¡Tu la pagaràs!

¡Tu la pagaràs! è il secondo romanzo di Mariù Oliva, uscito per Elliot Edizioni

Una storia enigmatica di musica e di morte

È quasi finita la notte quando, in una sala da ballo, dopo una festa religiosa in onore degli orishas, le divinità cubane dal sincretismo afro-cattolico, viene ritrovato il cadavere di un barista cubano, Thomàs Delgado. Molti sono i potenziali indiziati, prima tra tutti la Guerrera, fidanzata di Thomàs. Disincantata, scanzonata, impulsiva, un po’ vanitosa, un po’ maschiaccio, vera salsera, spirito combattivo, la Guerrera sgobba presso una sorta di redazione-garage per un giornale diretto da un becero individuo. É guerriera di capoeira, l’arte marziale brasiliana nascosta sotto forma di danza, e, oltre alla salsa, ha due grandi passioni: Dante Alighieri e le patatine fritte. Vive con Catalina, l’amica cartomante fatta d’azzurro e di suggestioni paranormali.

Le indagini vengono condotte dall’ispettore Gabriele Basilica ma restano in sottofondo e si completano solo con quelle della Guerrera, che lo addentra nel mondo della salsa, svelandogli incoerenze, bugie, illogicità. La ragazza a volte si contraddice, tanto che i sospetti cadono a più riprese su di lei: avrebbe avuto molte buone ragioni per farla pagare a Thomàs, inguaribile sciupafemmine. Alla vicenda notturna del giallo da risolvere si alterna la vita quotidiana della Guerrera, sfruttata da Torinelli, il direttore del giornale per cui lei lavora, un uomo bigotto, iracondo e attaccatissimo al guadagno.

Il romanzo è diviso in due parti. La prima parte si intitola “Mi gente”: ciascun capitolo introduce un personaggio o un potenziale indiziato. L’ambientazione è quella dei locali notturni in cui si muove una massa umana variegata: insegnanti di danza, ballerine, esibizionisti, DJ pacchiani. L’Ispettore Basilica si trova così a  incrociarsi con un mondo inedito: lui è un uomo tutto d’un pezzo, votato alla serietà e al senso del dovere. Sposato con una donna che si rende conto di non amare, è attratto dalla Guerrera ma su questa leggera fascinazione prende sempre il sopravvento lo svolgersi della vicenda. Poi c’è Catalina, l’amica-coinquilina della protagonista. Di origini latinoamericane per parte materna, gestisce un’agenzia matrimoniale ma si diletta di astrologia e cartomanzia e rappresenta la parte spirituale del romanzo, in contrapposizione al materialismo della Guerrera. Infine c’è la succosa fauna che popola la pista della discoteca: El Cubano, un animatore barese che si spaccia per latinoamericano, El Pony DJ, Manuela, l’organizzatrice di serate, Princesa, la più bella ballerina venezuelana che sia mai passata per la città e molti altri esemplari curiosi. I ritmi  latino-americani scandiscono i capitoli, il senso della musica viene lentamente anticipato in un climax che culminerà nei balli finali.

La seconda parte si intitola “Mis dios”: i delitti sono collegati con la ritualità santera cubana, le cui divinità sono onorate durante feste notturne di ballo, e i capitoli sono scanditi dagli del pantheon cubano. Dei che con gli uomini hanno in comune vizi, virtù e sentimenti: rabbia, vendetta, avidità, amore, tanto che le loro vicende paiono sovrapporsi a quelle degli antieroi della trama.

Un romanzo nero, realistico, a tratti inquietante, impregnato di passione per l’America Latina e per la sua cultura così colorita e impenetrabile. Una storia di morte e di salsa che alla fine chiude il cerchio con qualche domanda esistenziale e che, oltre alla trama noir di un’investigazione svolta al di fuori dei canoni tradizionali, affronta tematiche scottanti come il perbenismo e i guai che provoca, il problema del precariato nel lavoro, gli abusi di potere e la superstizione.

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