Generazione di fenomeni

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Non parlo di generazione X, Y, Z, parlo di ogni singolo abitante del mondo che subisce l’influenza della cultura occidentale, quella che massacra se stessa oltre a distruggere le altre.

Siamo una generazione cresciuta col mito della televisione, la fonte di verità da accettare per essere vivi e riconosciuti tali. Verità che conducono a stereotipi ripetuti, a intervallo ciclico, da romanzi da vetrina, da giocattoli per bambini, da locali eccentrici e riviste pornografiche.
Già, perchè la pornografia non è il mostrare un amplesso, ma mostrare la perversione a cui siamo giunti senza accorgercene, una perversione subliminale, ancora più distruttiva, che esplode senza riuscire a controllarla. Una deviazione mentale verso la contronatura dello stereotipo da seguire dell’attore stallone, della bambola calda, della Porsche, della Laurea in Economia, della villa in centro, del colletto bianco, del cellulare satellitare e del porto d’armi. Una lista infinita di cose che dobbiamo avere per riuscire ad essere felici, una lista infinita di porcherie di cui non abbiamo bisogno, per cui ci consumiamo facendo un lavoro che odiamo per poterle raggiungere.

Siamo una generazione senza scopo, se non quello di raggiungere questi obiettivi, di diventare perfette macchine per comprare cazzate; una Generazione che vorrebbe pensare ma non ne ha il tempo, troppo presa a farsi risucchiare dal vortice di una realtà in decomposizione ma che ai nostri occhi appare splendente.

Il mito del sesso, il mito del denaro, il mito del terrorismo.
La nostra regola è essere ossessionati dai nostri mezzi di comunicazione, la nostra etica è morire lentamente di suicidio cerebrale.

Leggiamo giornali che non dicono niente, guardiamo film che ripetono in modo ossessionante la stessa, inutile, dannata, storia.

Siamo la cultura che esporta se stessa, consapevole di essere migliore.

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