eBook in vedita (0,99 euro):
Platone, lo schiavo filosofo
Commedia breve in quattro atti
di quando i libri non si leggevano
Un aneddoto riportato da alcuni storici dell’antichità ci racconta di un incidente occorso al celebre filosofo Platone, che avendo fatto infuriare il tiranno Dionigi come punizione venne venduto come schiavo. La storia (semmai sia vera) si conclude velocemente con la liberazione del pensatore ma… e se invece chi doveva salvarlo non l’avesse riconosciuto? Cosa sarebbe successo se Platone fosse rimasto uno schiavo?
Questo breve testo teatrale si diverte a prendere elementi storici rigorosamente reali – personaggi, libri, eventi, idee – e a giocare con essi immaginando di quali eventi sarebbe stato protagonista Platone, lo schiavo filosofo.
In appendice una nota al testo che spiega i fatti salienti riportati e indica le fonti storiche.
eBook gratuiti:
Dieci contro mille
Il grande cinema di assedio
Esiste un genere particolare di film, nato quasi cento anni fa, che si potrebbe chiamare tanto “d’assedio” quanto “di barricate”, ed indica una storia che veda alcuni personaggi costretti in un singolo luogo da un nemico che li circonda: le storie di questo genere non si focalizzano sul nemico esterno bensì sui problemi interni al gruppo di protagonisti. Questi infatti si ritrovano impegnati non già a resistere agli attacchi del nemico esterno, bensì a fronteggiare il nemico interno: problemi di razza, religione, politica, estrazione sociale e mille altre questioni, unite alla paura e alla convivenza forzata, creano una situazione esplosiva.
Ecco un viaggio fra i migliori film che affrontano l’argomento.
Tradurre l’incubo
La cavalla della notte
e le sue varianti
C’è stato un momento ben preciso, a metà Ottocento, in cui gli italiani si ritrovarono a dover tradurre il termine “nightmare”, scoprendo che quel termine antico era poco chiaro anche agli inglesi.
Inizia dunque un viaggio alle radici dell’incubo per scoprire cosa esso sia veramente… e come si possa tradurlo nella nostra lingua.
Dalla Cavalla della Notte alla Fantasima alla Versiera, da Shakespeare a Goethe, sempre sul filo dell’incubo.
La Falsa Novella
Viaggio tra i falsi vangeli
inventati dai romanzieri
Falsi profeti dotati di falsi vangeli sono esistiti da sempre, in ogni dove, ma nella metà del Novecento la riscoperta di antichissimi vangeli ritenuti apocrifi (nonché persi per sempre) ha infiammato la fantasia degli scrittori più disparati, che hanno cominciato ad inventare storie da romanzo con protagonisti vangeli inventati. È uno stratagemma che ha permesso agli autori di stuzzicare tanto la curiosità dei lettori quanto la pazienza della Chiesa, magari togliendosi anche qualche soddisfazione personale.
Ecco un viaggio fra questi vangeli palesemente inventati che fanno il verso a quelli verissimi ma semplicemente non riconosciuti dalla Chiesa. Non sempre le intenzioni sono meramente letterarie, e questo renderà il viaggio più interessante.
Lupin contro Holmes
Le origini del personaggio
che osò farsi beffe di Sherlock Holmes,
facendo infuriare Conan Doyle
ma dando vita al noir francese
«Perché non provi a scrivere un racconto sul genere di Sherlock Holmes?» Questa proposta indecente dell’editore Pierre Lafitte al giovane Maurice Leblanc dà vita al personaggio di Arsène Lupin, nato sulle pagine della rivista “Je sais tout” il 15 luglio 1905.
Quello che all’inizio è una divertita parodia di Holmes, si attira ben presto le ire di Athur Conan Doyle quando il suo segugio si ritrova nelle storie di Leblanc e nasce così una doppia sfida: Conan Doyle diffida Leblanc ad utilizzare ancora Sherlock Holmes nelle sue storie… e Lupin in persona sfida il segugio inglese a batterlo.
Ecco la storia di uno scontro letterario epico.
Ninja
Storia di un mito cine-letterario
Gli eventi “caldi” degli anni Cinquanta giapponesi spingono alcuni autori a rispolverare una figura storica poco apprezzata, e anche poco studiata, per trasformarla e distorcerla fino a creare un personaggio immaginario totalmente slegato da quello storico. Il successo dell’operazione, dichiaratamente faziosa, esplode e in pochissimo tempo il fenomeno sfugge di mano agli stessi autori: nasce così quello che noi ancora oggi chiamiamo ninja, del tutto alieno a ciò che nei più di mille anni precedenti è stato per le cronache storiche. Contagiando i media di USA, Cina e sud-est asiatico, e quindi anche l’Europa, il fenomeno in pochi anni ha conquistato il mondo e ancora oggi la parola “ninja” ha acquisito significato internazionale.
