Tira aria cattiva. Mi sembra che ce ne rendiamo conto tutti. Salgono le tasse, l’occupazione stagna. Le soluzioni appaiono, quantomeno, improbabili. C’è bisogno di un po’ d’evasione. Quello che basta per concedersi una pausa e riprendere il lavoro ricaricati. Non sono forse queste le condizioni che da sempre hanno favorito il proliferare di una letteratura popolare avvincente, ben scritta ma soprattutto ben concepita e a prezzo modico?
E così mi son ritrovato tra le mani la mia collezione di Segretissimo, rivista Pulp e compagna di emozioni sin da quando ero ragazzo. A 14 anni, passando dalla lettura di Salgari a quella di Nick Carter ritrovai, modernizzati, gli stessi elementi. Con qualche cosa in più. Forse un pizzico di sesso, di violenza, di attinenza alla cronaca. Ma l’esotismo, il ritmo, la capacità di evocare avventure, brividi era la stessa. E così ho costruito un po’ il mio immaginario e scritto decine di racconti e libri rimasti inediti che però mi son serviti ad arrivare al Professionista, a Vlad a Montecristo. Con la convinzione che il ‘genere’ sia ancora vivo e valido ma richieda conoscenza e rispetto per essere praticato. Quando arrivai a creare il Professionista avevo in mente le linee guida del genere perché ne ero un lettore assiduo. Volevo marciare insieme a Sam Durell, a OSS117 a SAS e a 007(che non era in Segretissimo ma è sempre il modello per questo genere di storie pur con variazioni e aggiornamenti). Certo, volevo raccontare in modo autonomo, narrando le storie del mio personaggio con un ‘sentire’ europeo e italiano ma fedele alle regole di sangue che erano impresse a fuoco nella collana. La formula del Professionista ? Azione, ritmo, attinenza a un filone. Evitare incursioni altri generi (come il fantastico o l’horror) perché se infastidivano me sicuramente irritavano anche altri lettori. Ora, io sono per la commistione dei generi, il post moderno tarantiniano, la sperimentazione. Ma Segretissimo, forse, non era il contenitore adatto. Parleremo in altra occasione delle mie idee in proposito e degli ambiti in cui proporle. Ma Segretissimo deve restare spy-story. Anche quando, come ho sperimentato in alcune occasioni, la spy classica si avvicina alla cronaca e alla realtà italiane(che magari abbinate con ambientazioni internazionali, ritengo un set ottimo per questo genere di storie) l’intreccio tra azione, rapporti tra agenti, alleanze, false piste, inganni devono restare al centro dell’azione. Quando leggo Tex o Satanik mi aspetto vicende di un certo tipo, magari possono sfiorare il mistero, il sovrannaturale ma, alla fine, cerco il genere di divertimento che ho sempre conosciuto con questi personaggi( insomma le storie di Tex con gli zombie mi piacciono ma..alla fine è sempre la 45 che canta…). Azione prima di tutto. E Azione non significa necessariamente uno scontro continuo. I migliori maestri come Aarons e De Villiers mantengono vivo il ritmo senza ricorre a continui scontri armati. Il gioco dello scambio delle informazioni, i contatti, i falsi indizi. Però voglio il protagonista sempre in scena, lui ‘deve fare’ delle cose. Sono un appassionato di spionaggio più letterario alla Le Carré ma si tratta di un filone che vedo più adatto per altre collane. Segretissimo, adesso che guardo i vecchi numeri illustrati da Carlo Jacono e ritrovo nomi a me cari come Sylviette Carbisseau, John Tiger, Ken Stanton era e resta un prodotto di evasione, di rapida lettura, da divorarsi. E sicuramente può parlare italiano perché sono convinto che esistano autori nostrani in grado di proporre storie di spionaggio originali, diverse dal modello anglosassone ma che non tradiscano la regola principale. Divertire chi ci legge, e soddisfare le aspettative che il lettore formula dentro si sé sin dalla copertina (che è importantissima!)
Dopo l’11/9/2001 il mondo è cambiato come era mutato nel ’91. Ma l’intrigo, il doppio gioco, il coraggio e l’avventura restano. Segretissimo ha ancora moltissime storie da raccontare.
Perché non cercare tra gli autori quelli che realmente hanno da narrare vicende gagliarde e promuoverli? Autori stranieri ma anche italiani.
Io sono convinto che valga la pena di tentare. Non voglio essere ottimista a tutti i costi in una situazione difficile. Vedo il mercato per quello che è. Ma rifiuto di farmi scoraggiare. Continuo a fare quello che so far meglio. Inventare storie, creare personaggi. Metterci l’anima, ogni giorno.
La mia parte voglia farla sino in fondo.
E sfido gli altri della Legione di Segretissimo a fare la loro.
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e sai che puoi contare sui lettori fedeli che ti seguono!
certo che lo so..e oggi vedrai anche in ANTEPRIMA la cover di Action cheè in lavorazione. tra gli autori ci sei anche tu
http://blog.librimondadori.it/blogs/segretissimo/2011/09/11/il-professionista-superstar/ in effetti questo post sul blog di Segretissimo checonferma che il Prof è un best seller nelal collana mi riempie di orgoglio ma soprattutto voglia di fare
Continua così Prof.
contaci Hot…aspetto da te un reportage di Singapore…
Medina colpisce ancora: il secondo romanzo è pronto dall’ottobre 2010 e in attesa di pubblicazione (nel frattempo l’ho fatto lavorare in una breve vicenda sulla cui uscita in una rivista attendo notizie). Il settimo romanzo di Nightshade è un po’ in ritardo causa lavori arretrati, ma mi ci dedico a breve. Le idee non mancano…
e, come già ti dissi l’anno scorso, Paco Torrent sarà d’inestimabile aiuto al Prof nelal fase Madrilena della sua nuova aventura.
adoro i team-up
Grande Stefano, non avevo dubbo alcuno che alla fin fine i giusti riconoscimenti ti siano arrivati, poi una cosa sono quelli che ti vengono fatti privatamente, un altro gusto quelli che ti fanno sul blog stesso, insomma è un impegno che prendono con te e i loro lettori, speriamo che comincino anche a capire che con un buon marketing il prodotto si vende sempre meglio… a presto
Andrea
PS un bel team-up con ACC non me lo voglio perdere, mi raccomando Andrea, attendiamo sempre la tua bella Nightshade, eh?
grazie Andrea so di averti da sempre tra i miei lettori più appassionati. certamente anche quel diavolo di K ha inserbo grosse sorprese e nuovi personaggi.
