Siamo tutti scrittori?

Italiani popolo di navigatori, amanti, poeti, scrittori… in altri paesi ci identificano con meno lusinghiere attività… Di fatto c’è in tutte le generalizzazioni qualcosa di vero ma anche molte velleità nel caso si esalti la creatività artistica del nostro popolo. Nel caso dell’affermazione ‘siamo tutti scrittori’ che ho sentito più volte in alcune discussioni in Rete nell’ultimo periodo, mi domando come possa essere sostenibile una posizione del genere quando  gli  italiani, statisticamente, sono un popolo che legge pochissimo. Alcuni esempi abbastanza  interessanti. A distanza di qualche mese mi è capitato di tenere corsi di scrittura, lezioni universitarie e persino un intervento sull’editoria in un liceo classico. Ora in tutti i tre i casi ho avuto a che fare con persone che per età, posizione sociale, educazione rappresentano un buon campione di italiani con un buon livello culturale. In tutti i casi ho potuto constatare che tra questi i lettori sono pochissimi, che quando si cita un libro o un film anche di successo pochissimi sanno di cosa si sta effettivamente parlando. Moltissimi però vorrebbero scrivere, anzi vengono agli incontri già con il dattiloscritto da rifilarti pensando che, solo in base a una semplice conoscenza e a un sorriso (magari qualche complimento)  si possa arrivare all’agognata meta. La verità che ‘ siamo tutti scrittori’ equivale a ‘ siamo tutti a caccia di un poco di popolarità’. E magari vedendo il cabarettista di turno sbandierato da campagne pubblicitarie che sfamerebbero una famiglia per un anno in un paese del Terzo Mondo sono convinti che fare lo Scrittore sia non solo facile ma un diritto di tutti, anche di chi non sa mettere due parole in fila e non legge (d’altronde perché farlo? Sapete già tutto che bisogno c’è di leggere quello che fanno gli altri,sono così belle le vostre pagine?). Non sono d’accordo. Io mi ritengo un narratore. Che è una cosa differente. È un mestiere prima di tutto come ce ne sono tanti altri. La passione, l’ispirazione contano quanto la tecnica, la conoscenza degli strumenti, l’esercizio e la capacità di resistere alla frustrazione. E anche l’autodisciplina che è poi quella che ti fa scrivere magari anche solo una pagina al giorno, ma sempre. Un po’ come negli sport da combattimento, ma questo è un altro discorso. Io credo che un narratore che voglia dirsi tale almeno tre o quattro storie l’anno debba saperle creare. Certo, la via della pubblicazione è difficile. Io vi rispondo che lo è perché l’industria editoriale italiana (e l’establishment culturale) è classista e nella maggior parte dei casi si possono permettere di ‘ fare gli scrittori di successo’ persone che vengono da un ambiente privilegiato, che non devono lavorare per vivere o esercitano professioni che li rendono visibili e appetibili agli editori. Nessuno dice che sia facile, così come non è facile  entrare in qualsiasi altra corporazione del lavoro senza appoggi. Primo: se proprio avete deciso di fare i narratori e non avete strade privilegiate , armatevi di pazienza e capacità di resistere alle frustrazioni che saranno immancabili. Generalmente di fronte all’enorme massa di velleitari il funzionario editoriale fa di tutta l’erba un fascio e assume un atteggiamento denigratorio volto a scoraggiare qualsiasi ulteriore approccio dell’aspirante autore. La professionalità si comincia a vedere da questo stadio. Chi molla. Chi si convince di non valere nulla. Chi liquida ogni critica come immotivata. Le tre categorie che si dovrebbero eliminare da sole. Anche nel peggiore dei rifiuti c’è qualcosa da imparare.  Cercate di capire qual è la parte che potete migliorare. Siate certi di poter migliorare. Poi tirate avanti per la vostra strada. Se una porta è chiusa sta a voi aprirne delle altre. Come? Il mondo dell’editoria è fatto di conoscenze? Certo, ma anche quello dell’edilizia. Se sto ristrutturando un appartamento chiamerò il piastrellista, l’elettricista, l’idraulico con cui ho già lavorato e mi hanno fatto buona impressione per qualità del lavoro, precisione e capacità di lavorare in squadra. Se questo comportamento viene accettato per altri lavori non vedo perché non debba valere anche in editoria. Quello che non va sono le squadre promosse e messe insieme per raccomandazione senza effettiva capacità professionale. E per proseguire nel parallelo con professioni più manuali nessuno rifiuta un paio di braccia o l’abilità di un artigiano nuovo. Ma tutti cercano di difendersi da pasticcioni che portano via lavoro a chi lo sa fare o creano uno stato confusionale per cui l’immagine professionale della categoria viene a decadere. Non è quello che invece succede con l’editoria con decine di nuovi e impreparati aspiranti che ogni anno pubblicano, magari anche a pagamento e creano un rumore di fondo dannoso al lettore quanto al professionista.Scrivere, raccontare, non è cosa per tutti. E non è cosa che si possa fare alla leggera. E se pure uno è capace di svolgere bene il proprio lavoro deve corazzarsi contro momentanee (sempre…) circostanze avverse. Non mi vergogno di ammettere che negli ultimi  anni ho attraversato un momento professionale difficile. Forse per colpa mia, forse no. Io sono sempre qui con tutte le mie energie e capacità. E ogni volta che pubblico una cosa, piccola o grande che sia, è un’enorme soddisfazione e una affermazione della mia professionalità. E se qualcuno contava di avermi messo al tappeto si prepari per il prossimo round. Malgrado le previsioni, il 2010 è stato un anno ricco di soddisfazioni e risultati. A voi che mi seguite, a voi che mi conoscete da poco, a voi che volete leggere o lavorare con entusiasmo vanno i miei migliori auguri per l’anno che verrà.

