Una spirale di nebbia di Eriprando Visconti esce a ridosso della riproposta Cine Kult di La orca e Eodipus orca. In tutti i tre i film si ritrova il gusto decadente, raffinato, vagamente (be’…) perverso del regista. Soprattutto scenari lombardi ammantati di nebbia, di vischiosità della società-bene borghese, dell’irrequietezza di chi vorrebbe ma non trova altre soluzioni. Dei tre preferisco Una spirale di nebbia tratto dal romanzo di Michele Prisco. Si potrebbe cadere nel’equivoco (e qui voglio arrivare) che si tratti di un classico ‘nero italiano’. Ma è sufficiente un delitto, molta atmosfera e un diffuso male di vivere per fare un autentico noir? A mio avviso sicuramente no, non in questo caso. Il film è ben riuscito, intrigante con uno spargimento di nudi frontali a volte un po’ eccessivo e sospettosamente provocatorio. Certo, meglio di tante scempiaggini che oggi ci vengono fatte passare per film d’autore. Ma è una storia sulla crisi del matrimonio, sull’impossibilità di trovare strade alternative. Alla fine chi abbia ucciso la bella e irrequieta moglie francese del giovane industriale tormentato non importa a nessuno. Satta Flores (bravissimo come sempre) indaga, spera di trovare il mistero e cosa trova? ‘La vita di tutti i giorni’, sospira. E intanto deve vedersela con la madre possessiva e la fidanzata(La Giorgi, all’epoca davvero da mangiare… e basta…) indecisa; il povero Marc Porel sembra aspettare il destino che lo colpì autodistruggendolo. Come dicevo, un film intenso, atmosferico e con diversi spunti d’interesse. Ma, signori, mi spiace non un nero. Quella è un’altra storia…
-
Blogroll
- ACTION &ACTION
- barbara baraldi
- Bloodbuster
- Documentation
- enzo milano
- fabio branchesi
- Fabio Branchesi
- http://alessiolazzati.wordpress.com/
- il blog del Brivido
- Il blog del cinema marziale
- il blog dell'Italian Foreing Legion
- Il blog di Barbara Baraldi
- il blog di Segretisismo
- il forum di Alan D. Altieri
- il mondo di Edu
- LiberiDiscrivere
- martial arts and booktrailer
- Plugins
- roberto gabriele
- Rock 'n More
- serena bertogliatti
- Speaker's corner
- Suggest Ideas
- Support Forum
- Themes
- WordPress Blog
- WordPress Planet
-
Recent Posts
-
Recent Comments
- Fabio Lotti on IL PROFESSIONISTA: LE ORIGINI DEL NERO
- Fabio Lotti on IL PROFESSIONISTA: LE ORIGINI DEL NERO
- il professionista on IL PROFESSIONISTA: LE ORIGINI DEL NERO
- Action cas on IL PROFESSIONISTA: LE ORIGINI DEL NERO
- il professionista on UN PROFESSIONISTA DI NOME NESSUNO
-
Archives
- November 2016
- October 2016
- September 2016
- July 2016
- June 2016
- April 2016
- February 2016
- December 2015
- November 2015
- October 2015
- August 2015
- July 2015
- June 2015
- May 2015
- April 2015
- March 2015
- February 2015
- January 2015
- December 2014
- November 2014
- October 2014
- September 2014
- July 2014
- June 2014
- May 2014
- April 2014
- March 2014
- February 2014
- January 2014
- December 2013
- November 2013
- October 2013
- September 2013
- August 2013
- July 2013
- June 2013
- May 2013
- April 2013
- March 2013
- February 2013
- January 2013
- December 2012
- November 2012
- October 2012
- September 2012
- August 2012
- July 2012
- June 2012
- May 2012
- April 2012
- March 2012
- February 2012
- January 2012
- December 2011
- November 2011
- October 2011
- September 2011
- July 2011
- June 2011
- May 2011
- April 2011
- March 2011
- February 2011
- January 2011
- December 2010
- November 2010
-
Categories
-
Meta
- Log in
- Entries RSS
- Comments RSS
- WordPress.org
Beh, ovvio per chi il noir lo conosce davvero. Chi invece pretende di intellettualizzarlo a tutti i costi, magari si aggrappa proprio a copioni come questo per pontificare su cosa sia il “vero” noir; invocando magari gli scritti di Capuana e rampognando Di Leo. Contenti loro…
hai perfettamente ragione.Quel che manca qui(ripeto il film si vede con piacere…proprio perchè è inserito in un’epoca più che in un filone)è un tessuto connettivo, un intreccio in cuii l senso del destino, il delitto e il castigo trovino una loro collocazione insieme ad altri elementi. Non credo fosse intenzione di Visconti nè di Prisco fare un noir.Però si è ingenerata l’diea che il noir italiano debba avere più che altro queste caratteristiche’ sociali’ o’ psicologiche’ che lo nobilitano( chissà perchè parlare di impotenza, di borghesi insoddisfatti deve nobilitare una storia?) sfuggendo a necessarie svolte di trama, magari per allontanarsi un po’ dal genere con una ‘verniciatura’ d’intellettualismo. Ho un po’ l’impressione che da qui si sia partiti per arrivare all’atteggiamento di moltissimi scrittori (di cinema italiano al momento meglio non parlare)che invece verniciano male di nero storie che non hanno neppure quel sostrato psicologicoche aveva(anni 70) l’opera di prandino, come lo chiamavano gli amici.