Chi ama il cinema di solito si chiama “cinefilo”, neologismo che può anche venir usato per indicare chi ama il cinema “di qualità”. Ma chi stabilisce i canoni della qualità? Come si fa a dire se un film è “di qualità”? Forse in base a quanto è costato? O a quanto ha guadagnato? A quanto è piaciuto? E piaciuto a chi, alla critica o al pubblico?
Stiamo parlando di concetti vaghi e altamente soggettivi, visto poi che anche i film considerati orribili alla loro uscita vengono poi ripescati anni dopo, anzi “riscoperti”, perché pregni di un qualche significato o legati a qualche nome famoso.
Insomma, c’è il bello che piace e il brutto che piace… e poi c’è il mediocre, quello che non piace a nessuno, quello che non verrà mai ripescato, che non verrà mai riscoperto, che non verrà mai citato da alcun manuale o articolo giornalistico. È il cinema che viene prodotto a quintali e dà lavoro a migliaia di professionisti del settore, che il cinema di serie A non lo vedranno mai; è il cinema mediocre e ridicolo che non viene mai distribuito, ma semplicemente “appare” da qualche parte; è il cinema senza sala e senza proiezione, senza pubblico e senza distribuzione, senza corona e senza scorta: nessuno lo vuole, ma busserà cent’anni ancora alla nostra porta.
È il cinema di serie Z, troppo ben fatto per essere un “brutto che piace”, troppo ridicolo per essere anche appena decente: vive in una terra di mezzo dove solo una strana figura si aggira disinvolta. La figura del Zinefilo: il cinefilo di serie Z.
In quanto Zinefilo mi nutro di questi film da anni, da quando cioè l’avvento del digitale e la fine dei soldi delle major cinematografiche hanno costretto registi ed attori a sfornare fiumi di inutili titoli, tutti dimenticati cinque minuti dopo essere apparsi su DVD, tutti archiviati un attimo dopo essere stati trasmessi in TV, tutti negati dagli stessi che vi hanno preso parte e tutti ignorati da qualsiasi fonte di informazione. Ne escono così tanti e con titoli talmente uguali che raramente qualcuno riesce a districarsi: arriva quindi il Zinefilo a chiarire le cose.
Comincio da oggi a parlare di quei film che non finiranno mai in alcuno speciale né saggio né retrospettiva, perché non sono né belli né brutti, né intelligenti né stupidi, né furbi né idioti: sono la mediocrità, quella che non si perdona mai a nessuno.
Eppure fra le loro pieghe ci sono tutte quelle avventure che le blasonate major non vogliono né possono più raccontare; ci sono quelle rutilanti e deliranti storie pulp che nessuno è così pazzo da finanziare sul serio; ci sono quei personaggi rocamboleschi che non possono trovare spazio in grandi produzioni, perché sono ridicoli ma non poi così tanto…
Insomma, tappatevi il naso e preparatevi a tuffarvi nel peggior cinema di sempre: quello mediocre!