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59 Responses to Siamo tutti scrittori?

  1. Taeter says:

    Nulla da aggiungere, tutto approvabile.

  2. Fabio says:

    Ciao,
    Bellissimo post e sempre spettacolari i tuoi libri.
    Grande Prof, non mollare mai!

    I miei più sinceri auguri per uno splendido 2011 ricco di soddisfazioni.

    Ciao
    Fabio

  3. Kryss says:

    Grazie. Per gli auguri – ricambiati :) – ma anche per l’insight. Parole franche. Grazie davvero.

  4. Beppe says:

    Grazie Prof degli Auguri e delle storie che ci regali!
    Lo sai che la legione dei tuoi fans ti seguirà ovunque, purchè sia all’ inferno! :-D

    • ilprofessionista says:

      ogni tanto in un bel paradiso tropicale con bellezze in bikini e cocktailcon gli imbrellini no nsarebbe male. auguri anche a te…

  5. Cristiano says:

    L’unico e inimitabile “Professionista” della scrittura!
    Auguri anche a te, Stefano, e che il 2011 ti/ci porti tante altre avventure da scrivere/leggere.

    Cristiano

  6. Daniele says:

    La situazione italiana è purtroppo questa e condivido l’idea che molti vogliano diventare scrittori per avere popolarità. Leggere è da tempo un’abitudine riservata a pochi.

    Quante pubblicità di libri si vedono alla TV? Quasi zero. D’accordo, costa più un videogioco di un libro, quindi immagino che il tornaconto finale non valga i soldi spesi per una pubblicità televisiva.

    Però, mi chiedo, fra le tante “pubblicità progresso” che ogni governo tira fuori, non ci starebbe bene una sulla lettura?

