[NINJA 17] Western Ninja (2)

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(Diciassettesima puntata del viaggio nel cinema ninja: qui trovate il saggio completo in ePub)

James Bond
e la fortezza ninja

1281«Vi porterò a visitare una delle scuole segrete di allenamento del mio Servizio. Non è molto distante di qui. Si trova in una vecchia fortezza, nelle montagne»: così Tiger Tanaka invita James Bond a visitare un campo ninja, nel romanzo James Bond 007: si vive solo due volte (You Only Live Twice).

Siamo nel giugno del 1964 e il fenomeno ninja in Giappone è appena esploso che già Ian Fleming – forte di un lungo viaggio di studio in quel paese, risalente al 1962 – ne sa cogliere le potenzialità da spy story per l’ultimo romanzo che pubblica in vita: paradossalmente, è un autore britannico a ridare ai ninja quella valenza spionistica di cui proprio i giapponesi li hanno spogliati.

Scritto fra il gennaio e il febbraio del 1963, il romanzo è sin da subito un successo travolgente, viene pubblicato a puntate su riviste popolari, conosce riduzioni a fumetti e versioni radiofoniche prima di diventare un film: tutto questo ha l’effetto collaterale di sdoganare i ninja in giro per il mondo. Ma torniamo all’invito di Tiger Tanaka, o “Tigre” nella traduzione di Enrico Cicogna (Garzanti 1965).

sivive_3«Le attività che si svolgono in quel Centro passano del tutto inosservate, e ciò è un gran bene perché è lì che i miei agenti imparano una delle arti più temibili che si insegnano in Giappone, il ninjitsu, che letteralmente significa l’arte della segretezza o dell’invisibilità. Tutti gli uomini che vedrete hanno già frequentato dieci dei diciotto corsi sull’arte marziale del bushido, ossia “via del guerriero”, e ora stanno addestrandosi ad essere dei ninja, ossia dei “penetratori invisibili”, il che ha costituito per secoli e secoli la base dell’addestramento delle spie, degli assassini e dei sabotatori. Vedrete i miei uomini camminare sull’acqua, arrampicarsi sui muri e sui soffitti, e vi mostrerò l’equipaggiamento che permette loro di rimanere sott’acqua per un giorno intero, e parecchi altri trucchi. Naturalmente, a parte le loro straordinarie doti fisiche, i ninja non sono degli esseri soprannaturali, così come vuole l’immaginazione popolare; comunque, i segreti del ninjitsu sono ancora custoditi gelosamente e appartengono a due scuole principali, la Iga e la Togakure, dalle quali escono i miei istruttori».

Fleming con un sol colpo si discosta da quella “immaginazione popolare” a cui sono destinate molte opere di fiction e dà ai suoi ninja connotazioni fin troppo reali. Anche la storica ed atavica rivalità fra Iga e Kôga, le due scuole protagoniste di tante storie cine-letterarie, qui viene trasformata e viene inserita una strizzata d’occhio alla scuola Togakure: l’unica scuola di ninjitsu attiva in Giappone che vanti collegamenti diretti con gli insegnamenti classici. (Sicuramente Fleming l’ha conosciuta grazie a Donn F. Draeger, ma ne parleremo più avanti.)

«Nessuno dei vostri ninja durerebbe molto a lungo nella zona orientale di Berlino»: così James Bond liquida la figura del guerriero delle ombre, per nulla impressionato dalle sue capacità.

Solo tre anni dopo, nel giugno del 1967, esce sia nei cinema statunitensi che in quelli giapponesi la versione cinematografica del romanzo, Agente 007: si vive solo due volte (You Only Live Twice) di Lewis Gilbert: per la prima volta in una pellicola occidentale si parla di ninja, anche se solo di sfuggita.

(continua)

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