Lizzie Siddal

 

Elizabeth Siddal. Forse questo nome vi giunge nuovo, ma la conoscete sicuramente “di vista”: moglie di Dante Gabriel Rossetti e modella preferita dei Preraffaelliti, ha posato per John Millais ed è stata la sua Ophelia (1852), personaggio con cui, come vedrete, ha molte affinità. Proprio per realizzare questo quadro, si dice che il pittore costrinse Lizzie a restare in posa per ore in una vasca piena di acqua fredda, che le causò una forte polmonite.

La sua bellezza eterea incarna tutti gli ideali dell’arte preraffaellita, che unisce uno stile decadente e simbolista a temi tra il mistico e il sociale.

Elizabeth Siddal è inoltre considerata una delle prime modelle vere e proprie e ha in comune con le sue future colleghe i problemi e i vizi di chi ispira l’arte e la tocca con mano senza però esserne artefice: anoressia, una vena di follia, abuso di droghe. Il rapporto di amore e odio con il marito, i continui tradimenti di Rossetti, il tentativo di esprimere il suo universo tormentato in poesia e in pittura fanno di lei quasi un’eroina romantica.

Oltre a questo, è stata anche protagonista di una storia con risvolti che definirei gotici: alla sua morte, avvenuta per un’overdose di laudano, il marito la seppellì con alcune poesie a lei dedicate. Lizzie riposò in pace sette anni, fino al giorno in cui Rossetti decise di dissotterrare il manoscritto per poterlo pubblicare. Di notte, al cimitero di Highgate, la bara fu aperta e una leggenda racconta che Lizzie fosse ancora perfettamente conservata: i capelli rossi in lunghe trecce non avevano smesso di crescere e riempivano tutta la cassa. Purtroppo questa non è una favola, e nessuno svegliò con un bacio la giovane e bella Biancaneve che sembrava dormire tranquilla ed eterna come l’Ophelia di Shakespeare.

Lizzie era stata anche un’artista di talento, pittrice e poetessa: purtroppo solo nel 1906 il fratello di Rossetti decise di pubblicare le sue poesie.

Nel 2006 è uscita in Italia la prima traduzione dei versi di Elizabeth, con il titolo Il vero amore non ci è concesso, edizioni Panda.

Se vi piace l’argomento vi consiglio anche questa biografia: Lizzie Siddal: face of the Pre-Raphaelites di Lucinda Hawksley e questo romanzo liberamente ispirato alla vicenda: La bambina che amava la morte di Fiona Mountain.

All changes pass me like a dream,
I neither sing nor pray;
And thou art like the poisonous tree
That stole my life away.

(Love and Hate, Elizabeth Siddal)

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