I segreti del Professionista per l’estate 2017. Il caso o la premeditazione? Non lo so, quando scrivo i romanzi brevi (si fa per dire sono sempre 120 pagine di storie che a volte si collegano l’una all’altra fino a formare delle vicende piuttosto lunghe) ho più o meno in testa il romanzo cui verranno abbinate nella ristampa. Cerco di evitare una contiguità dei luoghi e tengo sempre a mente che si svolgono diversi anni fa. In questo caso nel 2003. Per il Professionista Story 17, che si accompagna a una lunga estate di romanzi e racconti che verranno pubblicati sulle pagine di Segretissimo e collane collegate ( posso solo anticiparvi il nuovo ‘Guerra di spie’ in uscita a luglio nella collana regolare, ben 260 pagine di spionaggio tradizionale ma anche d’azione a seguito di ‘Sette pistole’ che si è rivelato uno degli episodi più fortunati dell’ultimo anno e il racconto ‘Sangue nel ghiaccio’ nello special Legion 3 e sì…. in agosto ‘Kill Skorpia’ nella collana regolare), è capitato che il nostro si scontri con due dei suoi avversari storici. Uno è il Marsigliese in ‘La vendetta del Marsigliese’ di cui parleremo tra poco. L’altro è Lucifer, killer appartenente alla setta dei Lupi Mannari che abbiamo conosciuto l’anno scorso in ‘Raid a Panama’ e seguito successivamente in ‘Tramonto d’Oppio’ nelle giungle birmane dove Herr Oberst aveva costruito il suo impero del terrore coltivando oppio. Un’avventura in cui Chance ha conosciuto la bella Amanda Farris che, chi mi segue in altre scorribande narrative, ricorda sicuramente nella serie Dream Force. Alla fine di questa vicenda Lucifer sembrava morire al termine di un duello alla pistola proprio in Birmania. Ma i nemici degli eroi muoiono davvero? Fa parte della convenzione narrativa e letteraria che i grandi avversari lascino dietro di sé un ‘ombra di dubbio. E così arriviamo a ‘Master spy’ Ed è proprio questa ombra che perseguita Chance indirizzandolo a Tangeri e a Ceuta sulle tracce di una possibile sopravvivenza del suo avversario. Un incipit esotico, bondiamo, ammettiamolo, per il Prof che si trova tra belle donne, squali e lottatori a dare la caccia a un fantasma tra le fatiscenti case del quartiere di Socco Chico sino a una clinica dove parrebbe che Lucifer si sia rifatto il viso e si sia ripreso dalle terribili ferite dell’ultimo scontro. Parrebbe sì, ma non ci sono prove se non una scia di morte. E questa pista lo porta in una remota località del mar nero, in una regione un tempo ricca dove il tempo sembra essersi fermato. E qui una sorpresa, uno di quei guizzi che vengono solo a chi frequenta la narrativa popolare in tutte le sue forme e sa prendere suggestioni in ogni dove e trasformarle in un universo suo. Al di là del mistero sulla sorte di Lucifer e il suo ritorno, Chance si trova invischiato in una storia particolare. Una vicenda che ha un debito con un film che vidi da bambino e che mi affascinò per il ritmo e i colpi di scena. Non vi dirò qual è. Magari qualcuno l’ha visto e troverà un fil rouge con una vicenda che poi si svolge in modo del tutto diversa in un ambiente, quello della riviera romena, con i cabaret di burlesque, le basi russe smantellate e le terme in mezzo al parco che nulla hanno in comune con l’idea ispiratrice. Qualcosa forse è rimasto, mi auguro un paio di idee interessanti che ho fatto mie, immergendole in una vicenda originale che mi sono divertito moltissimo a scrivere. E questo, come sapete, è già una garanzia per il lettore. Poi naturalmente viene la vendetta del Marsigliese, il primo grande nemico del Professionista, che non vedevamo da Il grande colpo del Marsigliese ma che resta nella mente mia e di moltissimi fan, un nemico insostituibile. Era scomparso da un po’e sembrava collaborare con ‘ i buoni’, ma… La vicenda fu scritta in un momento in cui per una serie di varie ragioni temevo di non poter più proseguire le storie del Prof. Il titolo originale che avevo pensato era Exit Wounds, ‘ferite d’uscita’ e, in qualche modo chiudeva certi fili della serie. Poi il destino ha voluto diversamente e me ne compiaccio, ma questa storia ad alto tasso spettacolare ed emotivamente coinvolgente, resta tra le mie preferite. C’era un po’ la summa delle avventure del Prof. Il tono spettacolare e un po’ jamesbondesco, ma anche un riferimento molto chiaro alla situazione di quegli anni e in particolare ai tentativi di allargare la Guerra al terrore ad altri nemici dell’America con scuse più o meno verosimili. Però c’era anche il ricordo di un mio recentissimo viaggio in Repubblica ceca che vi accompagnerà nei luoghi più suggestivi e peccaminosi di Praga. Insieme c’era anche un’idea avveniristica che non spiacerà a chi si diletta di invenzioni impossibili. E poi…naturalmente per il gran finale venivano raccolti molti personaggi che nella serie restavano dei capisaldi più qualche ospite d’onore come Russell Kane lo Sniper di Altieri che a sua volta mi ricambiò il favore in tempi recenti, mettendo in scena il Prof in un teatro di guerra nelle Filippine in cui entrambi addestravano le truppe antiterrorismo. In questo caso Kane arriva accompagnato da Ivelda, un personaggio comparso in Operazione Salamandra, fisicamente ispirato a Michaelle Yeoh. Una killer filippina di poche parole ma con la pistola estremamente facile. Su tutto ciò una trama intricata e ,mi auguro avvincente, di tradimenti e doppi giochi. Alcuni dei quali non sempre prevedibili. Buona lettura e buona estate. È solo l’inizio….
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Anche per me si chiude il cerchio, pur iniziando un nuovo giro di giostra, La vendetta del Marsigliese è il mio primo Prof letto, attirato dalla copertina del segretissimo, che ho naturalmente in collezione, e che schierava lo Sniper, del cui autore era lettore da tempo.
Non sapevo nemmeno però che Sthepen Gunn altro non era che Stefano Di Marino, che avevo iniziato a leggere con Il Cavliere del Vento, romanzo da me ancora adesso molto amato.
Con piacere vedo che il personaggio è sempre più gagliardo, sempre in tiro di fronte alla bellezza di turno, che con galanteria, si porta comunque sempre a letto.
Mi piace il Paul Gulacy sullo sfondo ( per chi non legga comics dico si tratta di cartoonist reso famoso dal serial Shang Chi poi cimentatosi con Batman e 007 ) e mi chiedo se le cover di Segretissimo non sarebbero + seducenti per un pubblico + ampio di quelle fotografiche. Non dico acchiappare PG – che immagino costosino – ma disegnatori nostrani che abbiano talento e desiderio di provare qualcosa di nuovo. Copertine di gusto pop che in una immagine trasmettano l’atmosfera della storia. Chissà.