È difficile parlare della Diva incontrastata delle cinema marziale al femminile solamente per l’aspetto dei nunchaku, poco presenti nella sua produzione: vorrà dire che dell’artista marziale se ne riparlerà più avanti, in solitaria.
Yukari Oshima – che per un breve periodo si è fatta chiamare anche Cynthia Luster – è della scuola di Sonny Chiba e quindi è tosta come legno e fa male come acciaio (o viceversa!). Dopo alcune piccole parti, nel 1987 due film contemporanei la lanciano nel Gotha dei più grandi attori marziali di sempre: “A Book of Heroes” e “Iron Angels”. (Quest’ultimo pare sia uscito in Italia come “Gli angeli della morte”, ma è da prendere con le molle: titoli italiani e cinesi del periodo sono in preda al panico più totale.)
Ma prima di tutto, la Oshima aveva debuttato in un ruolo microscopico in una serie giapponese per l’infanzia… con tanto di nunchaku!
“Bioman” (Chodenshi Baioman, 1984) appartiene a quel genere di minchiate tipo Power Rangers che all’epoca fioccavano come pustole sull’appestato cinema per l’infanzia. Tantissime serie arrivarono anche in Italia, ma è difficile stabilire se anche questa l’ha fatto. Fra i ridicoli cattivoni di gomma vestiti c’era Farrah’s Cat, la “gatta” (cioè la cattiva) della super-cattiva Farrah: ed era una giovanissima Yukari Oshima con tanto di tutina.
Nella sua primissima apparizione sfoggia tanto di nunchaku, sebbene il loro uso è abbastanza approssimativo.
Per ritrovarla con simi-nunchaku, dobbiamo aspettare “The Outlaw Brothers” (1990) dove usa una striscia di stoffa a mo’ di nunchaku, in una scena che merita di essere gustata per intero: http://www.youtube.com/watch?v=DzCM6zSngkQ