Il ritorno (in musica) di Zodiac

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La scrittura di Horror Rock si è chiusa lo scorso Luglio. L’horror rock in generale è andato avanti; quindi una delle cose che mi propongo di fare con questo blog è, per quanto mi sarà possibile, aggiornarvi con nuove canzoni e band in tema. Nel libro abbiamo dedicato un intero capitolo all’analisi del rapporto tra la musica rock e figure di assassini seriali più o meno note. Veri serial killer e non semplicemente riferimenti generici.

Il primo aggiornamento riguarda i Kamelot, band della Florida dedita a un power metal con forti aspetti prog, che già aveva affrontato il tema dedicando nell’album “Karma” del 2001, una lunga suite alla celebre Contessa Erszébeth Bàthory (l’ultima traccia del disco: “Elizabeth”). Al ritorno sulle scene in questo 2010 con “Poetry for the Poisoned,” i Kamelot incrociano il cammino di un celebre assassino seriale: il Killer dello Zodiaco.

Kamelot - Poetry for the poisoned

Kamelot - Poetry for the poisoned

Zodiac è un serial killer celebre e al contempo misterioso per una serie di motivi: celebre per i famosi messaggi alla stampa (ecco perché l’intro del brano dei Kamelot si intitola “Dear Editor“: il teso è costituito da un brano da una lettera di Zodiac) contenenti enigmi mai risolti, e misterioso perché… non è mai stato identificato, tantomeno arrestato. A tutt’oggi Zodiac è uno dei grandi enigmi insoluti in quel campo. Addirittura di recente sono stati ipotizzati collegamenti tra il killer dello zodiaco e l’assassino di Elisabeth Short, la Dalia Nera. Comunque sia, resta a modo suo radicato nell’immaginario della cultura popolare: basti pensare a Scorpio e Gemini, due celebri killer cinematografici (a voi cogliere il riferimento preciso).

Tornando ai Kamelot: abbiamo due brani, la già citata intro “Dear Editor” e una canzone di 4 minuti esatti intitolata appunto “Zodiac“. Intenso in quest’ultima il duetto tra il singer della band (il norvegese Roy Khan) e Jon Oliva cantante e tastierista dei Savatage. Due voci davvero agli antipodi, e Jon Oliva si conferma sempre asuo agio quando c’è da trasporre in canzone la follia.

A proposito: tutto l’album è forse l’opera più oscura mai realizzata dai Kamelot, e in chiave “noir” una segnalazione la merita nell’edizione speciale la bonus track “Where the wild roses grown” celebre brano di Nick Cave dall’album “Murder Ballads” (1996). Cave duettò con Kylie Minogue, Khan con la giovane singer Chanty Wunder.

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