[NINJA 46] Hong Kong Ninja (2)

Share on Tumblr Share

(Quarantaseiesima puntata del viaggio nel cinema ninja: qui trovate il saggio completo in ePub)

L’alba del ninja trash

Shaolin_NinjaMalgrado il continuo fiorire di altre produzioni similari – come il celebre taiwanese Shaolin vs. Ninja (Shao Lin yu renzhe, 1983) – non si può ancora parlare di ninja-mania: si tratta solo di film che testimoniano la curiosità dell’ambiente per un personaggio nuovo che può essere buono o cattivo, a seconda dell’estro della produzione, ma di sicuro straniero.

Da segnalare in questo periodo la miniserie taiwanese conosciuta nei paesi anglofoni come Ninja Death, corposo melodramma diviso in tre film che riesce a fondere i più classici dettami del gongfupian cinese con storie di ninja e di intrighi giapponesi. (E con una godevole sequenza di Kuji-Kiri, l’uso di intrecciare le dita tipico del ninjitsu.)

Tutti i titoli sin qui citati sono noti a livello internazionale solo ed esclusivamente perché sono stati ripescati molti anni dopo la loro nascita e riversati nel mondo alla rinfusa, nel tentativo di soddisfare una richiesta feroce di nuovi ninja movies. Ma noi ancora oggi non sapremmo probabilmente nulla dei ninja asiatici se nel 1984 un uomo misterioso – Tomas Tang, di cui non si sa nulla né della vita né della morte, come si vedrà in seguito – non avesse deciso di dare vita al fenomeno più dirompente di questo genere: il ninja trash.

Super_ninjaAll’inizio non si tratta ancora di “spazzatura”, ma semplicemente di produzioni che si rifanno alle citate miglori produzioni di Hong Kong. Una di queste è Ninja il cacciatore (Ninja Hunter), una rivisitazione di film epici come I giganti del karatè (Shaolin Temple, 1976) e, proprio come nel film citato, presenta addirittura personaggi storici come la leggendaria Wu Mei, la monaca che tradizione vuole abbia fondato lo stile Wu Shu. I paladini impegnati a salvare le sorti del Tempio di Shaolin, stavolta, se la dovranno vedere anche con i perfidi ninja. Altro titolo storico è Super Ninja, fortemente influenzato da L’invincibile ninja di Golan (ancora oggi la locandina del DVD mostra il protagonista in posa con i pugnali sai in un chiaro scopiazzamento di Franco Nero), segna l’inizio della collaborazione artistica fra il bravo atleta Alexander Lou (Luo Chang-An) e l’attore di colore Eugene Thomas, caratterista per produzioni asiatiche negli anni Ottanta. È un film ruvido e il ninjitsu è solo vagamente accennato: si tratta di un normale poliziesco di Hong Kong con il protagonista e il cattivo che ogni tanto indossano la tuta ninja: lo stesso una distribuzione capillare e duratura nel tempo ne fa un classico del genere, pur nella sua scarsa qualità.

Ma lasciamo un attimo in sospeso l’esordio ninja di Tomas Tang, perché è il momento di parlare dell’uomo che più (e peggio) ha saputo sfruttare il fenomeno ad Hong Kong, invadendo il mondo come mai nessuna grande produzione locale ha saputo fare.

(continua)

Se non ti va di aspettare…bannerScarica il saggio liberamente

Share on Tumblr Share
This entry was posted in Cinema marziale, Ninja and tagged , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>