Nati con la valigia

In viaggio con Francesca Fogar

Pubblicato il 7- Jul - 2011

Di Eleonora Boggio

Una che di cognome fa Fogar non può che avere il viaggio nel dna. Dal mio, sono cresciuta guardando Jonathan, perdendomi tra i ghiacci con il fido Armaduk e sopravvivendo alle tempeste di sabbia che ti colpiscono nel cuore del Sahara. Ho raggiunto il polo nord per poi ridiscendere lungo il rio delle Amazzoni, pagaiando su una canoa su cui non sono mai salita, mentre annusavo, per la prima volta, l’acre profumo della Rafflesia nel Borneo.

Tutto davanti a un quattordici pollici dall’ingombrante tubo catodico. A portarmi per mano un gabbiano del piccolo schermo: cuore, voce e volto di Ambrogio Fogar, quel grande viaggiatore che ci ha lasciato in eredità una figlia che sta seguendo le sue tracce. Giornalista e inviata per testate Mediaset, come Matrix e Tabloid, Francesca è una viaggiatrice a trecentosessanta gradi di cui l’isola dei famosi, rappresenta soltanto la punta di un iceberg.

Se la incontri in metropolitana, scoprendo con piacere che un format da prima serata non l’ha cambiata minimamente, la troverai intenta a leggere libri di vela perchè lei e il mare sono un binomio inscindibile.

Ed, è proprio durante uno di questi viaggi, nel cuore della città, sul filo verde del binario che collega Abbiategrasso a Cologno, che le ho chiesto di rispondere ad alcune domande, a cominciare dalla prima, forse retorica, che riguarda la sua dimensione di viaggiatrice e di come sia cambiata dopo il naufragio televisivo.

Mi sento una viaggiatrice tale e quale a prima, solo un po’ più televisiva. La dimensione “survival” è quella che più mi interessa da sempre, mentre preparo uno dei miei viaggi, che sono senz’altro di piacere, ma che devono contenere, soprattutto, l’elemento di conoscenza. E il miglior modo per conoscersi in viaggio, nel mondo, nella vita in generale, è mettersi alla prova. Cosa c’è di meglio di una privazione, cercata e studiata, per capire meglio il proprio limite? Di un ostacolo, per sapere se l’asticella del coraggio può alzarsi un po’ di più?
Certo, prima dell’Isola non sapevo accendere un fuoco, senza fiammiferi. Ho imparato a farlo, con fatica, grazie ad una lente da presbiopia. Non sapevo pescare. Ho imparato. E sono felice per questo.
Una frase riassume bene questo concetto: “Abbiamo tutta la vita a nostra disposizione per imparare. Ma ogni giorno che non cominciamo, è un giorno buttato via.”

Non ti chiedo cosa ti porteresti in caso di naufragio su un’isola, perchè questo lo sappiamo già. Invece, che cosa non riesci a lasciare a casa quando stai preparando la valigia?

Dei grandi classici: un libro, carta e penna e una macchina fotografica alla quale posso rinunciare solo in cambio di un ipod o qualsiasi strumento mi regali della musica.
E, più importante di tutti, la fantasia.

Qual’è il bagaglio della viaggiatrice Fogar?

E’ una borsa da viaggio di pelle, del genere che prende la forma che gli dai e riesce a stare schiacciata ovunque. O, se prevedo viaggi molto avventurosi, uno zaino. E’ ovviamente un bagaglio a mano, perchè quando atterro ho subito voglia di uscire e vedere qual pezzo di mondo dove sono arrivata. Deve essere leggera, mai totalmente piena, perché si può sempre trovare qualcosa da voler riportare indietro da un viaggio. Deve portare cose utili, ma non indispensabili, perchè se ti viene rubata o la perdi, non è una tragedia.
Il trolley non fa per me. So che è immensamente più comodo del borsone, ma a me piace sentire sulle mie spalle il peso delle mie cose. Sarò stupida?

Che tipo di viaggiatore è Francesca?

Ho sempre voglia di vedere quanto più è possibile, di conoscere, di cercare di vivere profondamente e totalmente la realtà in cui mi calo. Ma anche di prendere lunghi respiri contemplativi, in mezzo alla Natura. E mi piace cambiare idea e piano, ogni tanto, farmi portare dal vento dell’intuizione!

E quest’estate cosa farai?

Questa estate…ancora non lo so! Sicuramente sto qualche giorno al mare, con gli amici, in qualche isola meno famosa… Poi mi piacerebbe stare su una barca a vela, che è il modo di stare al mondo che più amo.

Che messaggio vuoi lasciare nella bottiglia dei nostri viaggiatori?

Ragazzi! Voi che siete naticonlavaligia non stancatevi mai. Non sedetevi sulle comodità e sperimentate più che potete! Soprattutto, non sia mai che la vostra valigia riposi, in uno stanzino buio, con la polvere del tempo che la ricopre!

E a tutti, tanti auguri per la Vita!

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One Response to “In viaggio con Francesca Fogar”

  1. Cosimo says:

    Ciao Francesca sono Cosimo
    Mi piace il tuo modo di vivere la vita,
    un pò spericolato ma, sempre coerente con te stessa.
    Ieri ho visto alla tv i tuoi filmati da Licia Colò, mi è sembrato incredibile tu potessi girare e vedere così tente cose.
    Sono contento per te che hai potuto farlo, sono rimasto colpito dalla tua voglia di vivere il mondo, che non finisce mai.
    Se mi dici dove posso trovere delle notizie su di tè; scrivo un post sul mio blog così te lo potrai leggere “visto dai miei occhi”.
    Ciao e in bocca al lupo.Cosimo

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