Il segno del sale

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La storia della civiltà ha coinciso con quella meno conosciuta, ma non meno importante del sale. Se a qualcuno leggendo queste parole viene da ridere, ricordo l’inizio di una fiaba, che si intitola appunto “come il sale”: c’era una volta un re che aveva tre figlie, ma che prediligeva la più piccola. Un giorno decise di dividere il regno fra le principesse e le chiamò alla sala del trono. “Quanto mi vuoi bene? “chiese alla prima. “Come all’aria, padre.” “Bene, avrai un quarto del mio regno poichè il tuo affetto è grande.” Seconda figlia: “Ti voglio bene come all’acqua.” “Bene, avrai un quarto del mio regno poichè il tuo affetto è grande.” Terza figlia: “Ti voglio bene come al sale.” Al che, il padre, che aveva tenuto per lei mezzo regno, si levò sdegnato. “Così poco mi consideri? Sarai bandita da queste terre!”. Dopo varie vicende fiabesche, la principessina, sposata con un bel principe e felice contenta, invitò il padre a un banchetto a cui si presentò velata. Per tutti i cibi erano succulenti, ma per il vecchio re tutto era stato cucinato senza sale, in modo che comprendesse la risposta che lei quel giorno gli aveva dato. E quando il re si lamentò copiosamente del pasto, la principessa ebbe la sua vendetta, spiegandogli che senza acqua e senza aria non si vive, ma è il sale che dà gusto alla vita.

Così, fin dai tempi più remoti, il sale non solo è stato considerato una merce preziosa e una moneta di scambio, ma è divenuto parte integrante della vita dei popoli, entrando nei riti e nella simbologia religiosa.

Nell’antica Roma, le due vie principali erano la via Aemilia e la via Salaria, entrambe utilizzate per il trasporto del sale che veniva estratto nelle saline lungo le coste e distribuito in tutto l’impero.

Il sale era presente in molti riti come sacrificio gradito agli dei, veniva usato per purificare altari e animali. Il suo significato di purificazione era strettamente legato alle numerose funzioni che il sale aveva, funzioni vitali in epoche in cui la conservazione degli alimenti era sempre precaria: fin da età remote si era scoperto che gli alimenti posti sotto sale o in salamoia si conservavano a lungo intatti, in particolare le carni, facilmente soggette a deperimento rapido, potevano essere conservate per svariati mesi. Il sale veniva utilizzato anche per la sua funzione antisettica, nelle ferite, e queste proprietà gli conferivano valenze magiche e protettive.

Già i Fenici conoscevano tecniche di estrazione e commerciavano sale nei loro viaggi, ma è nel popolo ebraico che sono presenti le più forti valenze simboliche. Sempre i romani sono stati frai i teorizzatori delle proprietà del sale, già negli scritti di Plinio esso è descritto come medicinale, in Orazio si trova la credenza che il sale sia nutrimento per la testa. In effetti, il cloruro di sodio, intervenendo nella pompa sodio potassio, è uno dei principali regolatori del metabolismo e interviene nella normalizzazione della pressione arteriosa quando si soffre di cali improvvisi. Allo stesso modo è il sale la prima rinuncia di chi soffre di pressione alta… Meccanismi non ancora spiegati all’epoca romana, ma i cui effetti probabilmente erano noti ai più acuti osservatori.

Il sale – purificatore è divenuto simbolo di purezza fino a fargli attribuire la capacità di allontanare il male. Questa simbologia è alla base di moltissime usanze ancora oggi diffuse come superstizioni: gettare il sale dietro alle spalle per scacciare il demonio che si nasconde; non rovesciare il sale perchè “porta male”, gettare il sale contro qualcuno corrisponde a un cattivo auspicio, quasi un’esorcismo.

L’effetto protettivo del sale è presente in molti riti. In particolare il cristianesimo ne ha fatto abbondante uso. Ereditando dalla tradizione ebraica il simbolismo di protezione, il sale nel vangelo viene citato diverse volte: se il sale perdesse sapore con che cosa lo si salerà? … voi siete il sale della terra… in questi versetti sono presenti sviluppi del simbolo costituito dal sale: non basta che il cristiano sia presente nel mondo, la sua funzione è quella di sciogliersi per rendere il mondo salato. Un segno di morte e di sacrificio che diviene salvifico.

Nell’acqua benedetta è presente una piccola dose di sale: un richiamo al valore protettivo e un segno di appartenenza.

Tracciare un cerchio di sale, recuperato dalla religione wicca, ma pratica di origine antichissima, protegge chi se ne trova al centro dal maligno, oppure “santifica”, ossia pulisce da forze negative, l’area delimitata. Sale gettato sulle salme è un segno di vita immortale, ma anche una protezione per il defunto dal maligno. Ancora, impedirebbe agli spiriti di “tornare” fra i vivi.

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One Response to Il segno del sale

  1. Solange says:

    In aggiunta al post di Antonia Romagnoli, il sale come strumento utilizzato nell’esorcismo di rito romano, sciolto nell’acqua (precedentemente benedetta).
    La formula utilizzata è la seguente:

    Benedici, Signore, questo sale.
    Tu che ordinasti al profeta Eliseo
    di risanare l’acqua con il sale,
    fa’ che mediante questo duplice segno di purificazione
    siamo liberati dalle insidie del Maligno
    e custoditi dalla presenza del Tuo Spirito Santo.

    E’ possibile trovare la formula completa del Rito di Esorcismo Romano sul sito:
    http://www.liturgia.maranatha.it/Esorcismi/b3/1text.htm

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