Quei tre giorni in cui Suzzara diventa la capitale italiana del noir…

atavolaIl NebbiaGialla Suzzara Noir Festival, la cui prima edizione risale al febbraio 2007, è diventato con gli anni un appuntamento di riferimento per gli scrittori crime italiani e una realtà sempre più importante a livello nazionale, non solo per gli autori di genere ma anche per migliaia di appassionati lettori che giungono da ogni parte d’Italia per assistere alla kermesse.
L’idea nasce dall’esperienza e dalla professionalità del giornalista e scrittore Paolo Roversi, direttore artistico della manifestazione fin dagli esordi,  con il contributo e l’organizzazione dell’Istituzione Città di Suzzara.

Il festival può essere descritto come una tre giorni all’insegna della cultura in una dimensione familiare, come quella di una piccola cittadina come Suzzara, in cui gli autori, tra presentazioni, tavole rotonde, workshop di scrittura creativa, aperitivi e pranzi, racconteranno i loro romanzi, si confronteranno col pubblico sul loro modo di scrivere, sulle trame e personaggi.logocomunesuzzara
Il NebbiaGialla nasce con l’obiettivo di conciliare la passione per la letteratura di genere con il territorio: la Bassa. La terra di Guareschi e Zavattini, del Po, la città del Premio Suzzara e le sue tradizioni, la sua gastronomia e le sue caratteristiche ambientali come la nebbia da cui appunto il nome alla rassegna.

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Il NebbiaGialla ha conosciuto, anno dopo anno, un crescente successo di pubblico e di critica segno della varietà e qualità delle sue offerte.
Cultura e lettura, durante il NebbiaGialla, diventano intrattenimento, dove pubblico e scrittori si avvicinano in assoluta libertà e in un’atmosfera conviviale. Nel corso del festival è tutta la città ad animarsi: il centro storico con i suoi caffè e ristoranti vengono coinvolti in occasioni diverse di scoperta, conoscenza e valorizzazione del territorio per conciliare la passione per la letteratura di genere con la Bassa.
Suzzara per tre giorni all’anno diventa la capitale italiana del noir” dichiara l’ideatore  Paolo Roversi  “un festival all’insegna della valorizzazione della dimensione umana. Gli autori sono fra la gente, si possono riconoscere dalla sciarpa, li vedi passeggiare per il paese o prendere il caffè e puoi avvicinarti e parlargli. E anche dopo dibattiti accesi, quando ci si mette a tavola tutti gli autori si mettono d’accordo. Davanti ad un piatto di tortelli e un bicchiere di lambrusco torna il sereno”.

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