Mano Nera

Il libro si presenta agile, 171 pagine che scorrono via piacevolmente. “Mano Nera” prende il nome dall’organizzazione criminale Crna Ruka, un’organizzazione che persegue i suoi scopi politici agendo nell’ombra, sullo sfondo di una Sarajevo multietnica, magicamente sfaccettata, in balia di traffici illegali, un epicentro multirazziale dove l’integrazione sussiste solo attraverso la dis/integrazione e dove popoli diversi convivono non sempre pacificamente. Inserita all’interno di “Vidocq”, la nuova collana di Baldini Castoldi Dalai, “Mano Nera” comincia a Sarajevo, col sangue: la strage provocata dal sequestro di Sanja Karahasan, figlia di un ministro bosgnacco, cui segue, a breve, il rapimento della cugina Nadira. Azioni avvincenti, personaggi riusciti, mescolati da nazionalità non sempre in convivenza pacifica: serbi, croati, bosgnacchi, un Greco – con la G maiuscola –, avventurieri, musulmani, ortodossi, cattolici e integralisti.

Al Custerlina dà un’ottima prova (seconda prova, per la precisione, dopo “Balkan Bang!”, uscito con Perdisa Pop), dimostrando di essere capace di una prosa interessante e di avere sempre in pugno la situazione. Sentiamo come analizza il suo libro attraverso le nostre domande:

Puoi inserire una citazione significativa di 6-7 righe?

L’incipit:

“Suo padre aveva impiegato sei ore per andarsene, colpito all’addome da un frammento di granata, e nel frattempo gli aveva fatto un po’ di raccomandazioni, come se nell’imminenza della morte volesse recuperare il tempo che aveva perduto insegnandogli a uccidere, invece che a vivere. «Slobo», gli aveva detto, stringendogli la mano, «non esultare mai per la morte di un nemico. Per quanto tu possa odiarlo, pensa che da qualche parte c’è chi piangerà per lui.» Quando il vecchio era spirato, Slobodan si era messo in caccia di croati per ammazzarli senza esultare.”

Qual è il plot?

Sarajevo. Un’organizzazione criminale vuole ridare fuoco alle polveri balcaniche.

Quando e come l’hai realizzato?

Estate 2009. Dovevo trovare un’idea che fosse completamente slegata da Balkan bang!, ma allo stesso tempo che ne mantenesse il mood e, naturalmente, l’ambientazione balcanica. Sono partito dalla scena della crocifissione e dall’idea di un personaggio (che poi è diventato la Santa), poi ho fatto un po’ di ricerche sulla vecchia Mano Nera, sui fermenti politici attuali in Bosnia e sull’Haggadah di Sarajevo.

Come hai architettato la struttura?

Scrivendo. Io non pianifico mai nulla prima di cominciare la stesura. Ho idee, personaggi, ambienti e costruisco la storia mentre la scrivo. Un processo un po’ complesso perché ti costringe spesso a tornare indietro a modificare, ma nel contempo altamente creativo.

Perché questa divisione in capitoli?

Perché ragiono in maniera cinematografica e la suddivisione in capitoli che uso cerca di ricalcare una taglio filmico. Come hai visto ogni capitolo è una scena compiuta. Non ci sono mai due scene diverse nello stesso capitolo a meno che una non sia la continuazione diretta della precedente.

Come hai ideato i personaggi?

Mi vengono delle idee e li disegno per fissare i loro tratti caratteristici. Qualche volta mi compaiono in mente dal nulla (probabilmente grazie a un enorme bagaglio di letture e visioni che mi porto dietro), a volte sfogliando foto sul web e ispirandomi.

Prendine uno e analizzalo

Ljudmila Horvat, aka La Santa, è il contraltare di Zorka Stoltz (personaggio di Balkan bang!). Sessuofobica, integralista cattolica, è convinta di uccidere a fin di bene per eliminare i nemici di Dio. E’ stizzosa, vendicativa e sbrigativa. Molto sola, vorrebbe smettere e ritirarsi in convento, ma non ce la fa.

Quali sono i requisiti che pretendi dalla tua scrittura?

Descrizioni ambientali concise ma complete, pochissimi monologhi interiori e comunque brevi, dialoghi serrati, varietà lessicale, uso della tecnica del “show don’t tell”, accuratezza massima durante la fase di documentazione, zero strafalcioni (soprattutto tecnici o storici).

Quali sono i maestri di stile?

Anche se molti di questi non sono riconoscibili nella mia scrittura (o lo sono poco), direi che i miei maestri attuali sono: E. Leonard, J.P. Manchette, J. Lansdale, S. King. Ma non dimentichiamo autori non di genere come DeLillo e McCarthy, per esempio.

La frase che ti piace di più

‎”Il perdono non è educativo. Non contiene in sé nulla che possa agire su colui che viene perdonato. E’ tutto a favore di chi perdona, che alla fine si libera di un peso. La vendetta o la punizione, invece, educano chi le subisce.”

Mano Nera

Alberto Custerlina

B.C. Dalai editore

2010, euro 13

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