    • ilprofessionista says:

      eh Daniele,,,mi è capitato su segnalazione di un’amica di vedere recentemente la pubblicità di un libro fatta da una famosa ‘attrice’(di calndari mi ricordo ma credo abbia fatto un paio di strombazzati scenggiati in tv9. Quanti soldi buttati per uno spot mal realizzato e sinceramente imbarazzante. e questo vi fornisce qualche indizio sul fatto che in editoria ci siano i soldi ma vengano indirizzati verso prodotti…curiosi, diciamo…

  7. Glauco says:

    Nel mio “giro” si dice che il popolo italiano è diventato un popolo di scrittori quando il word processor (e il computer) è entrato in tutte le case d’Italia. Avere uno strumento su cui scrivere e che (erroneamente) ti da l’idea di correggere lui gli errori (vedi correttore automatico), ha liberato i sogni di gloria di tutti coloro che sono dotati per lo meno di un dito per mano e di una tastiera.

    Io non sono così estremista ma, a causa del mio blog, ho avuto modo di poter leggere molti lavori di esordienti e, se alcuni mi son parsi veramente buoni, molti altri si sono mostrati per… ehm… diciamo che le virgole impareranno a usarle nel prossimo libro (cit. una delle esordienti in seguito a una mia mail in cui sottolineavo alcuni difetti del suo “libro”).

    A ogni modo, io scrivo per il mio piacere personale e ho trovato negli ebook (che distribuisco gratis) il mio universo. Non disturbo voi professionisti, ho il mio piccolo pubblico di lettori, alcune soddisfazioni, e soprattutto non ho scadenze da rispettare. E comunque… pubblico per lo meno quattro ebook all’anno, più vari racconti brevi, qualche testo musicale, haiku e… lavoro a romanzi più sostanziosi (che, lo ammetto, mi prendono più anni di lavoro). Senza contare l’attività lavorativa che porta a casa la pagnotta.

    Buon Natale e Felice Anno nuovo. Che sia un 2011 pieno di belle storie che noi potremo leggere (e tu scrivere), soddisfazioni e, desideri esauditi.

    • ilprofessionista says:

      ecco la soluzione dell’ebook autoprodotto potrebbe essere una soluzione al problema. Purtroppo a volte finisce per essere presa da autori che, alla fine, magari meriterebbero anche una pubblicazione co ndistribuzione ‘vera’. invece l’esercito dei velleitari punta alto, altissimo.
      buon ann oanche a te Glauco…e buona scrittura…

      • Annina says:

        L’ebook autoprodotto mi ricorda moltissimo i millemila musicisti, alcuni veramente geniali, che sbarcano il lunario: l’Arte per l’Arte, esigenza personale che non permette di vivere, ma sempre esigenza come nutrirsi e respirare.
        Allora di cosa stiamo parlando?
        Di farci i soldi o di esprimersi? Non dobbiamo dimenticarci che la possibilità di esprimere la propria creatività attraverso mezzi accessibili a tutti è storia recentissima (vedi apparati per girare film, studi di registrazione a basso costo…) .
        Dunque l’ebook potrebbe collocarsi come possibilità di arrivare al proprio pubblico senza spendere un occhio della testa.
        Altra domanda: l’ebook è il libro del domani? Ci scorderemo del profumo di carta stampata e delle librerie stracariche e impolverate che tanto amiamo? Ma questa è un’altra storia… a parer mio, l’argomento “ebook” meriterebbe una discussione tutta per sè.
        Scusate la divagazione.

        • ilprofessionista says:

          Non è per nulla una divagazione, Annina, al momento ‘e-book mi sembra ancora un po’ problematico, diciamo per cuase tecniche. io credo che quando sarà passata la moda di avere un tablet o qualcosa di simile(e magarinon usarlo per leggerelibri) e si vedrà realmente la potenzialità di questo mercato sarà possibile trovare qualche soluzione. vedremo. In ogni caso un abbraccione e tantissimi auguri…

  8. Lucius Etruscus says:

    Scrivere come sport da combattimento: bellissimo e verissimo!
    Tutti possono salire sul ring, ma è quando cominciano a volare i colpi che si vede chi ha la forza di rimanere in piedi ;-)

