Nel 1982 ero giovane… il fumetto non stava attraversando un buon momento. Non almeno rispetto agli anni d’oro della mia infanzia che ricordo affollati di magnifiche avventure, di albi comici, di giornaletti di ogni foggia e contenuto. C’erano sì le riviste, ma stentavano a proporre cose veramente appassionanti, Ken Parker, che ai tempi era considerato un cult, stava esaurendo la sua spinta creativa e, diciamo la verità, la produzione nostrana era ancora molto legata al western che funzionava con Tex ma stentava quando si trattava di proporre altri personaggi. Forse, per quanto amato, il vecchio West necessitava di un ricambio. Nuovi argomenti, nuovi eroi. Fu così che una mattina in edicola scoprii Martin Mystère. Un fumetto che pareva occhieggiare un po’ a Indiana Jones un po’ a James Bond, ma che aveva radici molto più profonde. Era opera prima di tutto di Alfredo Castelli che, nella storia del fumetto italiano, non è solo un nome. Di iniziative e personaggi Alfredo, lettore onnivoro conoscitore di cinema, di romanzi, di cose curiose, insomma l’epitome del creatore pulp come lo intendo io, ne aveva fatte molte. Martin Mystère credo sia quella che ha maggiormente centrato il bersaglio. Anche se riproponeva il binomio bonelliano ‘Eroe ardito e spalla comica’ c’era sempre una novità. Non solo perché le sue erano storie contemporanee ma anche perché contenevano un apparato divulgativo impressionante. Per me che cominciavo a cimentarmi con la scrittura erano un fonte di informazioni di facile consultazione, esposte con abilità cognizione di causa davvero memorabili. E poi nacquero gli special, gli almanacchi, i martinmysteroni persino quei ‘librini’ di cui conservo tutta la collezione e di cui, non mi vergogno a rivelarlo, spesso faccio uso quando ho necessità di informazioni rapide senza dovermi scapicollare ore e ore di letture e volumi interminabili. Con Alfredo abbiamo spesso lavorato assieme negli anni ’90. Un paio di volumi da me curati negli Oscar fumetti, una sceneggiatura per un Almanacco, poi qualche articolo e altri lavori. Molte chiacchierate, scambi di opinioni, risate. Che poi è quello che importa. E oggi sono qui a festeggiare i trenta anni del Buon Vecchio Zio Martin. In edicola , certamente.
Ma anche a Borderfiction, con Andrea Carlo Cappi e tanti amici vecchie nuovi all’Hotel Admiral di via Domodossola 16 a Milano. Quando? alle 21,30. Come sempre. Solo a Borderfiction…quelli veri…
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Il BVZM mi ha accompagnato per tantissimi anni. Mi ricordo il sopracciglio alzato quando l’edicolante sotto casa mi vide comprare il mio primo albo: era il 1987 e avevo 7 anni. Mi vien da ridere pensando a come conobbi questo fumetto: rubai la sua copia al salumiere di mia nonna. Ovviamente mi aveva visto e si era messo anche a ridere.
Che bello il periodo italiano in via dell’Anguillara… era il civico n°2 o sbaglio?
Confesso che col tempo mi ha molto intristito la piega presa: poco mistero, poca azione, molte sbrodolate quasi new-age. Ma resta sempre un mito personale assieme a Tex e DYD.
sì anche io son ostato un fedelissimo nelle prime stagioni almeno per dieci anni poi prendevo gli speciali..questo numero mi pare interessante. chissà che non riprenda a leggerlo regolarmente?
Stavo pensando la stessa cosa: lo compro nella pausa, sperando che si torni ai fasti di un tempo. Con Nathan Never è successo: dopo un periodo nerissimo, siamo tornati su livelli SPLENDIDI.
sia di buon augurio allora ed è una vittoria dei narratori di genere italiani..a fumetti e sulla pagina..vedo che condividiamo parecchi gusti…
..anche in termini di pugilatrici, vedo in altro post su altra piattaforma
Il primo numero mi arrivò a casa mentre ero a letto influenzato e con la febbre alta, era il 1982, letto d’un fiato mi piacque subito molto, e cominciai a comprearlo regolarmente. Mi ricordo moltissime belle storie, con la nemesi Orloff e le differenze tra le due pistole, una uccide e l’altra no… alla fine vendetti la collezione (mi sembra fossetro i primi 200 numeri) al fratello di un mio amico alla fine degli anni 80… purtoppo la storia della casa piccola per la collezione che cresce faceva e sta facendo vittime illustri per me…
eh io ho lasciato la collezione a casa dei miei…
io dovrò fare qualcosa del genere ma con altre cose, ho avuto un aut-aut— questa notte all’una!
riesco ancora a tenere con me la raccolta dei librini che erano veramente fantastici