Sono oltre 10000 le donne che oggi 29 gennaio hanno deciso di scendere in piazza a Milano, dandosi appuntamento in P.zza della Scala con una sciarpa bianca in segno di lutto per le sorti del nostro paese. E altre ancora si stanno mobilitando per un’altra manifestazione che dovrebbe tenersi il 13 febbraio e che vedrà le donne scendere nuovamente in piazza con pentole e coperchi. E poi ci sono oltre 37000 firme di donne che hanno deciso di dire “ORA BASTA!” raccogliendo l’appello lanciato da Concita De Gregori su l’Unità.
Che cosa sta accadendo? Le donne fanno sentire la loro voce il cui eco risuona come un tam tam attraverso la rete con la costituzione di gruppi su Facebook e forse ancora timidamente nei quotidiani. Chi sono queste donne? Sono donne che si ribellano , donne che “DICONO NO!” e che in questa settimana attraverso Facebook hanno pubblicato sul proprio profilo l’immagine di una donna del passato ma anche del presente con su scritto “IO SONO…”. Sono donne che vogliono comunicare la loro “identità come donne capaci di affermarsi con caraggio ed intelletto, ma anche di rinnovare la memoria storica, ricordare che il diritto al voto, il diritto al lavoro, alle libertà individuali sono diritti conquistati, spesso a caro prezzo, da Donne! “.
Queste donne hanno un’immagine diversa da quella che è apparsa in questi giorni nei giornali, nelle riviste e in televisione. Ciò che apparso nei media è l’immagine di una donna legata al paradigma del “sesso e potere”. Donne giovani e belle, bianche e nere, con o senza laurea (come se la laurea fosse una garanzia di integrità morale, sociale, politica e imprenditoriale) coinvolte in indagini giudiziarie su prostituzione . Feste, “bella vita”, soldi, gioielli, spese varie ed eventuali, fino anche alla carriera politica, in cambio della più completa disponibilità del corpo della donna. Il sesso come merce di scambio e come arma di potere al servizio del potere in un circolo vizioso il cui unico potere è quello di rendere schiavi chi ne viene risucchiato. Questa è una delle immagini che la donna porta su di se in questi giorni in Italia. Ma chi sono le donne di oggi?O meglio chi vogliono essere?
Queste due diverse immagini sembrano ritrarre donne completamente diverse. Eppure, sono tutte donne. Ciò che forse le distingue non è tanto le diverse abitudini o scelte di vita ma la capacità o meno di indignarsi, di reagire e ribellarsi davanti ad un sistema strutturalmente e intrinsecamente strumentista nei confronti della donna e dell’essere umano. Le distingue anche la capacità o meno di vedere nel vortice del “sesso e potere” una schiavitù e non la libertà. Le distingue infine la capacità o meno di credere in se stesse e nei propri sogni per una VITA che sia degna di essere così chiamata.
Chi sono le donne di oggi? Chi vogliono essere?
Ci siamo anche noi http://www.facebook.com/home.php?sk=group_185488454816860&ap=1 Abbiamo scritto una lettera aperta e creato un gruppo su facebook “Donne che si fanno sentire” VOCE ALLE GIOVANI DONNE
La protesta e la proposta! 60 le prime firmatarie e ora oltre 340!
Qui sotto incollo il nostro comunicato stampa!
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
In virtù di questo, dopo aver ascoltato e letto pareri politici ed istituzionali, un gruppo di ragazze, 60 in pochi giorni, hanno deciso di portare fuori dalle loro case, dai loro blog e dal loro profilo facebook, il malcontento che segue i fatti delle ultime settimane con una lettera aperta.
I destinatari saranno i mezzi di comunicazione, il premier e i politici.
Si è creata una vera e propria rete di solidarietà il cui primo obiettivo è quello di volersi opporre energicamente a quel modello di donna proposto dal Premier (e non solo) sfatando il cliché della donna come oggetto di mercificazione, spostando l’asse delle considerazioni sul patrimonio umano e intellettuale che le donne possono mettere in campo a favore del nostro Paese.
Si comincia con una riflessione sul concetto di aiuto e beneficenza, fino ad arrivare ad una denuncia e ad uno sfogo sul clima che si respira ormai da troppo tempo. La politica della spettacolarizzazione fatta di gossip e figure seduttive non è quello che vorrebbero le rappresentasse nel mondo.
Non solo polemica però, l’obiettivo è quello di arrivare a proposte concrete. Il desiderio è quello di farsi sentire, di uscire fuori e di aprire un dibattito costruttivo che possa essere d’aiuto a tutti.
Queste giovani donne dimostrano di essere tutt’altro che esempio di “inattitudine all’umiltà”: dimostrano di essere forti e tenaci.
Basta con le interviste in tv di ipotetiche escort, date voce al dissenso e raccontate il disagio di chi vive l’Italia per tutti.