Le scoperte del giallo: dal ritorno di Sherlock Holmes ai nuovi…commissari all’italiana

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Le scoperte del giallo: dal ritorno di Sherlock Holmes ai nuovi…commissari all’italiana

In queste settimane il mondo del giallo e del noir vive un periodo apparentemente tranquillo, magari in  attesa delle nuove uscite. Dopotutto in questi mesi è tornato in libreria Donato Carrisi dopo alcuni anni di silenzio, è esploso il fenomeno Roberto Costantini, si parla molto in questi giorni di un francese Pierre Lemaitre,autore di noir, e ha avuto una grossa accoglienza sulla stampa anche l’ultima creatura di Maurizio De Giovanni, sempre basata sul commissario napoletano Ricciardi. Prossimamente si registrerà il ritorno di Marco Vichi con il Commissario Bordelli, forse nele prossime festività  ci sarà qualche uscita ulteriore.
Ovviamente ci riferiamo a grossi nomi, in Italia fortunatamente l’inventiva di scrittori giallisti non viene mai meno, le case editrici, piccole o grandi che siano, ci credono e quindi la materia prima non manca mai  come non mancano mai le novità.
Una notizia interessante viene a questo punto da Londra. Esce infatti in questi giorni nel Regno Unito e negli Stati Uniti il primo romanzo “autorizzato” dagli eredi di Arthur Conan Doyle, dal titolo “The house of Silk“.
Sir Arthur è scomparso ottantuno anni fa ed apprendiamo che esiste un trust di eredi che ancora detiene dei dirittti sulle opere del grande scrittore, diritti a quanto pare pieni negli Usa, pressochè scaduti in Inghilterra.
Se Conan Doyle  fu molto prolifico con quattro romanzi e cinquantasei racconti imperniati su Sherlock Holmes e il dottor Watson, il suo mito si è poi propagato nel tempo, i due celebri investigatori sono apparsi in altre centinaia  e centinaia di storie, scritte un po’ in tutto il mondo, meglio conosciute anche come “apocrifi”. E anche in Italia abbiamo tanti cultori del genere da Enrico Solito a Luca Martinelli a tanti altri ancora.
Al mito holmesiano ha certamente contribuito prima il cinema, poi la televisione, con una proposizione costante delle gesta del grande Sherlock Holmes e del suo compare. Il fenomeno adirittura è dilagato nel tempo, si è voluto “rivisitare” o meglio “aggiornare” il mito con un kolossal cinematografico interpretato da Robert Downey jr e Jude Law, e anche l’ultima versione televisiva realizzata in Inghilterra è di ambientazione molto più modernizzante.Personalmente diffidiamo di queste
operazioni.  Conan Doyle e i suoi personaggi hanno un valore che va oltre i loro tempi, non hanno bisogno di dubbi e….riverniciature, che, a prescindere dalla loro
fattura più o meno pregevole, sembrano nate per sfruttare il richiamo del personaggio e non viceversa….
Non so se i motivi per cui gli eredi ufficiali di Doyle hanno deciso di pubblicare la storia siano solamente questi, chiaramente ci sarà anche un ulteriore desiderio di perpetuare e …sfruttare il nome, ma tant’è, hanno commissionato al noto autore britannico, Anthony Horowitz, scrittore di storie per bambini, sceneggiatore cinematografico,  il compito di scrivere una nuova storia ed è proprio quella in  via di pubblicazione,The House of silk.  La storia si svolge nel 189o, è raccontata come al solito in flash-back dal dottor Watson. Presenti  ovviamente Holmes e la governante, signora Hudson, il libro rende un vero e proprio omaggio allo stile di Conan Doyle, al modo di agire dei suoi personaggi, senza ricorrere a spericolate invenzioni o ricorso a personaggi di altri periodi, l’operazione è affrontata con serietà, insomma non si vuole fare il verso a CD,
come invece è apparso in molti film hollywoodiani. Del resto anche un altro mito come James Bond è stato recentemente “riscritto”da Jeffery Deaver e anche qui i
risultati sono stati più che buoni.
Si può ritenere che la morale di tutto questo la si può trovare non tanto nel fatto che non bisogna scandalizzarsi di certe riproposte fatte da autori dei nostri giorni, quanto nella serietà rispetto all’origine di chi affronta l’impresa, indipendentemente da chi la commissiona. Se torniamo al giallo italiano, non esistono operazioni di questo genere, da noi l’affermazione del genere giallo è abbastanza recente, sono ben pochi i personaggi
che possono fare “storia”, se ne parlerà tra qualche decennio.
Quello che colpisce nel mondo del nostro giallo è la “territorialità” dei nostri autori, del resto un esperto del genere come Massimo Carloni lo aveva rilevato addirittura
una diecina di anni fa nel suo “Italia in giallo”, storia dell’Italia del giallo agli inizi del 2000, divisa con criteri operativi di scrittura bel localizzati regione per regione.
Questa tendenza non è certo cambiata e molti sono gli investigatori, frutto della fantasia dei nostri autori, legati a una città. A Torino, ricordando sempre quella splendida apparizione che Fruttero e Lucentini fecero fare al dottor Santamaria, Alessandro Perissinotto ci ha dato la psicologa Anna Pavesi. A Milano, ricordando il Duca Lamberti di Scerbanennco, ecco il Gorilla di Sandrone Dazieri e l’ispettore Ferraro di Gianni Biondillo. A Genova Bruno Morchio ha creato Baccio Pagano, mentre Parma risponde con  il commissario Soneri di Valerio Varesi . A Bologna il precursore è stato Loriano Macchiavelli con Sarti Antonio, più moderno l’ispettore Coliandro di Carlo Lucarelli. A Firenze svetta il commissario Bordelli di Marco Vichi, ma ricorderemmo anche un ufficiale dei carabinieri, Bruno Arcieri, dovuto alla penna di Leonardo Gori. Da citare,visto il successo avuto, anche “i pensionati del BarLume” creati nel pisano da Marco Malvaldi.
A Roma De Cataldo aveva creato il commissario Nicola Scialoja, ora abbiamo il recentissimo Michele Balistreri di Roberto Costantini. Giancarlo Carofiglio nella sua Bari
con l’avvocato Guerrieri, mentre a Napoli si sta affermando il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni. Nelle isole in Sicilia spopola il commissario Montalbano di Andrea Camilleri, mentre in  Sardegna ricordiamo l’avvocato Bastianu di Marcello Fois e il detective Marini di Giorgio Todde.
Ma poi dovremmo aggiungere Massimo Carlotto, il commissario Cataldo di Roberto Guicciardi che opera a Modena  e tanti tanti altri ancora, forse in Italia a differenza che in Inghilterra la vitalità del nostro giallo sta in una creazione continua di personaggi, senza bisogno di ricorrere a tante rivisitazioni.

Giuseppe Previti

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