Questo saggio, assolutamente unico nel suo genere, ripercorre dati alla mano il contagio dell’idea nata fra un ristretto gruppo di scrittori ed esplosa in ogni forma di comunicazione – dalla TV ai fumetti, dai libri ai videogiochi, ma soffermandosi in maniera particolareggiata sul cinema, grande veicolo di contagio in questo caso – sottolineando ovviamente le differenze che ha assunto in ogni Paese in cui è arrivata. Per portare luce su un fenomeno ancora oggi pressoché ignoto per cui una spia ed assassino del Giappone medievale è diventato un eroe moderno e mondiale.
Il saggio è completato da una Guida al cinema ninja internazionale, una luce nell’ombra che ricopre un genere pluridecennale.
Spaghetti Marziali
Quando gli italiani inventarono
il kung fu western
In un breve lasso di tempo, agli inizi degli anni Settanta, registi e produttori italiani decisero di mettere in atto qualcosa di completamente inedito: utilizzare attori e tematiche cinesi, un argomento molto “caldo” dell’epoca, e fonderli con i più classici schemi del genere western, anch’esso di grande attualità.
Qualcuno chiama il genere “soja western”, ma visto che si parla di un prodotto completamente italiano che fondeva l’autorevole spaghetti western con la passione per i film marziali asiatici (dai samurai giapponesi al kung fu di Hong Kong), ho ribattezzato il genere spaghetti marziali.
Ecco un viaggio inedito in un genere troppo poco noto al grande pubblico.
William Shakespeare è probabilmente il più noto autore di lingua inglese mai esistito, quindi nessuno biografo serio si azzarderebbe a fare una domanda all’apparenza semplice: quali prove concrete abbiamo che un drammaturgo di nome Shakespeare sia realmente esistito? La risposta non è rassicurante: a dispetto della grande fama del personaggio, le prove della sua reale esistenza sono pochissime e molto nebulose.
Da più di due secoli scrittori e saggisti, a volte in buona fede altre volte con secondi fini, si sono alternati a gridare ai quattro venti di aver identificato chi veramente ha scritto le opere che noi oggi imputiamo al grande Bardo, ma tutti questi si sono sempre dimenticati qualcosa di importante: ci vogliono prove per queste affermazioni, e le prove non ci sono. (O, se ci sono, spesso si sciolgono come neve al sole.)
Può un campagnolo d’un paesino di provincia aver scritto le più grandi opere teatrali in lingua inglese? Il mondo si divide in due: chi crede ciecamente che non esistano misteri sulla questione, chi invece crede che esistano mille complotti e misteri (Templari, Rosacroce, Santo Graal e tutto il circo danzante). Curiosamente non esiste una fazione che segua la “via di mezzo”: che cioè cerchi spiegazioni razionali attenendosi ai fatti invece che a fantasiose teorie che non hanno neanche l’ombra di una prova. Questa è la via che seguirà Mistero Shakespeare (il cui titolo roboante è ovviamente sarcastico).
Sul Grande Bardo si è detto e scritto tantissimo, ma c’è un argomento che sembra non destare l’interesse di critici e saggisti, anche i più “fantasiosi”: è possibile che qualcuno, molto tempo dopo la scomparsa di Shakespeare, si sia divertito ad inventarne la biografia? Quella biografia che noi oggi consideriamo ancora vera a dispetto della mancanza di prove in suo suffragio?
Questo saggio non darà risposte su questioni su cui è impossibile darne: si prefigge solamente di offrire una panoramica quanto più “inedita” della questione shakespeariana, cioè studiandola attraverso quello specchio deformante che spesso dice il vero, percorrendo quel territorio che raramente viene preso in considerazione: la letteratura, la più vera delle menzogne.
In appendice, un’intervista con John Underwood – pseudonimo di Gene Ayres ed autore del controverso Il libro segreto di Shakespeare – e l’imperdibile saggio L’uomo che fu Shakespeare di Chiara Prezzavento, blogger intrigante oltre che grande appassionata della narrativa che circonda il Mistero Shakespeare, che non solo ci fornisce delle indispensabili coordinate per capire il mondo elisabettiano dell’epoca, ma ci guida anche in una panoramica frizzante e precisa sulla narrativa che si occupa dell’argomento: visto che si tratta di romanzi inediti in Italia, è un’occasione imperdibile.