Crisi economica,editoria e altro: verso il 2012

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Inutile nasconderci che il momento non è tra i più favorevoli. Giornali e notiziari rimbombano di cattive notizie e funeste previsione per il nostro futuro economico. Inutile altrettanto puntare il dito qui e là per trovare i ‘ cattivi’. La situazione non è semplice e semplici non possono essere le risposte o le soluzioni. Lo sapete, non sono abituato a usare il mio spazio sulla rete o sulla carta stampata a fini politici. Come tutti i cittadini ho le mie idee ma non credo che quel piccolo privilegio che si conquista con una limitata popolarità per il proprio lavoro vada usato per suggerire indirizzi politici o economici. Qualcosa, però, al termine del 2011 in vista del 2012 vorrei dirla. Uno di voi a quest’epoca lo scorso anno aveva notato una certa amarezza da parte mia nell’esaminare il trascorrere del tempo e la situazione editoriale italiana. Be’è trascorso un anno e siamo ancora qui. Nel bene o nel male sta a voi giudicarlo. Non è stato un anno facile, ma neanche disastroso come avrebbe potuto essere. Ho compiuto 50 anni e ho scoperto di avere energie ed entusiasmi forse superiori a quando ne avevo 30. Certo, sono ancora fuori dal ‘giro ‘giusto in libreria e c’è stata la disavventura legata allo Straniero che è lì che aspetta il momento buono per venire allo scoperto. Purtroppo affidarsi al piccolo editore a volte è azzardato. Ma non è stata l’unica brutta avventura. Farò tesoro delle esperienze. Di fatto il mio modo di lavorare rimane lo stesso, massimo impegno nel la realizzazione dei progetti e negli impegni presi. Poi c’è stato il cambio della guardai al vertice delle testa mondadoriane ma… come si dice non sempre i cambiamenti significano peggioramenti. Ne è emerso che il Professionista è non solo una certezza ma anche il più venduto autore della collana da anni, cosa che non sapevo e che mi stimola a lavorare sempre meglio. Mi sono anche levato il sassolino di pubblicare Sanguenero che resta una delle cose cui sono più affezionato e che è rimasto per due anni da Perdisa senza contratto malgrado Pietrafredda fosse andato bene. Be’ lo avete letto (sicuramente in un numero maggiore…) su Segretissimo. Peccato , e questo mi dispiace ancora moltissimo, che critica e concorsi snobbino il pulp da edicola a prescindere dai contenuti. Gangland Blues è un atto d’amore per la Milano criminale e letteraria che avrebbe meritato qualche riconoscimento ‘ ufficiale’. Però qui siamo. Le ristampe del Professionista riprenderanno e potenziate come la serie principale.
Oltre a ciò ho avuto altre e numerose soddisfazioni. Curare la collana Gli Indistruttibili per la Gazzetta dello Sport è un riconoscimento alla competenza nel settore. Così come lo sono la partecipazione a Giallo Latino e il successo delle serate che ho contribuito a promuovere e presentare. Sarà un caso ma alle presentazioni che ho curato c’è sempre stata moltissima gente. E di questo devo ringraziare il pubblico, come sempre. Perché senza pubblico non ci sono autori.
C’è poi il capitolo dedicato all’editoria digitale che è esploso proprio nel 2011, per quel che mi riguarda. Quando partecipai nel 2010 a un conferenza sull’argomento organizzata alla stata le da Andrea rossetti e Alessio Lazzati con la partecipazione di Cappi, Altieri, forte Tonani e Valeria Montaldi non ne sapevo nulla e avevo qualche pregiudizio a riguardo. Poi è venuta la collaborazione con dbook.it la ristampa del mio primo romanzo in digitale (Per il sangue versato) e una serie di iniziative che sono sbocciate in Action una rivista che sta per completare il suo secondo numero ma è già avviata verso il terzo con una grande partecipazione di nomi noti ed esordienti più che promettenti. E poi ristampe di altri libri. Sono venute poi le collaborazioni con Area 51 e MilanoNeraweb press che mi permette di realizzare l’idea del feuilleton a puntate. È vero l’editoria digitale per il momento non paga le cifre di quella cartacea ma è un’operazione importante che non è nemica del libro stampato ma può essere un alleato e un mezzo di diffusione per il lavoro di un narratore. E in un momento in cui l’editoria sembra voler puntare sempre e solo sui nomi mi sembra una risposta adeguata. In ogni caso anche se mi dispiace dirlo vedo ancora troppa diffidenza da parte di lettori e autori verso questo mezzo il futuro è lì. E io voglio esserci da principio. Un’altra avventura insieme ad altre sulla carta e nella vita. Nel 2012 malgrado tutto ci aspettano grandi imprese. Se andranno a buon fine dipende in piccola parte da noi ma, lasciarsi prendere da pessimismo e spirito rinunciatario di certo non ci aiuterà. Meglio frammentare il lavoro (nel senso di assegnare a ogni giorno il suo compito e portarlo a termine) e reagire. Sempre. Cosa penso della situazione attuale? Quello che ho sempre pensato nei momenti difficili e non è che non ce ne siano stati in passato. Lavorate, date spazio alla vostra creatività, cercate angolazioni differenti se la strada che avevate immaginato non funziona. Non smettete mai di credere in voi stessi e nelle vostre idee. La vittoria non è assicurata, ma quando mai lo è?

