LA REALTÀ È RELAZIONE: PAROLA DELLA SCIENZA. I PRESUPPOSTI DELLA NOETICA

Render of moleculeCompagni di viaggio alle soglie delle vacanze d’agosto, che libro porterete in vacanza? Qualche anno fa un noto scrittore di thriller, tale Dan Brown, portò l’attenzione mondiale dei lettori su di lui con “Il simbolo perduto”: questa volta era la scienza ad aver tutti i riflettori puntati su di lei, con la presentazione di una “nuova” disciplina, quasi un ponte di unione tra la scienza ufficiale e la magia. La noetica era entrata nelle case di tutti. Ma … cos’era questa noetica? Possibile che uno scrittore ricercatore come Dan Brown si fosse inventato tutto di sana pianta, proprio lui, un classicissimo professore d’università? Dopo qualche piccola ricerca sul web e molte letture di altrettante pubblicazioni scientifiche a riguardo, finalmente oggi percorreremo la via di una nuova disciplina, probabilmente unificatrice tra tutte le discipline: la noetica.

La scienza noetica studia al di là dei fenomeni visibili.

Già nel secolo scorso il mondo ha vissuto un cambio di paradigma, derivato dalla relatività di Einstein, secondo la quale lo spazio ed il tempo sono funzione uno dell’altro.

La noetica poggia le sue basi sulla fisica della relatività e sulla meccanica/dinamica quantistica. Le due teorie non considerano l’oggettività della realtà manifesta, quella da noi percepita quotidianamento perlopiù dai cinque sensi “classici” (vista, olfatto, gusto, udito, tatto), bensì, vere paladine rivoluzionarie del pensiero moderno, l’indipendenza tra coscienza/conoscenza del mondo e il soggetto osservante. La scienza noetica arriva a dimostrare che la materia è informazione e la realtà è un evento probabile.

Facciamo un salto indietro di qualche decennio, per un ripasso della storia della scienza!

La teoria della relatività toglie validità al principio newtoniano per cui un corpo libero allo stato di riposo non ha energia. La celebre equazione di Einstein E=mc² sancisce un rapporto di equivalenza tra massa ed energia. Quindi un qualsiasi corpo, anche a riposo, è detentore di energia. Di più, la massa è oggi considerata una forma di energia.

Le teorie di fisica quantistica si basano sul presupposto per cui non esiste una realtà uguale per tutti gli osservatori e soprattutto definita a priori. Da queste basi vengono studiati i fenomeni del microcosmo particolare. I risultati di questi studi dimostrano che la realtà è relazione! Proprio così! Lo studio delle particelle subatomiche è possibile solo osservando il loro comportamento insieme ad altre particelle analoghe, lo studio separato di ciascuna particella indipendentemente dall’ambiente circostante non è possibile: questo avviene perché le caratteristiche intrinseche, per esempio posizione e velocità, sono definibili in funzione della presenza di enti simili, ricordiamo che tutto quanto avviene non è definibile a priori, perciò casuale.

Una disciplina interna alla fisica quantistica ha le sue basi nella teoria delle stringhe o teoria del tutto, per cui la materia è fatta di stringhe, ovvero piccoli “anelli” di energia vibrante, sono le vibrazioni delle stringhe, ovvero delle strutture interne alle particelle, che danno forma alla materia. Per spiegare con un’immagine poetica, si pensi a corde di energia che vibrano come quelle di un violino, le “note” generate compongono l’armoniosa sinfonia dell’universo, che si esplica in una danza continua di energie in trasformazione.

Uno scienziato del ventesimo secolo, Bohr, mise in luce il fenomeno dell’entanglement o non-località: in caso di contatto tra due particelle subatomiche, esse danno vita a un’influenza reciproca, qualunque sia la distanza spaziale in cui sarebbero localmente situate. Così esse si comportano come se fossero una sola particella. Esperimenti condotti nel 2002 dimostrano che ciò accade non solo a livello subatomico, ma anche per atomi e pezzi di cristallo delle dimension di circa un cm. Quindi, gli enti coinvolti, si trovano in uno stato di reciproca interconnessione. Immaginiamo bene le implicazioni nel mondo macroscopico …

Il fenomeno dell’entanglement sembra spiegabile per la presenza del Campo del Punto Zero, ovvero un campo di scambi continui di energia, o meglio, di informazione tra le particelle virtuali che si generano dalle particelle subatomiche per permettere tale interscambio. Di rilevante importanza è il fatto per cui il Campo del Punto Zero esiste anche alla temperatura di zero assoluto, quando, secondo il modello newtoniano, la materia non dovrebbe più essere in grado di generare movimento. Da questi presupposti capiamo come la materia sia costantemente interconnessa con l’energia di fondo rappresentata dal Campo di Punto Zero.

Nel romanzo “Il simbolo perduto” Dan Brown scrive: “La mente plasma la materia”.

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