Seguendo uno di quei percorsi che non è immediato comprendere nelle sue origini, stavo, in questi giorni, ripercorrendo alcuni fatti diventati leggenda della Storia del West. Fondamentalmente su un libro intitolato Uomini disperati di James Horan, sui principali pistoleri della frontiera. Poi fra le pagine dei fumetti di Albertarelli e D’Antonio e, certamente, al cinema. C’è un filo rosso che unisce i ronin, i pistoleri del West e i protagonisti dei thriller d’azione. Non è una novità come non è un concetto nuovo che le mie storie ( e quelle di diversi miei colleghi americani, francesi e italiani) siano dei western moderni.L’hard boiled passa sicuramente attraverso il West. Lo fece ai tempi di Red Harvest di Hammett e recentemente è ribadito in romanzi come Hot Kid di Leonard. Il Professionista come Parker, come l’Immortel Charly Mattei, Itto Ogami e Wild Bill Hickok. Perchè no? Tutti personaggi con un fondo di verità trasformati in icone dell’Avventura dalla narrativa pulp. Di fondo gente come Doc Holliday, Johnny Ringo ma anche William ‘the Kid’ Bonney hanno avuto molto in comune con il Professionista. Almeno a livello di creazione fantastica. Se si ripercorre la ‘vera’ storia della guerra della città di Tombstone nel 1881, il concetto appare anche più ovvio. Quando cade la patina di eroismo che cinema e letteratura hanno posato sui fatti rimane una vicenda criminale. Moderna. I Cowboys del clan Clanton-McLaury cui erano affiliati pistoleri come Curly Bill Brocius e Jhonny Ringo furono la prima forma di criminalità organizzata degli USA. Be’ forse non proprio la prima. Solo pochi anni avanti la ‘ Cricca di Tucson’ aveva macchinato per fomentare la guerra con gli apaches tra Arizona e Nuovo Messico distribuendo liquori e armi ai broncos per indurli a commettere atrocità in modo che la popolazione invocasse l’esercito a far piazza pulita. Ma era più una criminalità da ‘colletti bianchi’. I Cowboys, le loro armi esibite con fierezza assieme alle fasce rosse, vivevano in un Territorio (che non era ancora uno Stato)in guerra contro tutti. Contro le famiglie messicane oltre confine. E contro un altro potente clan di giocatori d’azzardo, pistoleri, occasionalmente uomini di legge, venuti dal Kansas: gli Earp. A quei tempi alternativamente un po’ tutti, a vario titolo, avevano portato una stella. Gli uomini violenti, voglio dire.Wild Bill, i Regolatori di Chiusum, Pat Garrett non erano allafine diversi dai loro avversari Wes Hardin, il Kid,Jesse James. Ma vero è che, al contrario di quanto avveniva sui dime novel o oggi al cinema, erano davvero pochi quelli con il sangue freddo e la capacità di affrontare un duello vero con la 45 in pugno. Una volta come oggi si ammazzava a colpo siciro, alle spalle. La Morte non è uno sport. Ameno che non si fosse un pericoloso sociopatico come Doc Holliday. Inomi dei grandi pistoleri ( e ce ne sono davvero pochi) sono legati a vite disperate di uomini così abituati alla violenza di non far più caso al pericolo. Non per eroisimo. Semplicemente perchè non sapevano più vivere in maniera differente. Il West era pieno di velleitari, anche se tutti portavano un’arma pochi alla fine se ne servivano e ancor meno si lasciavano trascinare in scontri a fuoco dall’esito incerto. Solo i più pazzi ne uscivano vivi. Cavalieri pallidi. Il Professionista, quello che emerge nelle storie di Gangland, in particolare in Vendetta, vive in questo tempo meta-storico. E’ il nostro perchè siamo nel 2011 ma ,alla fine, è il West. Gangland come Tombstone,Abilene, Deadwood. L’idea è proprio questa. In Vendetta c’è un’indagine su una serie di rapine ai furgoni blindati che potrebbero essere le diligenze della overland. Ci sono pistoleri pazzi, che per un caso, si trovano dalla parte della legge come Chance o il Freddo, ma ci sono anche quelli dall’altra parte come Dante Bartara. E poi ballerine, generali, vecchi soldati, aspiranti killer, banditi di mezza tacca, uomini meschini. un panorama di personaggi che potrebbero essere protagonisti di un western, non proprio classico ma almeno…all’italiana. Già in Bajo al Fuego c’era un evidente richiamo al western italiano nel finale ma in Vendetta mi è piaciuto proporre una storia lineare, relativamente semplice nell’intreccio( dopotutto doveva essere un fumetto quindi era di rigore una certa brevità e semplicità di situazioni). Provate a immaginare Chance con la Colt invece che con la Beretta. Tommaso con il ponchio sembra uscire da La resa dei conti e Bartara assomiglia dannatamente a uno dei tanti villain interpretati da Jack Palance. Gangland, la città delle bande. I meccanismi della storia, sostituite le auto con i cavalli, restano gli stessi., E’ la consapevolezza che il vero gunman è un individuo ‘fuori’ dalla società, nel bene e nel male. E’ destinato a diventare leggenda. Perchè il West non è morto. Ha solo cambiato scenari.