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17 Responses to Crisi economica,editoria e altro: verso il 2012

  1. Fabio Lotti says:

    E’ questo il Professionista che mi piace.
    Auguri a tutti!

  2. Dottor K says:

    Se un bel libro esce in edicola (per quanto premiato da molto più pubblico che in libreria e apprezzato dai letto intelligenti), non conta. Se anche esce in libreria ma, poniamo, è imperniato su celebri personaggi del fumetto (operazione che peraltro i critici più attenti considerano un interessante esercizio letterario), non conta. Se esce in libreria, piace a chi lo legge, ma non passi per un autore impegnato – anche se lo sei molto di più di quanto si dica in giro – non conta. Obiettivo per il 2012: continuare a scrivere e a farci leggere… e dare quanto più fastidio possibile a quelli che “contano”. Ai parassiti non c’è nulla che mandi più di traverso caviale, champagne o cocaina quanto un tipo che li guarda imbracciando un AK47.

  3. claudio vergnani says:

    Anche un bel Colt M-4 …
    Approfitto del bell’articolo di Stefano per rinnovare gli auguri e i complimenti per l’ottimo vostro lavoro e impegno.

  4. Quiller says:

    Fa piacere leggerti sempre battagliero Prof, col tuo talento e l’intuito per i gusti di noi lettori affinato negli anni, sono certo che altre e maggiori soddisfazioni arriveranno. Auguri!

    PS: bello vedere qui anche l’ottimo Cappi e Vergnani di cui sto leggendo in questi giorni il 36° giusto. Auguri a tutti: io personalmente mi auguro di “leggervi” anche nel 2012 in qualunque formato!

    • ilprofessionista says:

      Un saluto a te ,Quiller,che rappresenti la platea dei lettorisenza la quale, ripeto,non ci saremmo neanche noi.