Enzo, come sai sono un tuo estimatore da lungo tempo e, ovviamente non ni ero lasciato sfuggire Sturmvogel che mi piace anche parecchio. nei prossimi giorni ti contatto anche per un’altra iniziativa digitale che spero ti farà piacere
per uno strano bisticcio informatico questa è la risposta che avevo postato all’intervento di Enzo. la replico nelal sostanza qanche sotto.
forza Kevin Hocs
Naturalmente condivido alla lettera. Per il momento sono in edicola con “Sturmvogel”, per quale attendo ansioso pareri professionistici e kappiani. Poi si vedrà.
caro Enzo, noi siamo vecchi legionari. Ho lettoil tuo primo romanzo su Segretisism oe anche quello di questo mese. Mi piacicono molto. entro breve ti contatto anche per un’altra inziiativa che spero ti interesserà
Sottoscrivo quello che hai scritto, soprattutto sulle commistioni che, se esagerate, rompono pure le balle. Citato il tuo blog nel prossimo pezzo che apparirà in quello del giallo Mondadori.
Buon lavoro!
ti ringrazio, Fabio..in effetti non credo che un appassionato di Gialli classici gradirebbe arrivare alal fine del romanzo e scoprire che l’assassino è unoZombie…
Viva i team-up e viva i legionari segretissimi
L’avventura non muore mai: tutto sta a saperla imbrigliare in una buona storia. Ci vuole un Professionista per questo
Lucius non provocarmi! già mi vengono in mente dei team -up con agenti del passato… per esempio nelle paludi della Louisiana…. con il Caimano…
Stefano, una chiusura di discorso degna di Braveheart!
Come si può non urlare la nostra approvazione?
Su Segretissimo, la sai già come la penso. E quanto ci sia affezionato.
Non parliamo poi della Legione, e dell’anima che ci dentro, di cui mi sento parte integrante, anche se il mio apporto da operativo “in” collana è sinora limitato al contributo in Professional Gun e alla introduzioni di Legion.
Ma per quel che mi riguarda, tutto lo spirito della Legione vive forte anche nel mio “Phuket Inferno”, pubblicato nell’antologia della Curcio curata da Copertino e da Angelo. Ho soprattutto in “Fiori per Diana”, approdato in appendice al Giallo.
Questa tua chiamata alle armi è per i Lettori e per gli Scrittori.
Come lettore, sono abbonato.
Come sostenitore attivo, lo spazio “Spie nel Mirino” su TM in fondo l’ho creato in primis per dare spazio proprio alla legione italiana di Segretissimo.
Come autore, chissà…
grazie Fabio, di cuore. Sei stato il primo lettore che quasi venti anni fa mi scrisse una lettera e non l’ho dimenticato. da te mi aspetto(e sicuramente anche Franco9 una proposta nuova,con tutto quel mondo orientale che conosci così bene e che entrambi amiamo.
Caro Stefano,
come sai sono un fedele sostenitore di segretessimo e della legione ……, da anni sono abbonato, ma come appassionato e cultore dei romanzi pulp non posso non evidenziare come il livello generale della collana sia sceso verso il basso negli utlimi mesi.
E poi dove sono le opere degli italiani? Sono sempre più rare e striminzite.
Sono pessimista per il futuro, a mio avviso ci vorrebbe qualcosa di nuovo e moderno.
ciao Rosario, parecchio che non ci si sente. hai ragione. come sai l direzione di Segretisismo è recentemente cambiata. Con Franco Forte stiamo facendo un po’ il punto della situazione. Non sei l’unico lettore che ci segnala(e le buone vendite del Professionista lo confermano) la necessità di tornare a quello che Segretisismo è sempre stato. una collana di avventura con azione, glamour e ritmo. Io son osicuro che tra i miei oclleghi,quell idi vechcia data come Cappi, narciso e lo stesso Franco, c’è molta voglia difare questo generedi produzione ealtri ancora se ne aggiungeranno. Continua sa sostenerci, fai sentire la tua voce. è importante.
Stefano, se continuo a seguire la collana è solo ed esclusivamente per Il professionista.
Auspico un ritorno all’entusiasmo di qualche anno fa.
Cappi, Nerozzi, Narciso (stupendo Otherside) sono praticamente scomparsi, poi si potrebbero pubblicare altri autori come Copertino, Alex B. Di Giacomo, Stefano Pigozzi, Pietro Ballerini Puviani, Marcialis, Sarasso, Marilù Oliva, Barbara Baraldi, Raccasi, Bernacchi, Custerlina, Cambiasso, Maggi, il bravissimo Pienicola Silvis.
Non voglio dare consigli ma mi piecerebbe vedere pubblicati con regolarità questi autori.
Storie, dure originali mai banali. Torniamo agli anni 50/60.
anche ai Settanta. Trai nomi che citi ce ne sono diversi (non tutti…) che vedrei bene. Non tutti siamo ugualmente portati per un genere che, lo dico sempre, va conosciuto molto bene prima di essere praticato