ONRYO- horror chiama Urania

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La prima volta che ho incontrato il cinema horror giapponese è stato nel 99 durante una giornata horror al Far East Film festival di Udine. In quell’occasione credo di aver visto in un solo giorno i primi due Ringu e Hipnosys, un fantastico film con uno spirito che induceva la gente al suicidio. Recuperati in seguito i film editi in occidente dalla tartan Video prima che scoppiasse nel 2002 la moda dell’horror giapponese con il remake Ring di Gore Vebrinski. Da subito sono diventato un patito del genere. Ho recuperato i romanzi di Suzuki che, almeno nei prime due capitoli (prima che la saga prenda una svolta fantascientifica che a mio parere le ha tolto ogni interesse) e, visto che in quel periodo lavoravo come editor per thriller,avventura e similia per Longanesi, provai a convincere la direzione a pubblicare almeno il primo dei romanzi. Non ne sentii parlare per un po’ , sino a quando scoprii che il progetto era passato alla consorella Nord anche se la editor non era molto convinta ma, dopo il successo del film americano… insomma una delel tante vicissitudini del meraviglioso mondo dell’editoria italiana in cui lo sforzo del singolo soccombe di fronte alla macchina del marketing.
Ho continuato a seguire l’horror giapponese(e coreano che ha sviluppato tematiche sue interessantissime ,basta solo pensare ad Hansel & Gretel o quello di Hong Kong con The House) anche se, dopo anni di ripetizioni di bambine con la faccia bianca e il capello nero non se ne poteva sinceramente più. Di fatto la cultura esoterica giapponese resta affascinante. Mi ero ispirato a un episodio di Miike per Master of Horror quando Danilo mi chiese un racconto per Bad Prisma. Quando nacque questa antologia(credo nel 2009) non c’era ancora il titolo Onryo, anzi si parlava proprio di Ring, o comunque si chiedeva a scrittori italiani di misurarsi nell’horror con altrettanti autori nipponici. Il risultato è questo volume che forse era concepito per un’altra collana e, come ho detto in altra sede, meritava probabilmente un passaggio in libreria. L’idea ha preso corpo, l’introduzione di Danilo e massimo ha ampiamente definito le regole del gioco, ci ha spiegato diverse cose molto, molto interessanti. Scrissi un racconto dell’horror e seguendo l’idea che doveva essere italiano. In verità ha ben poco di nipponico, si parla della Meretrice di Babilonia, di Megiddo ma c’è, indubitabilmente, qualcosa che lo lega agli spiriti furiosi del titolo. Avrei scritto un racconto migliore se avessi avuto indicazioni più precise sul progetto? Non credo. E penso che sia stato meglio così, lasciare agli autori italiani piena libertà di interpretare il tema a secondo della loro creatività. Ora non so se Onryo, avatar di morte piacerà ai lettori di Urania. Mi sono fatto l’idea che le pubblicazioni da edicola Mondadori seguano formati abbastanza rigidi e sarebbe ipocrita avallare questo in Segretissimo dove dati di vendita e vena narrativa mi fanno comodo e augurarmi il contrario su Urania. Da tempo ho scoperto che il lettore di SF non ama molto l’horror e i fantasy. Forse Onryo era destinato a Epix, oppure sarebbe bello vedere risorgere Urania Horror come quando in quella redazione ci lavoravo e vidi pubblicare ottimi romanzi splatter punk come Live Girls o The Ligth at the End. C’è posto sicuramente per la narrativa horror in edicola..sopratutto in un periodo in cu le librerie sono zeppe di testi eccessivamente costosi ma poverissimi di contenuti, tanto da contentarmi neanche lontanamente all’acquisto in questo ultimo scorcio d’anno. Vedremo….

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8 Responses to ONRYO- horror chiama Urania

  1. Hot says:

    Da comprare

  2. patrizia says:

    ehilà Prof, parlando di interesse per l’oriente stamattina sono rimasta sorpresa perchè ho digitato questo indirizzo:
    http://www.sdmactionwriter.com e si è aperta una pagina completamente scritta in giapponese!
    probabilmente ricordavo male l’indirizzo della pagina ma è curioso no?
    buon anno!
    Bessie

    • ilprofessionista says:

      Lo so, patrizia. da diversi anni ho rinunciato a quel dominio Aruba che è stato rilevato da un sito giapponese, che, pare, sia una rivista peranziani..mah…

  3. AgenteD says:

    … Dunque Stefano, non conosco l’horror giapponese, e questa potrebbe essere l’occasione per “assaggiare” anche i romanzi di Suzuki e per cercare su qualche bancarella i due romanzi della collana “Horror” che hai citato, e poi mi fido di te… Cosa dici assaggio anche l’Urania in questione?

    • ilprofessionista says:

      be’ assaggia sicuramente l’urania, per quanto riguarda poil’horrorgiapponese ti consiglio almeno il primo Suzuki, The Ring appunto, in seguito la vicenda prendeva dei toni bizzarri, ofrse più fantascientifici che la distaccavano molto delle atmosfere del primo episodio.

  4. James says:

    Mi piacciono molto i retroscena del prodotto finito e confezionato, una specie di “quinta” di copertina, di postfazione che non c’è ma che pure è molto interessante per gli appassionati. Oggi siamo fortunati rispetto anche a non molto tempo fa, perché la tecnologia ci permette tra l’altro di usufruire di blog, come il tuo, che offrono questi contenuti per ulteriori riflessioni e confronti — oltre ad annullare la distanza tra autore e lettore, cosa che rende più che mai vivo un testo, vissuto da chi lo scrive e da chi lo legge con l’entusiasmo che solo la comune passione può dare.
    Be’, adesso basta col sermone, alleggeriamo: mi hai fatto sorridere, caro Prof, quando dici “Da tempo ho scoperto che il lettore di SF non ama molto l’horror e i fantasy”, perché in effetti anch’io sono un lettore abbastanza su questa lunghezza d’onda, non escludo per scarsa conoscenza dei generi horror e fantasy, e in ogni caso “de gustibus…” :-) . Chissà se i markettari dell’editoria hanno una cognizione più o meno precisa di questo cross-selling tra i generi, mah!
    Dammi il tempo di leggere, spero sia possibile farti avere un feedback anche a distanza di tempo su questo stesso post, o devo ritenerlo chiuso dopo un po’?

  5. andrea-tortellino says:

    Urania acquistato (era l’unica copia in edicola) sabato mattina, mentre prendevo il giornale; visto che ci sono racconti che sia a me che a mia moglie piacciono molto, si prestano a letture ‘brevi’ ma con possibilità di non interrompere, quindi si gusta meglio -certe volte- la lettura. Visto che si parla di Giappone, tema a me molto caro dai tempi delle medie – avevo un amica di penna giapponese e avevo fatto la tesina delle elementari sul Giappone, visoche a mia moglie interessa il Giappone (laurea in lingue), visto… che c’era il tuto nome e quello di altra gente interessante.
    Il problema è che anche queto è andato a finire sulla pila dei libri da leggere, calcolando che venerdì ho preso l’ultimo dexter e due libri di copertino (la coda del diavolo trovati in una edicola a 1,50 € l’uno…)

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