  5. James says:

    Lo snobismo verso la narrativa da edicola è risibile, perché non si capisce – o si fa finta di non capire – che la letteratura deve… fluire e arrivare potenzialmente a tutti, e pertanto tutti i canali sono buoni e hanno pari dignità. Sostenere il contrario è solo evidentemente una questione di comoda – perché convenzionale – quanto ipocrita postura intellettuale, che ricorda molto quell’atteggiamento da “puzza sotto il naso” che si respira in tanti altri ambienti, per esempio, tanto per fare un parallelo, quello della musica classica, dove da sempre sembra che l’apparenza dell’evento musicale (il teatro sfarzoso e sfavillante, gli abiti delle dame altrettanto sfarzosi e sfavillanti, ecc. ecc.) sia più importante della musica stessa, che in realtà non richiede altro che essere ascoltata (persino, guarda un po’ cosa sto per dire, comodamente in casa, su una vecchia poltrona, magari anche con le cuciture da tempo saltate, e con indosso un jeans e un paio di vecchie ciabatte ai piedi… ma vaglielo a spiegare!).
    Comunque, se può consolare, ma non consola, suppongo sia un male non solo italiano. Ricordo di aver letto che il grande Alexandre Dumas padre è stato da sempre considerato in patria uno scrittore non di prima grandezza, salvo recentissima riabilitazione, semplicemente perché per lungo tempo si è procurato da vivere pubblicando a puntate su quotidiani e riviste i suoi romanzi.
    Auguri a tutti!

    • ilprofessionista says:

      Il parallelo conDumas mi è particoalrmente gradito e di buon auspicio per tutto quell oche verà. se l’estabishment culturale italianoè quello che è la ofrza sono gli autori e i lettori. facciam ovedere chi siamo.

  6. Lucius Etruscus says:

    Condivido al massimo e colgo lo spunto di James: anche nella musica (come in tutto, purtroppo) c’è la cattiva abitudine di giudicare dalla copertina (del disco): se c’è il nome giusto, se c’è l’etichetta giusta, se è uscito nel posto giusto, allora è “roba buona”, indipendentemente dal contenuto. Lascio volentieri ad altri questa filosofia.
    Caro James, io sono fra quelli che ascoltano la musica classica in condizioni ben peggiori di jeans e pantolofe :-D Eppure, al contrario di ciò che pensano i critici blasonati, mi piace lo stesso: perché in fondo bastano due orecchie per apprezzarla, non lo smoking.
    Stesso dicasi per i romanzi: per alcuni è indispensabile comprare un bel tomone in una libreria scicchettosa, per me (e, per fortuna, per tanti altri) anche trovarlo usato in una polverosa e lurida bancarella va bene uguale: perché ciò che mi/ci piace è cosa c’è scritto nel tomone!
    L’esempio di Dumas è illuminante e può essere arricchito di tantissimi nomi: chiunque abbia scritto per i propri lettori è stato mal visto dalla “critica illuminata”, che invece pare ami chi scriva solo per la critica, in un circolo vizioso senza fine. Proprio in questi giorni sto leggendo la biografia di Hammett (libro rovinatossimo trovato fra le polverose pieghe di una pessima bancarella!) e siamo sempre lì: i lettori “bassi” di una rivista “bassa” come Black Mask adoravano i suoi racconti sul Continental OP e li divoravano senza sosta. Sebbene costasse (e pagasse) poco, Black Mask sfamò Hammett quando i critici consideravano la letteratura pulp alla strenua di una bestemmia (lo fanno ancora?), gli stessi critici che “dopo” si sbrigarono a rivalutare l’operato dello scrittore.
    Per chiudere, l’idea del feuilleton non è mai piaciuta ai critici ma è lì che sono nati gli idoli: tutta la letteratura romantica ottocentesca (i cui titoli oggi vengono chiamati “classici”) è nata dalle pagine spiegazzate di riviste da pochi soldi che la gente del popolo, la gente “bassa”, amava e leggeva con avidità. Hugo e Dostoevskij scrivevano feuilleton a puntate con tanto di cliffhanger fra una parte e l’altra: storie d’amore e di tradimenti, di omicidi e vendette, di indagini e di corruzioni. (Fedor arrivò pure a parlare di terrorismo organizzato e pedofilia: alla faccia dell’autore “classico”!) E.A. Poe inventava i Gialli Mondadori, Jules Verne gli Urania, William Le Queux Segretissimo: erano gli “autori da edicola” tanto vituperati all’epoca quanto quelli di oggi, ma che poi hanno fatto la letteratura.
    La storia la scriveranno pure i vincitori, ma la storia della letteratura la scrivono gli autori che piacciono al loro pubblico ;-)