  9. Fabio Novel says:

    Stefano, ciao.
    Ancora un’ottima disamina, ancora una volta che viene nel contempo dalla mente e dal cuore, che è razionale ed emozionale insieme.
    Sono d’accordo con te su quello che dici, ma questo lo sai già.
    Dopo tanti anni che ci conosciamo, non ho bisogno di augurarti di non mollare mai. Perché so benissimo che tu NON mollerai MAI! ;) Non ti ho mai visto farlo!
    Ti auguro invece, anche qui, un felice 2011. Eccitante, produttivo, felice.
    Viva il Professionista! :) :)

    • ilprofessionista says:

      grazie Fabio noi questa battaglia la combattiamo da tantisismi anni…sai com’è una volta che si comincia…

  10. Stefano Gerosa says:

    Beh, Steve, da divoratore di libri non posso che darti ragione: troppi scrittori improvvisati e creati in reality show o schifezze simili e troppo pochi lettori. I risultati si vedono quando ti trovi di fronte persone che di fronte ad argomenti che vanno oltre il gossip fanno la figura dei “servi di Zorro”. Continua a scrivere e a fare felici i tuoi lettori, che ti considerano non solo un autore, ma anche un amico che fa piacere ricevere nelle proprie case.
    Buon Natale ed un “maledettamente avventuroso” 2011, Professionista !!!!

    • ilprofessionista says:

      grazie Ste,e con spirito avventuroso-goliardico che ci contraddistingue da sempre…’facciamo finta di essere zorro”

  11. Hot says:

    Siamo tutti lettori…
    Delle tue opere!

    Grazie per definirti un narratore.
    Di gente capace di imbrattare di nero una pagina bianca ce n’è tanta, mentre chi ci intrattiene con storie piacevoli ed è capace, talvolta, di farci sognare è merce rara.
    Sono orgoglioso di essere un tuo lettore!

    • ilprofessionista says:

      e io di averti come lettore..e anche contento perchè senza lettori uno scriverebbe comunque ma sarebbe molto diverso.

  12. Leggo il tuo blog sempre con piacere, e stavolta il piacere raddoppia perché ti do ragione su tutto. Mi permetto di aggiungere che la pazienza in un esordiente è cosa rara, spesso l’aspirante scrittore ha già in testa il “romanzo di una vita” prima ancora di mettersi alla prova con i racconti (che sembrano una bazzecola, ma provateci voi a scrivere una storia sensata e a condensarla in 6000 battute). Eppure la gavetta è importantissima, io stessa ho cominciato come tappabuchi: quando quando un’antologia presentava un vuoto di tre o quattro cartelle, venivo chiamata per riempirle con una storia “ad hoc”, e ho sempre dato il massimo, anche al di fuori del genere letterario che bazzico abitualmente (erotica). Insomma, alla fine la professionalità paga, anche senza conoscenze importanti, la frustrazione invece no. Soprattutto quando è accompagnata dall’arroganza e dalla presunzione.

  13. Ettore Maggi says:

    Grande Stefano!
    Come disse Roberto Bolaño, uno scrittore è come un samurai…
    Gambatte ne!

  14. Barbara says:

    Intervento lucidissimo che condivido nella sua totalità. L’ansia di popolarità che affligge gli italiani ha contagiato la scrittura, e questo “siamo tutti scrittori” mi ricorda un po’ “siamo tutti tronisti”, “siamo tutti concorrenti del grande fratello” e anche “siamo tutti concorrenti di un quiz televisivo”. Quando mi capita di dire cose simili, c’è sempre quello che si eleva accusandomi di snobismo! Nel mio piccolo, al contrario, cerco di fare il possibile per tutti quei talentuosi autori che faticano a emergere ma non si vergognano di partecipare a un concorso letterario.
    Dimencticavo: tantissimi auguri di buone feste e uno sfavillante 2011, Prof!

