardarlo sembrava avesse 50anni” a cui è rimasta impressa la sua voglia di conoscere. E così si comprende cosa spinge Michael verso questa nuova impresa “dalla ricerca del proprio istinto, che conduce alla conoscenza della sopravvivenza, alla sete di sapere la storia, la vita socio/politica e le teorie di pensiero, le abitudini alimentari dei popoli e le religioni.” Si perchè Michael ci dice che “attorno ad un fuoco siamo tutti zingari“.

Michael partirà in sella ad una citybike fornita e  attrezzata con un rimorchio ad una ruota con attacco al mozzo alla ruota posteriore della bici da Ezio Pavanelli, il suo sponsor tecnico. La bici sarà inoltre provvista di borse all’interno delle quali metterà tutto l’occorrente per il suo viaggio: una tenda, un sacco a pelo, degli indumenti, qualche scatoletta per il suo sostentamento e … un diario sul quale potrà imprimere le immagini di questo meraviglioso e temerario viaggio. Dai luoghi alle persone che incontrerà fino anche alle sue emozioni. Chissà che non ne possa venir fuori un libro?!!

Molti hanno creduto in lui e lo hanno aiutato nella realizzazione di questa impresa: tra questi il Comune di Civitanova Marche e l’agenzia viaggi Fronte Mare, oltrechè ovviamente Ezio Pavanelli e la sua lunga esperienza attorno alla bicicletta. La partenza è prevista per il giorno 23 gennaio 2011 alle ore 10:30 nella piazza centrale di Civitanova dove si raccoglieranno amici, parenti e tutti coloro che vorranno salutare Michael.

Michael ha promesso di aggiornare le tappe del suo viaggio attraverso il blog “Grecia in bici” ma soprattutto sulla pagina Facebook Grecia in bici creata proprio per raccontare in diretta questa bella avventura e stare sempre in contatto con chi vorrà sostenerlo lungo il percorso e augurargli “buon viaggio…ti aspettiamo!!!

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“A Journey into Christmas” – Vox Aurea choir

“A Journey into Christmas” is the title of a special cd produced by Vox Aurea (the Golden Voice), a choir of young boys and girls from special classes of music in the city of Jyväskylä in Finland and Sanna Salminen, director of the choir. The album features traditional music and ancient cultures, among the original languages, Finnish and English. A real journey into the Christmas tradition of Finnish, French, German, going to South Africa, Congo and last but not least Italy.

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“A Journey into Christmas”

A Journey into Christmas” è il titolo di uno speciale cd realizzato da Vox Aurea (the Golden Voice), un coro di giovani ragazzi e ragazze delle classi speciali di musica della città di Jyväskylä in Finlandia e da Sanna Salminen, direttore del coro. L’album contiene musiche tradizionali e antiche di varie culture, che si alternano tra lingua originale, lingua finlandese e lingua inglese. Un vero e proprio viaggio nel Natale della tradizione finlandese, francese, tedesca, passando per il Sud Africa, il Congo e non ultima l’Italia.

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“Ancona sotto la neve”: un album partecipato e Facebook

La morsa del freddo e della neve continua ad imperversare nella regione Marche. Scuole chiuse, disagi sulle strade e l’attesa di una nuova nevicata. Il capoluogo marchigiano si è svegliato questa mattina in un silenzio ovattato dalla neve scesa durante la notte e nei giorni scorsi. Un risveglio lento in un paesaggio etereo da cartolina.

Si sa, la neve porta sempre dei disagi, soprattutto in una città di mare come Ancona, non propriamente abituata ad abbondanti nevicate.  La neve però non è riuscita a fermare gli anconentani frequentatori della rete internet ed in particolare di Facebook.

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Sex on the road: la prostituzione a Milano

Milano, la grande Milano, crocevia di culture ed etnie, città delle tante opportunità (anche se la crisi ha colpito pure lei), in particolar modo per chi il proprio mestiere lo svolge in strada. Non parlo dei poliziotti o dei netturbini e nemmeno dei tassisti. Parlo di prostituzione. Milano è una babilonia di donne, uomini e trans che lungo le strade offrono sesso. Esagerata? Fatevi un giro a Milano di giorno, di notte e vi si aprirà un mondo. Stupore? Non più di tanto, infondo la prostituzione è ovunque. Milano però offre una visuale a 360°. A qualunque ora della giornata. In città e fuori città. Lungo viali frequentatissimi. Nei parchi. Ma anche in pieno centro.