    • ilprofessionista says:

      otimo intervento lucius, io poi mi ispiro sempre ad autori pulp e vituperat, in questo periodo come ti stavo dicendo in altra conversazione ho riscoperto Coplan di Paul Kenny… e anche fanntomas di Allain e Souvestre..ma cosa c’entra fantomas’
      be’con il prof forse nulla ma con il ‘nonno del prof’..oppps per ora vi basti così :-)

    • James says:

      E’ un piacere leggerti. Sono sempre impressionato dalla cultura degli intenditori. (Ho sempre pensato che la passione sia l’unica risorsa capace di dare alla vita di un uomo quella vera essenza in mancanza della quale ci ridurremmo inevitabilmente a organismi pluricellulari che respirano, mangiano, si riproducono, eccetera eccetera eccetera.)
      Buon Natale.
      PS: non oso immaginare in quali condizioni sei solito ascoltare musica classica :-) )

  7. Hot says:

    Bello spirito per iniziare l’anno nuovo. Continua così!
    Talvolta momenti di crisi come quella che stiamo vivendo ci portano a profonde riflessioni su noi stessi e sulla nostra vita professionale che possono sfociare in qualcosa di nuovo, in un modo diverso di approcciare il lavoro e il nostro rapporto con gli altri.
    E’ proprio cercando nuove angolazioni, come dici nelle ultime righe, che è possibile imparare, elaborare qualcosa di nuovo e crescere, come persone e come professionisti. Sarà che sono per carattere abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma la crisi potrebbe anche essere vista come un’opportunità. Basta essere capaci di cambiare la pelle… a volte l’unico possibile sistema per salvare la pelle!

    • ilprofessionista says:

      w il Prof è sempre disposto a lottare per ‘vendere cara la Pelle…grazie Hot, di cuore per l’amicizia,il sostegno e l’incoraggiamento anche nei momenti meno ofrtunati. questo è tutto sommato buono e sono contento di avere te in primis ma anche gl ialtri amici al mio fianco. si prepara un ann odi avventure e zingarate che ci vogliono sempre…

  8. altros says:

    Sull’argomento mi sono espresso più volte, alcuni anni fa dissi a Stefano (che sosteneva che il lettore da edicola era diverso rispetto a quello da libreria) che non me ne fregava niente se un libro era pubblicato in edicola in un’edizione economica, l’importante era che l’autore raggiungesse il suo pubblico.
    Con l’e-book le cose sono migliorate.
    Purtroppo in Italia siamo arretrati, il genere action-adventure è snobbato dalle case editrici e dai critici perchè non è “colto”, ed anche i lettori meno “forti” sono prevenuti, in Francia ed in Inghilterra, al contrario, è il genere che trova più spazio nelle librerie.
    Sei in ottima compagnia Stefano,molte opere di un autore come Daniel Silva non sono state state pubblicate, le pubblicazioni di Richard K Morgan e Tedd Bell sono state bloccate, Brad Thor non trova spazio.
    Io dico meno male che c’è Segretissimo, per questo la collana va sostenuta, difesa e criticata quanto lo merita.
    Nel salutare auguro Buon Natale a tutti.

    • ilprofessionista says:

      prima di tutto un saluto e u nagurio a te, Rosario.
      spero ti faccia paicere sapere che Segretissimo pubblicherà un romanzo di Brad Thor anche se non so quando. ho consegnato la traduzione qualche tempo fa.
      per il resto mi sento in ottima compagnia e sostengo gli amici Brant Ghelfi(Volk che leggerete in Segretisismo) e Barry Eisler che hanno rinunciato alle grosse cade editrici per pubblicare direttamente tramite Amazon, sia in digitale che in copia stampata on demand. Ho tradotto il prim oe letto i lsecondo direttamente da queste edizioni che son orisultate decisamentepiù economiche che in libreria ma decisamente decorose come formato stampato.quindi….

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