Ottimo articolo, Stefano, e sai che concordo al cento per cento. Tutti i noir di Elmore Leonard, per citarne solo uno, sono in realtà dei western camuffati (e neanche più di tanto: “City Primeval”, per esempio, ha come sottotitolo “High Noon in Detroit”).
Suggerisco, a chi legge l’inglese, di procurarsi uno splendido saggio di James Reasoner (l’autore di “Vento del Texas”, uscito qualche mese fa per Meridiano Zero) dal titolo “Draw: The Greatest Gunfights of the American West”. Dire che si legge come un romanzo è perfino superfluo.
Grazie della segnalazione, Luca cercherò il libro che citi. vento del texas, ovviamente ce l’ho. ‘Uomini dipserati’ di cui parlavo è una vecchissima edizione dei tascabili Garzanti.
Direi che ho fatto bene a seguire anche questo blog.
sempre in gamba, Fabio
Ottimo pezzo, Stefano! Credo che il western, alla fine, sia un archetipo e per tale motivo non muoia mai per assumere, a seconda dei tempi, forme espressive diverse. Mi viene in mente, ad esempio, il lavoro di Omar Di Monopoli, tanto per citare un nostrano oppure anche il ciclo di Hap&Leonard di Lansdale, personaggi che credo riassumano molte caratteristiche tipiche del pistolero solitario, giusto, ma implacabile con i cattivi. Poi, certo, Lansdale ci ha messo del suo, ma sempre lì siamo.
e naturalmente ogni autore deve metterci del suo. Io credo( e qui potremmo aprire un’altra discussione) che la ‘ fine’ del western (come genere cinematografico) coincida con la mancanza di inventiva, l’assenza del coraggio di raccontare in quella forma storie originali. Una volta si vedevano e leggevano western di tutti i tipi, persino gialli. Da anni invece quell’unico western che arriva sui grandi schermi ogni anno o è un remake oppure racconta la solita storia dello straniero senza nome che arriva nella città dove piccoli e grandi allevatori si scannano. Storia interessante, ma un tempo il Wild West era capace di raccontare storie diversissime e avvincenti. Un po’ come se oggi raccontassimo sempre e solo la storia del serial killer…(ohibò ma non starà succedendo davvero?)
Buongiorno Stefano, giusto giusto oggi mi è arrivato in ufficio la mia bella copia di Vendetta, ordinata su internet… mica male come coincidenza, no? La metterò in stand-bye solo perchè, come ti avevo accennato, sto ‘provando’ a seguire le vicissitudini del Prof. seguendole in ordine cronologico, così da seguirlo nell’escursus delle sue vicende ‘estreme’ ed anche nelle vicende della sua vita, anche se in effetti le due (attività professionale e vita privata) per il prof. sono la medesima cosa.
Un saluto
Andrea
be’,l’importante è aver acquisito il bersaglio. Non posso che essere d’accordo con te riguardo alla lettura cronologica delle storie del Prof… benchè ogni episodio sia autoconclusivo. in particolare Vendetta si colloca(anche nel miniciclo delle storie di Gangland) ‘dopo’ gli avvenimenti che leggerai nel Segretisismo di marzo Gangland Blues. Ci sono alcuni particolari della continuity che, se proprio vuoi seguire una lettura cronologicamente esatta andrebbero letti in seguito.
ciao e buona lettura (..qualunque cosa tu stia leggendo ora…)
Ciao Stefano, ho concluso ora un urania, Galassia nemica (molto bello), sto portando avanti Bambole pericole della Baraldi (molto bello anch’esso) nel tragitto casa – lavoro e sul comodino ho l’ultimo Urania collezione uscito, subito dopo ho un Prof. che mi attende fremendo…
Ciao e buona giornata!
Andrea
E invece te che stai leggendo? quanti libri riesci a divorare mensilmente?
La storia è destinata a ripetersi e la terra sarà sempre un posto di frontiera dove i delinquenti pullulano e vince chi ha il fucile più lungo, per quello la matrice western non potrà mai sparire dalla narrativa.
Il western si può traquillamente declinare in altri generi e forme, pur mantenendo intatto lo spirito originale. Non ci credete? Ditelo a Carpenter(sempre sia lodato).
citi un altro dei miei miti…. alla fine sì Gangland è anche un po’ figlia di Carpenter… dovrò inaugurare unaserie di note sulle influenze che mi hanno portato a cocnepire l’universo del Professionista.