Il mare le scorre nelle vene e bagna le pagine dei suoi romanzi. Catena Fiorello, siciliana doc, autrice di libri intrisi di Sud, suggestioni, emozioni e sentimenti, dopo il mare della Sicilia di “Picciridda” con “Casca il mondo, casca la terra” (Rizzoli) sono i luoghi di mare del Salento a essere in simbiosi con i personaggi e a risvegliare “i ricordi indelebili dell’infanzia” a Casalabate di Vittoria, la protagonista. Il mare lambisce le coste salentine, da “Casalabate la spiaggia degli abitanti di Squinzano, Campi Salentina e Trepuzzi. Per tutti gli altri c’erano infinite possibilità, chilometri di sogni, scogliere e spiagge che andavano da San Cataldo, passando per Torre dell’Orso e Torre Saracena e arrivavano sino a Otranto, proseguendo poi nella direzione opposta sino a Gallipoli e Porto Cesareo”. Davanti a quel “paradiso incontaminato che l’aveva allevata” e si estendeva sino a Torre Rinalda cominciano i progetti di Vittoria, la decisione di abbandonare tutto in cerca di fortuna e di un uomo ricco. Il mare per Vittoria, donna ambiziosa e ostinata abituata a vincere tutte le battaglie che la vita che le ha posto innanzi è ricordo di momenti felici e spensierati dell’infanzia nonostante gli abusi subìti dal padre ubriaco. Moglie e madre tradita e pietrificata da un immenso dolore “se la sentiva ancora addosso la sabbia finissima di quel tratto di costa pugliese, anche quella notte, dopo l’incubo”. Si rivede bambina, quando sentiva che le “parlavano i pesciolini a filo d’acqua; quell’acqua trasparente dove immergeva i suoi piedi e la sua spensieratezza” desiderando di diventare “la principessa dell’isola dell’Amore”. Quanto era cambiata da allora, Vittoria? Moglie del noto avvocato e professore Alberto del Giusto, madre di Eleonora e Matteo, signora dell’alta società romana. Cosa manca nella sua vita? Ha raggiunto l’Isola dell’Amore? Un dolore atroce la fa cascare a terra, la annienta come donna e come madre ma allo stesso tempo la purifica e fa emergere come dall’acqua turchese la vera Vittoria. E sarà ancora un’ immagine di mare in una mattina d’estate che fa comprendere a Vittoria che “era arrivata la verità che l’avrebbe guarita” . La libertà non si raggiunge mai senza sofferenza e “l’odore del mare e il silenzio di quel posto meraviglioso la calmarono dentro e non ebbe più paura. Fu un lungo viaggio dentro l’anima”.
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