  15. andrea-tortellino says:

    Caro Stefano, il tuo intervento è condivisibile in toto, all’inizio stavo pensando a quegli italiani che anelano la notorietà, pensando che una comparsata al grande fratello li possa proiettare come stelle… un paragone per riprendere il filo che citavi degli studenti che -non leggendo, ma COME SI FA??- vorrebbero diventare scrittori… senza parole.
    A parte il fatto che io senza leggere non mi sentirei ne libero ne uomo, non riesco a capire come si possa fare… insomma come se io volessi diventare un disegnatore di fumetti con la pretesa di non avene mai letto uno…naaa
    Lascio con l’augurio per te SDM di un buon Natale, sono convinto che a capodanno a far ‘casino’ con te ci sarà anche il prof., e con la certezza che il 2011 sia per te un grandissimo anno!
    Auguri
    Andrea

    • ilprofessionista says:

      grazie Andrea, io mi sto impegnando al massimo anche con nuove idee perchè il 2011 sia un anno altrettanto ricco di sorprese e novità..non si sa mai…
      intanto ricambio gli auguri e ti assicuro che il’casino’ ci sarà eccome
      stefano

  16. Mirko says:

    Io rimango perplesso a vedere queste cose. Una persona che non legge, non può scrivere. Perchè la lettura è palestra, è propedeutica alla scrittura.
    Bisognerebbe insegnare ai bambini il piacere della scrittura creativa, del leggere i classici adatti alla propria età(ma porcaccia la miseria Salgari, Stevenson, Alcott, Calvino c’è li siamo scordati in favore di Moccia, Geronimo Stilton che gia è meglio ma cazz…), all’avere rispetto per la parola scritta. Un po’ come si fa nelle scuole di musica, dove ci sono corsi di propedeutica. Si potrebbe fare sin dall’asilo.
    Questo per salvare le generazioni future.
    Per quelle presenti, invece siamo fottuti. Perchè con gente come la Troisi che scrive 1000 pagine senza aver mai letto un cazzo mi sa che l’esempio dato in giro è troppo negativo per poter salvare qualcuno. Speriamo nel 2012.

    • ilprofessionista says:

      spero bene anche io nel 201..1 perchè non so se sia il caso di fidarsi delle profezie di un popolo che non riuscì a prevedere di essere sterminato da quattro marinai impestati con cinque fucili e sei cavalli…scherzi a parte ti capisco soprattutto nel desiderio di vedere le generazioni nuove educate all’amore per il racconto non solo letto ma anche scritto. Io ho avuto la fortuna di trovare insegnanti che hanno già stimolato la mia voglia di raccontare e apprendere.la Troisi non lo so se non legge, non la conosco…mi sembra però un evidente caso di sfrozo reale dell’editore di imporre un prodottocon la diffusione, la continuità di presenza in libreria e immagini(per quel pubblico) accattivanti. cosa che non sempre e non tutti possono avere a disposizione. ma questo sarà il tema di una delle mie prossimediscussioni.

      • Mirko says:

        Lo disse in un intervista… una roba del tipo “Ho letto solo Il Signore Degli Anelli, e allora ho pensato… perchè io no?”… dovrebbe essere pure su youtube.
        A sua (e nostra) eterna vergogna ;)

  17. Fabio Lotti says:

    Mi pare che tutto quanto scritto da Stefano possa essere condensato in quel verbo esortativo “Arrangiatevi!”, riferito agli aspiranti scrittori un pò piagnucolosi, che ho adoperato, in maniera volutamente esagerata, sul blog del giallo Mondadori.
    Lunga vita a chi resiste, si sforza e continua in quello che crede!
    Buon natale a tutti.

    • ilprofessionista says:

      un buon natale con tanti misteri da risolvere a te Fabio e benvenuto su queste pagine. L’Arrangiatevi , è un’esortazione positiva a non mollare a non lasciarsi schiacciare dai’ raccomandati’ o da coloro che pensanodi far parte di una classe alla quale non si può accedere. benvenuti gli autoriche lavorano con competenza e capacità. un professionista non ruberà mai lavoro nè spazio a un altro.

