Il nunchaku è l’arma di Michelangelo, una di quelle Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles, per amici TMNT) il cui successo desta ancora infinito stupore in me. Ho cercato, nel corso degli anni, di vedere la marea di roba che è stata prodotta su questi strani personaggi, ma il fastidio è davvero tanto: perché dare loro armi che NON usano, perché chiamarli ninja che NON sono, perché scimmiottare arti marziali che NON usano?
Lo so, lo so, è un prodotto americano e gli americani non possono mostrare violenza nei prodotti per l’infanzia (bojata assurda, ma tant’è).
I personaggi delle Tartarughe Ninja hanno conosciuto una storia complessa che vi invito a leggere sulla ricca pagina Wikipedia dedicata all’argomento. Quello che mi preme notare è che nascono quasi per gioco nel 1984 dalla penna degli statunitensi Kevin Eastman e Peter Laird: il successo è immediato ed esplosivo grazie a serie animati, giocattoli, film, storie a fumetti e via dicendo.
La metà degli anni Ottanta – è risaputo – è la culla della cinematografia marziale mondiale, e quindi anche del nunchaku. Negli USA i ninja erano un prodotto di strettissima attualità e di grande moda, e mentre le Tartarughe prendevano forma il mercato home video iniziò ad essere invaso da chili e chili di spazzatura di Hong Kong a base di ninja variopinti. Tutto il “brodo primordiale” dove sono cresciute le Tartarughe Mutanti, però, scompare con una velocità impressionante: come mai le TMNT rimangono?
Personalmente credo che abbiano trovato la formula giusta per sopravvivere: tradire il loro spirito iniziale e diventare personaggi buffi e comici per bambini. Sin dall’inizio degli anni Ottanta anche in Italia erano accese le polemiche sulla violenza che i film marziali comunicavano ai ragazzini (principali fruitori): la paura che degli assurdi ed improbabili salti volanti potessero traviare le loro giovani menti, non faceva dormire i genitori.
Alla fine ogni prodotto “violento” (per quanto possa chiamarsi violenza il ninjutsu al cinema, più simile alla magia che alla marzialità!) è stato cassato da ogni media, ogni film è scomparso, ogni fumetto divenuto una rarità, ogni pupazzetto fatto sparire. (Nel 1983 comprai il primo pupazzetto ninja arrivato in Italia, mai più rivisto altrove! All’incirca nello stesso periodo i mitici Masters of the Universe della Mattel tirarono fuori Ninjor: entrambi questi personaggi avevano katana e nunchaku, e li tengo ancora come i cimeli più preziosi che possiedo! )
Le TMNT al loro primo apparire usano le temibili armi ninja per tagliare la pizza e per grattarsi la schiena; le arti marziali servono loro per ballare in discoteca e gli unici attacchi violenti sono quelli costituiti dalle loro insulse e ridicole battute. I genitori sono contenti perché al posto di una finta violenza ora i loro bambini possono assorbire una reale idiozia e plasmare la loro mente seguendo i più beceri stereotipi americani. Contenti loro…
Il nunchaku nelle mani di Michelangelo è una presa in giro fastidiosa e irritante, che serve solo per fare le illustrazioni e le copertine: ecco, mi sono tolto ’sto sassolino dalla scarpa