L’ultima novità riguarda il jogging-love . Il termine utilizzato fa molto pubblicità progresso del tipo “il jogging fa bene all’amore“. Non si tratta di questo. E se lo chiamassimo Jogging-sex? O semplicemente sex on the road. Renderebbe meglio l’idea? Michele Focarete nel suo articolo fa riferimento ad una nuova zona battuta dalla prostituzione: la collinetta di San Siro. Pensate che questa montagnetta, Monte Stella, ha una storia di guerra dietro le spalle. E’ una collina artificiale ottenuta dalle macerie e dai detriti della guerra che colpì Milano. Oggi invece, su questa montagnetta troviamo rumene che “con 30 euro fai tutto e nessuno va via scontento”. Queste le parole di una di loro tratte dall’articolo del Corriere. Le donne milanesi oggi avranno qualche pensiero in più, quando il proprio uomo dirà loro “vado al parco a fare jogging“.

Leggendo attentamente l’articolo, emerge che queste donne non sono costrette a prostituirsi. Lo fanno volontariamente e nessuno le sfrutta.  Di primo acchito sono rimasta un po’ perlpessa. Non tanto per la volontà di prostituirsi, quanto per l’apparente inesistenza di qualcuno dietro che ne guida le fila. La notizia risulta ancora più anomala pensando che il viale Sarca possa valere 100 mila euro, secondo “il catasto della prostituzione“. E la collinetta di San Siro quanto potrebbe valere? Da alcune dichiarazioni del capo della squadra mobile di Milano, sembra invece che “sempre più spesso le donne si riuniscono in cooperative e si organizzano da sole”. Indubbiamente è chiaro che genere di business gira attorno al mercato del “sex on the road“.

La prostituzione infatti copre diverse aree di Milano e periferia. Non voglio certo farvi la mappa, anche perchè chi vive a Milano conosce bene e soffre il problema. Di oggi la notizia di una lettera (una delle tante) di cittadini milanesi che denunciano “una situzione tornata intollerabile”. Chi non vive a Milano ma ci si reca per lavoro o per piacere (come me) rimarrà basito circa la portata e le modalità del fenomeno. In una delle mie visite nella metropoli, mi son trovata a percorre la provinciale verso Cusago di sabato alle 12:30. Non mezzanotte, 12:30 ora di pranzo. I miei occhi hanno visto in pieno giorno una strada periferica piena di ragazze sul ciglio della strada in abiti succinti. Non credo fossero lì per una sfilata. Decisamente no. Una a distanza dall’altra di 300 metri. Se ne ho riconosciuta qualcuna? No, mi spiace. Erano tutte di spalle, o meglio di posteriore bene in vista. Provenendo invece da Monza in direzione Milano, attraversando Sesto San Giovanni, non passeranno inosservate le zone di viale Fulvio Testi, viale Sarca, il Parco Nord e Milano Bicocca. Tra lucciole, trans e prostituzione maschile, la strada si fa ben trafficata e non possiamo certo dire “non c’è un’anima in giro”. Pensate che in quelle zone ci sono multisala, ristoranti e persino un hotel di charme, Villa Torretta, dimora storica restaurata con affreschi del 600. I servizi di certo non mancano. E nemmeno la prostituzione.

Milano, come molte città di tutto il mondo, convive con un fenomeno antico, la prostituzione, e difficilmente anientabile. Nel tempo si sono susseguite leggi di ogni genere ma nulla è servito per estirpare il problema. Perchè non si può.  Cambia, si sposta, assume nuove vesti, a volte perverse e inimmaginabili. Coinvolge donne, uomini e persino bambini (purtroppo). Sulla strada come nella rete. Genera business, un incredibile business. Si può combattere e si può intervenire solo quando ci troviamo difronte all’evidenza dello sfruttamento, in particolare minorile ma non solo. Ovvero quando il reato, già commesso, sfocia nel penale e non in semplici sanzioni amministrative.

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PESCEMANGIACANE: Paolo Roversi a Senigallia

Paolo Roversi ha presentato il suo ultimo libro PESCEMANGIACANE in una bella serata outdoor nella libreria IoBook di Senigallia (9 settembre 2010). Non è sempre facile presentare un libro e tanto meno tenere alta l’attenzione ma Paolo Roversi, non solo abile scrittore, ma anche ironico e a volte pungente oratore, è stato brillantemente capace di trascinare il lettore e l’uditore nel libro e negli aneddoti che si celano dietro il suo romanzo.

