PASSANNANTE. Oltre la pazzia, la forza degli ideali.

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Questa è la storia di Giovanni Passannante, cuoco lucano, anarchico e repubblicano, nato a Salvia di Lucania nel 1849. Questa è una storia vera. Di tempi lontani ma attuale nei contenuti. Ed ora è anche un film dal titolo “Passannante” per la regia di Sergio Colabona, nelle sale dal 24 giugno. Nel cast Fabio Troiano (Passannate), Alberto Gimignani, Luca Lionello, Roberto Citran e Ninni Bruschetta e con la partecipazione di Andrea Satta e Ulderico Pesce.

Nel 1878 Passannante attenta alla vita del re Umberto I di Savoia con un taglierino con queste parole “morte al re, via la Repubblica Universale, viva Orsini, viva la rivoluzione dei lavoratori, abbasso la miseria”. Condannato a morte, la sua pena viene commutata in ergastolo che trascorrerà in una torre di Portoferraio sull’Isola d’Elba.

Trascorre la sua detenzione, per oltre 10 anni, in una cella sotto il livello del mare, in condizioni disumane tra i suoi escrementi, in completo isolamento e incatenato. Ridotto alla pazzia, viene fatto uscire e rinchiuso in un manicomio criminale dove morirà di lì a poco.

Tre idealisti – il teatrante Ulderico Pesce, il cantante dei Têtes de Bois Andrea Satta e il giornalista dell’Espresso Alessandro De Feo – hanno rispolverato questo pezzo di nostra storia italiana, compiendo una vera e propria battaglia per rendere giustizia non solo ad un uomo che per affermare gli ideali in cui credeva ha subito torture ed è morto pazzo e cieco ma anche ad una verità storica molto attuale. Sembra strano ma anche chi ha commesso dei reati ha dei diritti. E questi non possono essere alienati dal nostro senso civico per il quale la tortura non è concepita. Una tortura che per Passannante non si è conclusa con la morte ma è andata avanti anche oltre la vita. Alla sua morte viene decapitato e il suo cranio studiato in virtù delle teorie lombrosiane secondo le quali esiste un legame tra comportamenti devianti e caratteristiche fisiche. Il cranio e il cervello di Passannante sono stati poi esposti fino al 2007 nel Museo Criminale di Roma e poi finalmente trasferiti nella terra natia per una degna sepoltura.

La battaglia di Ulderico Pesce continua. Il paese natale di Passannante cambia il suo nome da Salvia di Lucania a Savoia di Lucania quando, dopo l’attentato al re, il sindaco della città viene costretto a recarsi al cospetto del re per chiedere perdono, offrendosi di modificare il nome della città dedicandola ai Savoia. Ulderico Pesce sta ora tentando di ridare alla cittadina il suo antico nome Salvia di Lucania.

Il film Passannante, un esempio di film documentario che punta ad affrontare il tema su tre livelli (storico, teatrale e attuale) verrà proiettato soltanto in poche sale in tutta Italia con l’augurio che possa essere visto da molte più persone e che possa far tappa anche nelle scuole.

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One Response to PASSANNANTE. Oltre la pazzia, la forza degli ideali.

  1. Stefano Buso says:

    Una cronaca molto triste che è bene non scordare

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