Fenomenologia della Ztl.

Abito ad alcuni chilometri dal mio ufficio. Vivo in un palazzo piuttosto alto, messo di traverso sul ciglio della circonvallazione, pieno di sole e di vento, con Monte Cuccio di fronte, una gelateria all’angolo e un pastore tedesco ringhiante che si aggira davanti al portone. Mi piace molto la mia casa, e mi piace anche il mio lavoro: la casa editrice, le colleghe, il capo, le pause caffè, il vassoio di cornetti a metà mattina, la sfida quotidiana nel tentare di convincere un pubblico di lettori non-forti a comprare saggi di autori non-noti. Quello che mi piace meno è spostarmi da casa all’ufficio e ritorno; non ho un motorino e a piedi, a detta di Google Maps, impiegherei più di un’ora. Non mi sentirei tranquilla a percorrere la circonvallazione in bicicletta o suoi pattini e, combinando tra loro i pochi mezzi pubblici presenti in zona, potrei coprire il percorso in circa cinquanta minuti, a cui aggiungere, al ritorno, dalla mezz’ora ai quaranta minuti di attesa. Per questo utilizzo l’auto: che mi costa una buona fetta di stipendio in benzina e che già una volta, proprio nei pressi della casa editrice, mi è stata rubata; ma tant’è.

Da una settimana a questa parte è entrata in vigore la Ztl; per ragioni squisitamente legate al rispetto per la salute pubblica – i gas di scappamento fanno male a chi abita in centro – e per il decoro della zona – che brutte queste strade piene di macchine! – non si può più accedere in auto in una grande porzione del centro storico, se non previo pagamento di un pass che può essere giornaliero o semestrale o annuale; quello semestrale o annuale, però, può essere acquistato solo da chi ha valide ragioni per voler raggiungere quotidianamente il centro storico: chi ci abita e chi ci lavora. Armata di pass, quindi, da una settimana entro nella zona concessa solo agli eletti; percorro sempre le stesse strade e mise sembra naturale fare un confrontro tra il prima e il dopo Ztl: ammetto di non trovare una grande differenza rispetto al solito. Il traffico è impercettibilmente alleggerito: di fatto, impiego circa tre o quattro minuti meno di prima; al ritorno, in compenso, percorro il perimetro della zona chiusa: qui, invece, è il caos. Nei pressi di casa, poi, il traffico è praticamente triplicato: ma, è chiaro, qui in periferia i gas di scarico diventano salubri come aria di montagna, la zona non ha bisogno di decoro – anzi, può essere indecorosamente stipata di auto senza che dia disturbo a nessuno –, trascorrere molte ore in coda ci piace e favorisce la socializzazione. Le ragioni della Ztl, che tutti sembrano condividere e sostenere, hanno valore solo in centro; noi cittadini non-del-centro siamo stigmatizzati come agenti inquinanti per pura volontà, per pigrizia e mancanza di senso civico. Dovremmo lavorare sotto casa, o affittare una mongolfiera, o prevedere tre o quattro ore di tempo al giorno per spostarci. Armandoci di buona volontà, saremmo disposti a lasciare l’auto ai limiti della Ztl e proseguire a piedi: anche se si tratta di un chilometro di strada, da percorrere con borsa e ombrello e porta-pranzo e magari pc portatile in spalla. Lo faremmo, comunque: se qualcuno avesse preso in considerazione l’idea di creare parcheggi lungo il perimetro dell’area a pagamento, magari. Ma no, non importa: a Palermo o sei molto figo e vivi in centro storico, o sono solo fatti tuoi.

Mia madre ha deciso di provare a preparare le arancine di spaghetti; siamo ancora metà dell’opera, ma sembra un’impresa fattibile. Il concetto è uguale a quello delle arancine di riso, ma si usa la pasta per comporre la parte esterna. Abbiamo lessato gli spaghetti, aggiunto tuorli, burro e grana, li abbiamo tagliati e messi in frigo. Domani si potranno comporre le pallette, da riempire con prosciutto cotto e scamorza. Vedremo.

This entry was posted in food&wine, massimi sistemi, Palermo, peccati capitali and tagged , . Bookmark the permalink.

One Response to Fenomenologia della Ztl.

  1. Gaetano Mistretta says:

    Spesso, chi amministra la “cosa pubblica” pretende di fare le nozze coi fichi secchi: a Milano la ZTL funziona ormai da almeno un decennio, credo di più ma a Milano c’è la metropolitana; ci sono anche ampi parcheggi ai margini della città (anche a Bologna che è meno “mega” di Milano), che non so se coincidono col perimetro della ZTL…..Lo dico perché, avendo letto che sei disposta a fare a piedi la strada dal limite della ZTL al lavoro, mi sono convinto che a Palermo questa zona sia meno estesa; in ogni caso è impensabile che i cittadini facciano tutti questa scelta per cui non si può non prevedere un servizio di trasporto pubblico decente all’interno della zona a traffico limitato e, anche se i tram di nuova istituzione aiutano, non mi sembra che ci siamo ancora, a Palermo. Molto passa comunque da un adeguamento della mentalità e dei comportamenti dei cittadini e da controlli seri su tali comportamenti; è impensabile infatti che l’efficienza del trasporto pubblico dipenda esclusivamente dal numero dei mezzi in servizio, una grossa fetta del problema è conseguenza di parcheggi in doppia fila, invasione abusiva delle corsie preferenziali, ecc., ecc., ecc..

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *