Geppin visse più in mare che sulla terra ferma. La prima cosa che ebbe “per tutta la vita negli occhi e nel ricordo fu il mare”. Nacque quasi tuffandosi “dalla pancia della madre direttamente nella schiena di un’onda lunga”. Lui è “Il padrone delle onde” protagonista dell’omonimo libro di Mario Dentone pubblicato da Mursia. Un libro nato dal materiale tratto da “Capitani di mare e bastimenti di Liguria del secolo XIX”, scritto da Gio Ferrari nel 1939. Vincitore della seconda edizione del premio Marincovich, sezione narrativa di mare, “Il padrone delle onde” è un romanzo di avventura, di naviganti e di predoni che prende le mosse dalla storia del giovane zavorratore di Moneglia nel mare liguria, Giuseppe Vallaro, conosciuto come Geppin. Come tutti quelli del paese nati e cresciuti sulla riva anche Geppin sa che il mare è sempre uno, ovunque, e “lo girò, lo baciò, lo maledisse per una vita, e lo vide farsi di tutti i colori, e urlare in tutti i modi e cantare, sbattere e accarezzare”. Geppin imparò dal mare a riconoscere la morte in certe onde che avevano il suo ghigno e soprattutto imparò che mare vuol dire partire senza la certezza di arrivare perchè il mare vincerà sempre. Partì tante volte Geppin da ogni porto e ricordò sempre che “sono il vento e il mare che uniscono il mondo, non la terra, non le coste, sempre mare e vento!”
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