…Déjà vu…

“Una volta una farfalla mezza nera e mezza gialla, si posò su una violetta senza manco salutarla, senza dirle una parola. E la viola, dispiaciuta d’esser tanto trascurata, glielo disse chiaramente: quanto sei maleducata.” Trilussa – La violetta e la farfalla
No, no, nessun dejà vù, né memoria corta da parte mia…so di avervi già parlato di viole, ma ne esistono tante specie e dunque ho deciso di raccontarvi qualcosa su quelle che ho potuto incontrare nel mio peregrinare sui monti nostrani.
La prima in cui mi sono imbattuta è stata la Viola biflora L., specie artico-alpina diffusa nelle regioni artiche di Europa, Asia ed America Settentrionale e sulle principali catene montuose dell’emisfero nord; cresce ad altitudini comprese tra 1500 e 2300 m. Si tratta di una pianta erbacea perenne che può raggiungere i 10 cm di altezza, dalle foglie reniformi con margini crenati ed evidenti nervature. I fiori, che sbocciano tra giugno ed agosto, sono simili a quelli della Viola odorosa, ma di colore giallo con striature porporine e inodori; ogni fusticino termina con due peduncoli, ciascuno dei quali porta un fiore. Questa specie predilige località umide ed ombrose tra le rupi, le alte erbe e i boschi.
Sulle nostre Alpi e sull’Appennino possiamo incontrare anche la Viola calcarata L., forse tra le viole di montagna la più notevole per la grandezza dei suoi fiori; si trova tra le rupi e nelle praterie alpine e può raggiungere i 10 cm di altezza. Le sue foglie, riunite in rosette, sono più piccole rispetto a quelle viste finora, hanno forma ovato-lanceolata e sono crenate; dal piccolo fusto si dipartono lunghi peduncoli che portano un solo fiore, solitamente di colore violetto (ma può essere anche giallo o bianco): esso è caratterizzato dalla presenza di un lungo sperone, a cui si riferisce il termine “calcarata” (dal latino “calcar” = sperone).
L’ultima specie di cui vi parlo è la Viola tricolor L., meglio nota come “viola del pensiero”, pianta erbacea perenne che può raggiungere i 15 cm di altezza e che predilige prati e pascoli mesofili e idrofili dal piano collinare al subalpino. Le sue foglie sono ovato-lanceolate con margini crenati, mentre i fiori, che sbocciano tra maggio e settembre, sono di colore variabile dal bianco al giallo e dal blu al viola scuro: essi possiedono proprietà depurative e decongestionanti per la pelle, oltre che antinfiammatorie e diuretiche (se volete provarli rivolgetevi ad un erborista, che vi saprà dare indicazioni dettagliate sul loro utilizzo e sul dosaggio).
Glossario
Specie artico-alpina: si tratta di specie comuni all’Artide ed alle Alpi, la cui individuazione risale ai periodi interglaciali. Nel corso delle ere si sono alternati, a livello globale, periodi di grandi glaciazioni e fasi di ritiro dei ghiacciai (interglaciali appunto): durante queste ultime il miglioramento del clima ha favorito la risalita verso nord e verso maggiori altitudini della flora artica e subartica diffusasi nei periodi glaciali a latitudini ed altitudini inferiori rispetto a quelle odierne.
Mesofilo: legato a moderate condizioni di umidità, temperatura e luce.
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