Non leggerete il sunto del libro che potete trovare ovunque cercando in rete “PESCEMANGIACANE”,  ma vi racconterò alcune curiosità che stanno attorno a questo libro, citate dallo stesso Roversi durante la presentazione.
“PESCEMANGIACANE” è un noir di ecomafia della collana VerdeNero di Edizioni Ambiente, che come molti della stessa collana, prende spunto da fatti di cronaca su danni ambientali nel nostro paese Italia. Ricordate i 10 milioni di oli combustibili versati nel fiume Lambro, arrivati poi ad invadere il Po? Pochi mesi sono passati, parliamo di febbraio 2010. Attorno al grande fiume malato Po definito “cocaine river”, “un fiume depredato e sfruttato, dai furti sistematici di sabbia alle discarche abusive nelle golene, dai rifiuti tossici alle secche che danneggiano le colture, fino alle piene, ogni anno più terrificanti e disastrose”, si ambienta il noir di Paolo Roversi come un “atto d’amore” verso quel fiume che l’ha visto nascere e crescere.

Prima ancora di immergermi nella lettura del libro, sono stata catturata dal titolo “PESCEMANGIACANE”. Vi lascio immaginare quale orrenda associazione di idee genera il titolo ma proprio per questo incuriosisce. Il titolo porta con se tre significati, ha spiegato Paolo Roversi. Il primo si riconduce all’ironico espediente di fare il verso ad un romanzo di Edward Bunker “Cane mangia cane”. Il secondo significato ci riporta al pesce siluro, un pesce di grande dimensione presente nel libro e introdotto nel fiume Po, che secondo la leggenda mangia i cani quando questi si trovano nei suoi dintorni. Trattasi di leggenda naturalmente. E il terzo…lo scoprirete leggendo il libro naturalmente.

La presentazione tenutasi a Senigallia fa parte del tour estivo di presentazione del libro “PESCEMANGIACANE” che ha visto Paolo Roversi trascorrere le sue ferie girando tra la Bassa e l’Adriatico. Indubbiamente un tour simbolico che ripercorre il viaggio della marea nera che dal Lambro e dalla Bassa Padana è arrivato sino all’Adriatico.

Già vincitore del Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007, definito dalla critica lo Scerbanenco postmoderno, oltrechè ideatore della Milano In Bionda Giallo e Noir Festival e direttore della Milano Nera WebPress, Paolo Roversi è autore di numerosi romanzi tra cui una recente rivisitazione della biografia su Charles Bukowski a cui Roversi è molto affezionato, “Charles Bukowski. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere.” .
Sentiremo ancora parlare di Paolo Roversi, uno scrittore dalla mano sapiente, imprevedibile e schietta, magistralmente capace di inoltrarsi nei meandri della storia palpando ogni singolo personaggio in modo complice, portando il lettore a confrontarsi con esso, con le sue paure, le sue pulsioni e i suoi limiti.

Prima di leggere “PESCEMANGIACANE” godetevi il booktrailer e poi buona lettura

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Dal film "The Social Network" la cover di Creep dei Radiohead


In questi giorni sta imperversando nella rete il trailer del preannunciato film “The Social Network” di David Fincher. Il film racconta la storia di Mark Zuckerberg e delle vicissitudini relative alla creazione di Facebook.
Il film, la cui uscita nelle sale italiane è prevista per Novembre, ha destato subito molta curiosità, in particolar modo per lo slogan presente sulla locandina. “You don’t get to 500 million friends without making a few enemies”. Il messaggio è decisamente provocatorio e sarà interessante scoprire il taglio che la produzione ha deciso di dare al film, che ricordiamo essere ispirato al libro “The Accidental Billioners” di Ben Mezrich.

La mia attenzione si è soffermata invece sulla musica del trailer che, a mio avviso, rende il tutto molto suggestivo.
La musica che accompagna il trailer è una cover della canzone “Creep” dei Radiohead.

http://www.youtube.com/watch?v=hVyw3Uu5MoQ&feature=player_embedded

Ad aver realizzato la cover è un coro belga che si chiama Scala & Kolacny Brothers ed è nato il 2 aprile del 1996 con sole 18 ragazze. A oggi il gruppo conta oltre 200 giovani donne di età compresa tra i 16 e i 26 anni. Hanno dato vita ad altre covers tra cui “With or without you” degli U2 e “Clandestino” di Manu Chau.
Vi ripropongo il video del trailer “The Social Network” con la musica “Creep” cantata questa volta dallo “Scala Choir”.

Devo confidarvi che ho una certa preferenza per quest’ultima versione. Sarò forse influenzata dal video? Chi lo sa? In ogni caso, ormai da due giorni questo motivo risuona nella mia casa ripetutamente.

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