  18. Fabio Lotti says:

    Sono contento che quell’”Arrangiatevi!” sia stato interpretato in una maniera positiva (quello era il mio intento), per scuotere un po’ i nostri possibili autori dalle continue lamentele, per esempio, contro i mallopponi scandinavi che infestano l’italico mondo editoriale. A me, poi, che leggo spesso mentre cammino in quel di Ampugnano, figurati se mi stanno simpatici, pesi da morire da staccarmi le braccia. Ma se ci sono ci sono, così come ci sono i raccomandati, i premi pilotati, le recensioni guidate (io fo una bella recensione a te, tu fai una bella recensione a me), eccetera, eccetera. Ergo, andare avanti a capo basso tra la melma della vita, sgomitare quando è necessario e non dare troppo peso a certe critiche che possono venire anche da vecchietti rincoglioniti come il sottoscritto. Pure non guasta un po’ di sana auto ironia. Anzi, fa proprio bene.

  19. max says:

    complimenti per il post lucido e concreto.
    auguri ricambiati da uno scrittore piccolo piccolo che ha imparato nel tempo l’arte della pazienza e che attende fiducioso sulla sponda del fiume.
    ciao da massimo fagnoni

  20. LuciaCucciolotti says:

    Una incoraggiante pacca sulla spalla!
    Grazie e Auguri per il nuovo Anno dal Blog accanto,
    A leggerci presto,
    LuciaCucc

  21. Fabio Lotti says:

    Scusa Stefano
    ho citato questo tuo articolo in http://corpifreddi.blogspot.com/2011/01/un-fantasma-si-aggira-per-leuropa-fabio.html per vedere di suscitare qualche discussione. Piacere se intervieni esponendo il tuo parere anche in maniera critica su quello che ho scritto.

    • ilprofessionista says:

      Grazie della citazione, Fabio. Ho cercato di postare il commento su Corpi Freddi ma le formalità di registrazione finiscono per farmi perdere la pazienza… possiible che non sia possibile scrivere come qui mettendo semplicemente nome e indirizzo mail?
      in ogni caso il mio commento è questo.
      In effetti convengo con la tua analisi. per quel che riguarda la mia opinioone rimando a quanto espresso nell’articolo cui sopra . Il problema è che sono profondamente convinto che la maggior parte degli autori che arriva a pubblicare magari con editori piccoli o persino a pagamento, mascheri da giallo o da thriller storie che (forse) potrebbero avere una collocazione in una diversa collana ma sono accostate alla narrativa del brivido solo nella speranza di vendere qualche copia in più. Purtroppo di giallo(in qualsiasi sua declinazione) mi pare che questi ‘autori’che si considerano dei grandi magari con un paio di titoli in un cataloghino, ne sappiano davvero poco. Ora mi sembra chiaro che ci sono più scrittori che lettori, ma quei pochi che leggono(e fanno bene a fare solo quello) rappresentano un pubblico esigente. Lo so, suono antipatico e supponente. Però mi sono realmente stufato di dover far la guerra co ngrandi e piccini per sopravviere dopo vent’anni che faccio questo lavoro.

  22. Fabio Lotti says:

    Però così mi togli la soddisfazione di vederti partecipe a quello che ho scritto! Se non vuoi intervenire per i motivi esposti lasciami almeno copiare questo intervento e riportarlo sul blog. Naturalmente aspetto la tua approvazione.

    • ilprofessionista says:

      sì certo Fabio,in realtà questo l’ho riportato qui con il copia e incolla dopo il terzo tentivo di postarlo su CF.
      ciao s

  23. Fabio Lotti says:

    Fatto! Grazie e…occhio che continuerò a seguirti anche se in un campo piuttosto minato per me….)

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