Arriva in un giugno piovoso e quasi tropicale, il Profstory numero 13 che è sicuramente un traguardo per una collana nata in un momento non troppo favorevole all’editoria tutta. Ma queste sono riflessioni che abbiamo già fatto in altre occasioni. Parliamo dei Romanzi. Fuoco sulla pelle fu pubblicato all’inizio del 2001. Ero reduce da alcuni viaggi che mi avevano ispirato quanto un fatto di cronaca avvenuto durante quell’estate. Una di quelle vicende che colpiscono l’immaginazione di chi scrive spy story. Il sottomarino Kursk russo si era inabissato nel Mare di Barents, aprendo una serie di perplessità su eventuali fughe di materiale radioattivo e le consuete dispute sul recupero legate all’assoluto divieto dei russi di accettare ingerenze occidentali. Lo mescolai così con una vicenda che in parte riproponeva tematiche della Guerra Fredda, facendo ricorso a uno dei miei primi viaggi a Praga, fotografata d’inverno, a metà tra l’era nuova (dopotutto erano trascorsi dieci anni dalla caduta del Muro) e quella vecchia. La Città d’oro. Ma prima ci voleva un inizio spettacolare. Venezia, sempre d’inverno, con un ballo in maschera e il ritorno di un personaggio che avevamo visto in Leredità Cargese, quell’Elena Marconero che, trafficante d’armi, aveva la sua base a Cortina. Rileggendolo tutta la sequenza iniziale che finisce con un combattimento di MMA su una teleferica ancora mi piace, quanto le peripezie fuori e dentro i confini della Repubblica Ceca. Per la cronaca e quelli che amano riconoscerei personaggi nel cast delle mie storie, la micidiale sniper nemica era Carmen Electra, allora coniglietta di Playboy e protagonista di alcune piccole parti cinematografiche. Claudia Koll era Elena Marconero mentre Ekaterina riproduceva la figura di una signorina che lavorava in un club di Praga che conobbi ai tempi. Poi l’azione si spostava nell’India del Sud che avevo appena visitato, in particolare a Mumbay che allora chiamavano ancora Bombay con qualche riferimento al cinema di Bollywood così colorato e affascinante. A voi riconoscere il celebre attore inglese che presta il viso al personaggio del produttore… non è così difficile. L’inedito invece richiedeva una scossa per il pubblico. Da qui l’introduzione di un diabolico killer agli ordini dei Lupi Mannari con un piano complesso e micidiale. L’ammiraglio Paals ci lascia, come alcuni comprimari hanno già fatto, e Chance viene accusato nientemeno del suo omicidio. L’indagine ci porta nel nord Europa, da Amsterdam alla Normandia ma, infine si sposta a Panama, abbacinante nei suoi colori, in una giungla che ricorda quella di Fitzcarraldo e alcune figure che spero piaceranno al lettore. La vedova Villalobos è, senza troppo mascherarlo Monica Bellucci come la vediamo in Spectre e poi c’è il Santo che nulla ha a che fare con il personaggio di Roger Moore, ma richiama una leggenda della Lucha Libre mesoamericana, eroe di film e fumetti del gusto popolare di quelle regioni. Un ottimo avversario per il Professionista. Ma questo è solo un inizio di estate in cui ritroveremo il Prof in un romanzo inedito a luglio e in una miniserie a puntate(Lunghe) che ci accompagnerà per l’autunno.
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Il Prof story è un “classico” ormai, lo aspetto sempre con piacere, vuoi perché mi ritrovo a leggere con piacere la “vecchia” storia, scoprendo nuovi angoli di città, aspetti dei personaggi, e provando a sfidare la mia memoria, vuoi perché la nuova storia è sempre emozionante scoprirla, pagina per pagina, azione dopo azione.
Grande Prof.
grazie ancora Andrea, per la simpatia e la fedeltà al personaggio. questa estate ci aspettano grandi avventure