UNA PALESTRA, UNA, DUE, TRE STORIE

Compagni di viaggio con mille impegni … L’ultimo must, o diktat, della società moderna è quello di uscire dal lavoro per andare in palestra. Come perfetti automi entriamo senza salutare, passiamo la cara, in senso letteral-economico, tessera magnetica nel badge elettronico di riconoscimento – vi ricorda qualcosa? Forse il luogo lavorativo abbandonato da pochi minuti?- ci mettiamo gli auricolari dell’iPod per ascoltare la musica che piace solo a noi e bracchiamo come cani da caccia il tapis-roulant o la cyclette ergonomica, sia mai che la troviamo prenotata da qualcun altro!

Bene, nel circuito di palestre più globalizzato d’Italia è capitato che la palestra sia diventata una sorta di palestra per le relazioni umane, che gli istruttori abbiano mostrato le loro capacità e le loro debolezze, per evolvere insieme agli allievi. Cosa vuol dire? Partiamo dall’inizio.

La responsabile oggettiva dei corsi della palestra era una certa quarantenne venuta dalla Romania per lavorare, figlia già di un titolare di palestre nel Paese natio, la si vedeva tenere i corsi anche per tutta la giornata di domenica, giornata solitamente snobbata dagli altri istruttori, per “passione”, come ripeteva molte volte. “La domenica la mia bimba è al parco insieme al papà, noi siamo in palestra, invece … Non mi sto lamentando, no, ho scelto questo lavoro per passione …” Maestra yoga, istruttrice certificata di kick-boxe, istruttrice delle altre discipline più “occidentali”, quali aerobica, G.A.G., pilates, insomma, un’istruttrice a trecentosessanta gradi! Le lezioni di yoga non erano ginniche, l’ora e mezza dedicata a questa disciplina dalle molteplici sfumature diventava un’occasione per raffrontarsi, per confrontarsi su temi sociali e politici, per conoscere segreti millenari di longevità. Dalla Romania l’istruttrice quarantenne ha portato soprattutto altruismo e generosità. E le sale corsi erano sempre affollate, tra gli ottanta e i novanta partecipanti per ogni corso!

Allieva della quarantenne rumena, una giovane studentessa dell’Accademia di Ballo di Londra diventava istruttrice su proposta diretta della stessa istruttrice rumena! Soprattutto nei corsi più classici, aerobica e G.A.G., adottava uno stile similare per l’insegnamento e la pratica durante i corsi. Si scoprì che era un’appassionata di yoga. A tratti si poteva avere l’impressione di tenere una linea più ginnica, ma nel corso degli anni spiegò i benefici durante gli anni nel praticare costantemente lo yoga. Era l’unica in tutta la palestra a proporre una volta al mese i cinque riti tibetani, cinque riti di lunga vita. Si scoprì che di tanto in tanto collaborava con Yoga Journal, la maggiore testata giornalistica mondiale dedicata allo yoga! Il tutto ad appena 25 anni! Quando andò a vivere a Firenze noi allievi sentimmo presto la sua mancanza.

L’ultima storia sembra essere uscita dalle pagine di un romanzo, eppure si tratta di fatti accaduti realmente!

Qualche anni fa la Standa in piazzale Susa di Milano chiuse per lasciare spazio al Billa, poi chiuso anche questo. Alla Standa lavorava una commessa, non più tanto giovane da permettersi di trovarsi disoccupata da un giorno all’altro. Andava a seguire i corsi tenuti dall’istruttrice rumena, con cui un giorno si confidò, presa dalla disperazione. L’istruttrice rumena aveva notato la passione, la determinazione e la costanza con cui questa donna seguiva i vari corsi, per cui le propose di unirsi allo staff di istruttori nel circuito. L’ex-commessa della Standa accettò e, quando l’istruttrice rumena tornò in patria, diventò la sua “erede”, l’unica istruttrice in tutta la palestra che tiene i corsi di kick-boxe e aero-boxe. E ogni anno che passa specializza queste discipline di combattimento. Le sale corsi continuano a essere sempre affollate …

L’Illuminato Denis Diderot affermava: “Esiste solo una passione, la passione per la felicità”.

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