La vita è un teorema ma non di quelli in cui l’ipotenusa è una scorciatoia rispetto ai due cateti, semmai un piano inclinato scivoloso in cui, come nel gioco dell’oca è più facile ritrovarti al punto di partenza che tagliare il traguardo.Ci ho pensato a lungo, in questa coda di estate fatta di attese di risposte e di attese di treni, di sale d’aspetto e di cinture di sicurezza allacciate, di tavolinetti chiusi e di sedili reclinati. Ci ho pensato spesso in aereo o sui binari di un treno ad alta velocità, perchè in questi non luoghi il tempo si ferma. Ci ho pensato camminando con un vistoso zaino sui sampietrini di Cola di Rienzo a Roma, dove davanti a una libreria mi sono fermata a vedere tre colonne che esponevano la trilogia. Ci ho pensato in piazza Duomo dove, ancora davanti una Mondadori, la trilogia è stata sorvegliata per un mese nella vetrina principale sotto lo sguardo complice della madonnina d’oro. Ci ho pensato per mesi andando a dormire la sera, ed era l’ultimo pensiero della giornata, quello sgualcito dalla stanchezza delle ore vissute, il più intimo e sospeso e ci ho ripensato aprendo gli occhi di giornate così piene che sembravano uova.
E sono arrivata a una conclusione: il teorema dell’esistenza è più complesso di quello di Pitagora. Nella vita sono fondamentali tre C: quella del Cuore, che batta controcorrente e nonostante tutto, quella del Coraggio che aiuti a vincere gli attriti dell’esperienza. E poi ce n’è una terza, su cui ci si siede che olia le serrature più ostiche da aprire. La sinergia di questi tre fattori rende la vita perfetta.
E voi, cosa ne pensate?